Elezioni nelle Filippine: Ferdinand Marcos Jr vincitore

Lo scorso 9 maggio si è votato nelle Filippine per l’elezione del nuovo Presidente, del Vice Presidente e per rinnovare la Camera, una parte del Senato e delle amministrazioni locali.

Il favorito

Degli oltre dieci candidati il favorito e vincitore è stato Ferdinand Marcos Jr., figlio dell’ex dittatore Ferdinand Marcos che, tra gli anni ’60 e ’80, fece torturare e uccidere migliaia di oppositori politici, imponendo nel Paese un vero e proprio regime. Ferdinand Marcos Jr. ha fatto molto discutere, soprattutto nelle ultime settimane prima delle votazioni. Ha pensato infatti di riabilitare il periodo del regime di suo padre presentandolo come gli anni d’oro delle Filippine.

Secondo gli osservatori, la sua elezione potrebbe mettere a repentaglio la democrazia filippina, già duramente colpita dal mandato dell’ultimo presidente. Rodrigo Duterte ha imposto sei anni di governo autoritario, il quale non può essere rieletto a causa dell’unico mandato imposto dalla Costituzione filippina.

Ferdinand Marcos Jr ha vinto le elezioni in modo schiacciante con oltre il 90% dei voti a suo favore, per un totale di quasi 30 milioni di voti, ovvero più del doppio del candidato liberale Robredo. A questa tornata elettorale erano candidati anche l’ex campione del mondo di pugilato Manny Pacquaio e l’ex attore e sindaco di Manila Isko Moreno.

Il presidente uscente

Duterte in questi ultimi sei anni ha adottato delle politiche molto severe soprattutto per il contrasto alla diffusione della droga nel Paese. Migliaia di persone sono state uccise dalla polizia per essere state sospettate di spaccio o di tossicodipendenza.
Le politiche di Duterte, oltre a essere state ampiamente criticate dagli attivisti per i diritti umani, sono anche state oggetto di un’indagine alla Corte penale internazionale dell’Aja.
Nella memoria collettiva è ancora vivo il ricordo della dittatura, per questo motivo molti temono che il nuovo presidente possa seguire le orme di suo padre.

Chi è Ferdinand Marcos Jr.

Ferdinand Marcos Jr., noto anche come “Bongbong“, è nato a Manila il 13 dicembre 1957. È stato Governatore della provincia di Ilocos Norte prima di essere eletto membro della Camera dei Rappresentanti (2007-2010) e del Senato successivamente (2010-2016). Marcos Jr. in queste elezioni ha ricevuto l’appoggio del partito del Presidente uscente Duterte, in quanto amico e alleato.

Tuttavia a queste elezioni Marcos si è presentato come leader unificatore, distanziandosi talvolta dalle politiche di Duterte. Per esempio, si è tenuto morbido nella posizione adottata nei confronti della Cina, da anni al centro del dibattito con le Filippine per via del controllo su alcune zone di pesca. Oppure ancora si è impegnato nella tutela dei diritti dei lavoratori dei filippini emigrati nel mondo: ha infatti proposto di istituire un dipartimento di tutela per queste persone.

Nonostante le critiche che lo vedono protagonista per non aver partecipato a molti dibattiti televisivi e per essere stato condannato nel 1995 per evasione fiscale, si è presentato al popolo come un unificatore in un momento di profonda crisi economica. Le proposte legate alla sua campagna elettorale sono state un pò vaghe, però ha sfruttato i social media a suo favore comunicando soprattutto con le fasce più giovani che niente hanno avuto a che fare con il regime del padre.

Uno sguardo sul passato: la dittatura di Marcos

Durante il primo mandato di Marcos l’economia del Paese crebbe in modo consistente grazie però alla creazione del debito estero. Marcos, inoltre, chiese la realizzazione di giganteschi progetti architettonici per soddisfare la sua vanità, costruiti e abbandonati. Ciò contribuì a indebitare il Paese gravando pesantemente sull’economia già precaria.

