Estinzione di massa: periodo geologicamente breve durante il quale avviene un sovvertimento dell’ecosistema terrestre, il quale comporta l’estinzione di un gran numero di specie viventi, favorendo la sopravvivenza di altre che diventano dominanti.
Sesta estinzione di massa
Di estinzioni di massa la Terra ne ha viste ben cinque. L’ultima, la più famosa e studiata, avvenuta circa 65 milioni di anni fa a causa dell’asteroide Chicxulub, ha portato con sé la scomparsa dei dinosauri e il 75% di tutte le specie viventi. Ma con quale certezza possiamo affermare che sia davvero l’ultima?
Uno studio pubblicato sul «Biological Reviews» da parte dei biologi dell’University of Hawaii of Mānoa e del Museo nazionale di storia naturale di Parigi ha fornito diverse prove che testimoniano una sesta estinzione di massa. A causarla, purtroppo o per fortuna, non è stato un evento naturale.
Specie in pericolo
Non è la prima emergenza ambientale che l’uomo nega di aver causato, come ha ribadito Robert Cowie, capo autore dello studio e professore ricercatore presso la U.H. Mānoa Pacific Biosciences Research Center nel dipartimento SOEST (School of Ocean and Earth Science and Technology).
Caccia, bracconaggio, distruzione di habitat naturali. Sono solo alcune delle motivazioni che hanno portato al perpetuo annientamento di specie animali. La devastazione sembrerebbe aver premuto l’acceleratore in particolar modo durante il XX secolo. Secondo un rapporto del WWF, nel 2020 si è registrato un calo del 70% di animali selvatici. Nell’ultimo mezzo secolo, invece, sono scomparse il 68% di specie animali, tra cui mammiferi, uccelli, rettili ed anfibi.
Secondo una valutazione scientifica, dal 1500 ad oggi il pianeta avrebbe perso tra il 7,5% e il 13% dei due milioni di specie presenti sulla Terra. In numeri le percentuali si traducono in 150.000 e 260.000 specie.
Velocità di estinzione
Nel vasto elenco di specie risulta necessario includere anche il sottoregno animale degli invertebrati. Rappresenta il 90% delle due milioni di specie terrestri e non prenderlo in considerazione andrebbe a creare una consapevolezza immatura del fenomeno che la sesta estinzione di massa sta portando con sé. Un recente studio, infatti, ha determinato che nei prossimi decenni circa il 40% degli insetti andrà incontro all’estinzione.
Non tutte le specie però stanno scomparendo alla stessa velocità. Le specie animali sono maggiormente colpite rispetto alle specie marine e vegetali. Inoltre, le specie isolane sono più a rischio rispetto a quelle continentali.
Secondo le previsioni Daniel Rothman, geofisico del Mit di Boston, il processo di estinzione vedrà il suo picco massimo nel 2100.
Estinzione che genera estinzione
Tra le cause che hanno scatenato la sesta estinzione di massa, essere umano a parte, primeggia il surriscaldamento globale. Dati ormai apocalittici ipotizzano che la maggior parte della popolazione mondiale avrà modo di vedere estinta una larga fetta di regno animale, diventando così un lontano ricordo, documentato solamente da vecchi libri o cartoni animati. Questa crisi però non andrà a colpire singolarmente le specie. La perdita di una comporterà inevitabilmente la scomparsa di un’altra che dipendeva dalla prima.
Il collasso della biodiversità è in continuo aumento e il caso emblematico è quello delle lontre. Quest’ultime si nutrono di ricci marini, i quali a loro volta si nutrono di alghe. Quando la decimazione del mammifero iniziò a presentarsi a causa di un’intensa caccia per le loro pelli, la popolazione dei ricci di mare aumentò e le alghe vennero decimate. Questo processo a catena portò all’estinzione della “mucca di mare”, un mammifero marino erbivoro che apparteneva alla famiglia del dugongo.
Soluzioni
Se non si agisce in fretta entro il 2050 molte delle specie più conosciute saranno solo un lontano ricordo.
Con il dovere morale di riparare al danno creato ecco cinque piccole azioni che possono rallentare un processo altrimenti irreversibile:
- Acquistare prodotti eco-friendly evitando i prodotti delle grandi multinazionali in quanto i loro processi sono altamente nocivi sugli animali, in particolar modo su quelli a rischio estinzione. Da evitare sono soprattutto i cosmetici prodotti da aziende che fanno test sugli animali. Un piccolo gesto, come quello di leggere l’etichetta di un prodotto per accertarsi che non siano stati effettuati test, salverà vite animali, la propria pelle e l’ambiente.
- Seguire la regola delle 3R: riciclare, riusare, ridurre. Che la plastica fosse una minaccia per l’ambiente dovrebbe essere una verità assodata, sfortunatamente non è così. Con la fama di essere degli agenti inquinanti di maggior portata, la plastica danneggia la fauna, sia marina sia terrestre. Tuttavia anche un utilizzo consapevole dell’energia può dare una svolta. Ridurre l’impronta di carbonio, infatti, è possibile attraverso piccoli accorgimenti come l’utilizzo di lampadine a risparmio energetico o l’utilizzo della bicicletta al posto dell’auto. La salute della popolazione umana e animale muterà in positivo.
- Non acquistare souvenir realizzati con specie animali in via d’estinzione. Nonostante l’aspetto gradevole dietro ogni oggetto c’è una storia di sofferenza. Acquistando questi oggetti, inoltre, non si farà altro che supportare il commercio illegale di bracconaggio della fauna.
- Mangiare meno carne. L’agricoltura animale è responsabile del 15% delle emissioni climatiche su scala mondiale. Consumando carne si sta dando adito a queste pratiche che porteranno ad una velocizzazione nel processo di estinzione.
- Diffondere la consapevolezza. Parlare di ciò che accade nel mondo rispetto alla questione ambientale aumenta la presa di coscienza. Questo tipo di comportamento non farà altro che portare le persone ad agire in modo più attento e maturo.
Obbligo morale
Aiutare il pianeta ad uscire dalle catastrofi che l’uomo ha causato dovrebbe essere un dovere e un obbligo morale che l’intera umanità s’impone perchè come ha detto il sopracitato Robert Cowie:
Gli umani sono l’unica specie in grado di manipolare la biosfera su larga scala. Non siamo solo una delle specie che vive ed evolve in base alle influenze esterne. Inoltre, siamo anche l’unica specie in grado di fare scelte consce riguardo il futuro della biodiversità.
Fermare l’effetto domino che sta mettendo a rischio la fauna mondiale non è necessario solo per salvaguardare la bellezza degli animali. Ognuna delle specie animali fa parte di un ecosistema tenuto in equilibrio da un sottile filo. Un cambiamento irreversibile della biodiversità porterà non solo alla scomparsa degli animali, ma anche ad una futura estinzione dell’uomo stesso.
Salvare gli animali è il primo passo per salvare se stessi.
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