Susanna Casciani e la storia di un cuore spezzato

Lei è Suz

Susanna Casciani nasce a Firenze, nel 1985.

Attualmente vive a Pistoia ed è insegnante di scuola primaria, ma la sua vera passione è la scrittura, al punto tale che, da sempre, sfrutta Internet per dare sfogo al turbinio dei suoi pensieri e per cercare di toccare l’anima di più gente possibile, riuscendoci benissimo.

La creatività di questa donna era ed è tutt’ora, infatti, inarrestabile: all’inizio, approfitta di Myspace per esprimersi, poi passa all’aprire vari blog con nomi e pseudonimi sempre diversi di volta in volta.

La notorietà

Ma la svolta ed il momento che le permette di raggiungere il successo arriva nel 2010: quando decide di aprire su Facebook una pagina, chiamandola meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore, che in poco tempo viene seguita da quasi 200.000 persone.

Inizia a pubblicare frasi, piccoli testi e, piano piano, il suo pubblico cresce, colpito dalla sensibilità e dalla semplicità di questa donna. In poco tempo, non solo spopola lei con la sua pagina, ma se ne creano anche moltissime altre aperte dai suoi stessi fan. Ella riesce a instaurare un legame con loro, sfonda le porte delle loro abitazioni senza preoccuparsi di disturbare, fa piangere i lettori e li fa riflettere. Susanna crea un rapporto vivo e caloroso con i suoi followers, al punto tale che, ormai, loro si sono abituati a contattarla e a chiamarla “Suz”.

E se prima, nel 2010, il titolo “Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore” era solo il nome di una semplice pagina su Facebook; nel 2016 tutto ciò prende forma e si trasforma in un vero e proprio libro: il sogno diventa realtà. Infatti, il 22 marzo di quell’anno, edito da Mondadori, esce il suo primo romanzo, che prende, non a caso, lo stesso nome di quella pagina su Facebook che Susanna Casciani aveva deciso di aprire anni prima. Già in ristampa solo pochi giorni dopo, quel libro riscuote molto successo. Un successo, per lei, del tutto inaspettato: iniziano a circolare hashtags con il suo nome e cognome, migliaia di risultati, un’infinità di foto del romanzo e di post contenenti le sue frasi.

Le sue parole vengono postate, condivise, dedicate e, addirittura, tatuate: incise per sempre sulla pelle di chi, in quelle pagine, ha trovato un rifugio. Comincia la sua fama e le interviste: Suz inizia a raccontarsi, spiegando che

Ho scritto questo libro pensando di poter aiutare qualcuno a trovare la forza e la voglia di ricominciare a credere in qualcosa.

Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore

Il romanzo è una storia d’amore, ma non la solita.

Non è la classica relazione cliché, in cui i due protagonisti si amano e, seppur con mille difficoltà, riescono a stare insieme per sempre. Al contrario, parla di una cosa con cui tutti, prima o poi, dobbiamo fare i conti: la fine. Che sia di un’amicizia, di un’amore, di un film banale o di un libro meraviglioso.

Nel romanzo troviamo una ragazza e un ragazzo, Anna e Tommaso: si amano da anni, convivono, tra di loro funziona veramente ma poi, a un certo punto, qualcosa inizia lentamente a sgretolarsi finché non arriva a deteriorarsi del tutto. Lentamente, la corda si spezza. Succede, molte volte, i legami si rompono e basta: è inevitabile. Ed è quello che è successo a loro due, ma Anna non riesce ad accettarlo. La protagonista é adulta, matura, sa come funzionano le rotture e già ci è passata svariate volte ma questa volta no, proprio non le va giù.

Perché lei in Tommaso ci aveva creduto davvero: si rifiuta di pensare che anche lui è l’ennesimo buco nell’acqua, era fermamente convinta del fatto che fosse arrivata anche la sua occasione di essere felice. E in un mondo in cui tutti si nascondono e omettono ciò che provano, Anna comincia a scrivere a tenere un diario.

Il diario di una ragazza che sta soffrendo per amore mentre tutto intorno a lei scorre così velocemente da farle girare la testa, un diario che, in realtà, altro non è che l’unico modo che le rimane per non perdere del tutto Tommaso. Con semplicità, Anna racconta la storia di chiunque ha vissuto e, purtroppo, perso un grande amore.

Dietro Susanna Casciani: Anna

A piccoli passi vediamo Anna cambiare, crescere, maturare. La vediamo soffrire, tantissimo, piangere tutte le lacrime che ha in corpo ma, soprattutto, la vediamo rinascere. La storia di Anna diventa la storia di altre migliaia di centinaia di persone, e il titolo Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore muta in un vero e proprio slogan, un motto per spronare coloro che non ce la fanno più a non arrendersi.

Durante la narrazione, infatti, Susanna Casciani, attraverso la giovane ed emotiva Anna, ci fa capire che è inutile mollare solo perché siamo delusi: non ha senso smettere di crederci e vivere con il cuore in stand-by.

Allora forse, e dico forse, è meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore. Meglio non perdere la buona abitudine di piangere prima di dormire per poi, al mattino, sbocciare pieni di ottimi propositi e di dolci  illusioni. Meglio rimanere romantici e, perché no?, anche un po’ sdolcinati. E magari anche ridicoli, perché forse è cosi che appaiono agli occhi di chi non ama quelli che amano troppo

Un po’ come quando Antoine de Saint Exupéry, nel suo capolavoro, scrisse:

È una follia odiare tutte le rose perché una spina ti ha punto, abbandonare tutti i sogni perché uno di loro non si è realizzato, rinunciare a tutti i tentativi perché uno è fallito. È una follia condannare tutte le amicizie perché una ti ha tradito, non credere in nessun amore solo perché uno di loro è stato infedele, buttare via tutte le possibilità di essere felici solo perché qualcosa non è andato per il verso giusto. Ci sarà sempre un’altra opportunità, un’altra amicizia, un altro amore, una nuova forza. Per ogni fine c’è un nuovo inizio.

 

In conclusione, questo è un libro che, con leggerezza ed anche un sottile velo di ironia in alcuni tratti, ci dona una grande lezione di vita: l’importanza di soffrire, di piangere, di cadere.

Ma soprattutto, l’importanza di rialzarsi dopo quelle cadute.

Di asciugarsi le lacrime: di tornare a ridere dopo esser stati feriti, anche se la ferita è veramente profonda e pensiamo di morire.

 

FONTI 

https://www.ilgiardinodeilibri.it/

https://archivio.giornalettismo.com/

Susanna Casciani, Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore, Mondadori, 2016

 

CREDITI

Copertina

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