La situazione divenne più controversa durante il secondo mandato. Marcos infatti fu il primo presidente a ottenere un secondo mandato, subito dopo la rielezione però si scatenò una gravissima crisi del debito che costrinse il Paese a chiedere aiuto al Fondo monetario internazionale. Questa crisi portò alla creazione dei gruppi di opposizione specialmente tra i movimenti di sinistra e gli studenti.

Durante il suo secondo mandato, che durò appena due anni, ci furono molte proteste e atti terroristici, che però secondo alcuni storici furono inscenate dal regime per imporre la legge marziale su tutto il Paese, la quale rimase in vigore per i quattordici anni successivi. Ciò permise a Marcos di governare torturando e uccidendo migliaia di suoi oppositori per ragioni politiche.

La rivale più quotata

La rivale più quotata e competitiva di Marcos Jr. è stata Leni Robredo, ex Vicepresidente del Paese. Leni è stata una degli oppositori più importanti di Duterte e si è presentata alle elezioni come erede della parte storica della democrazia del Paese, nonché portavoce delle proteste contro Marcos e dei movimenti che destituirono il leader e ristabilirono la democrazia.

Leni Robredo è avvocatessa per i diritti umani e vanta nel suo curriculum il lavoro per delle organizzazioni non governative che si impegnano a dare assistenza legale alle categorie più svantaggiate del Paese.

Dopo la morte di suo marito, Ministro dell’Interno del governo di Benigno Aquino III, che si è contraddistinto per tutta una serie di provvedimenti volti a promuovere i diritti civili e a contrastare la corruzione nel Pese, è entrata in politica.

La storia di Robredo

Robredo era l’unica donna tra i candidati. Poche settimane fa in un dibattito televisivo  le è stato detto che le Filippine avessero bisogno di un leader con il pugno di ferro e non di una madre. La sua risposta è stata emblematica delle sue posizioni:  “Il coraggio non ha genere“.

Robredo è stata Vice Presidente dal 2016, quando sconfisse alle elezioni proprio Ferdinand Marcos Jr. Infatti nel Paese le elezioni del Presidente e del Vice Presidente non sono collegate, perciò possono vincere dei candidati anche di schieramenti opposti.

La campagna elettorale di Robredo ha valorizzato temi come il contrasto alla corruzione e la trasparenza. Temi cari alla candidata: quando era deputata in Parlamento aveva già insistito affinché queste tematiche venissero trattate con il giusto peso. Tra i temi a lei cari e citati a più riprese durante la sua campagna elettorale ci sono anche quelli di un’istruzione accessibile a tutti ed estesa a tutto il Paese, il rispetto dei diritti umani e civili, le pari opportunità e il contrasto della povertà.

Il Vice Presidente

L’incarico di VicePpresidente invece è stato assegnato a Sara Duterte, figlia dell’attuale Presidente. Anche la sua candidatura ha preoccupato non poco gli attivisti per i diritti umani, la sua elezione infatti, rappresenta la possibilità che il padre possa ancora avere un potere non indifferente nel Paese.

Sara Duterte è stata eletta con 18,6 milioni di voti: più del triplo secondo le aspettative. Durante questa tornata elettorale erano stati chiamati a votare oltre 67 milioni di filippini, che hanno anche il compito di assegnare la metà dei seggi del Senato, oltre 300 alla Camera dei Deputati e altre autorità provinciali dell’arcipelago.

Queste elezioni hanno turbato molto sia gli esponenti per i diritti umani che i superstiti delle violenze e i familiari delle vittime del regime del padre di Marcos Jr. L’età media nelle Filippine è di 26 anni, perciò quasi nessuno dei votanti ha vissuto direttamente il regime totalitario tra gli anni ’60 e ’80. Quello che preoccupa è che siano state riabilitate agli occhi del popolo delle pratiche che hanno rappresentato una grossa macchia nella storia del Paese, per non parlare della crescente aggressività da parte dei sostenitori.

 

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