Come un fulmine a ciel sereno ecco piovere dal cielo il tanto atteso trailer di Thor: Love and Thunder, il nuovo film di casa Marvel dedicato alle avventure del celebre dio del tuono della mitologia norrena. Alla regia ritroviamo Taika Waititi, reduce dal successo globale e dall’ampio consenso di critica ricevuti con Jojo Rabbit e già autore dell’ultimo lungometraggio dedicato a Thor, Thor: Ragnarok. Le prime immagini sembrano promettere atmosfere analoghe tra le due pellicole, ma questo sarà un bene?
Mettete dei tuoni nei vostri capelli
Sweet Child O’ Mine nelle cuffie e si parte.
Nelle prime sequenze ritroviamo il caro vecchio figlio di Odino in compagnia della combriccola di viaggiatori interplanetari dei Guardiani della Galassia e successivamente alle prese con una serie di allenamenti per ritrovare il phisique du role che aveva ormai perso in Endgame a causa della depressione post-Thanos. Il clima che si respira è estremamente scanzonato e ricalca con convinzione le orme del proprio prequel cinematografico e della dilogia di James Gunn. Musica Rock iconica, costumi e atteggiamenti in stile rivoluzione del ’68 e treccine nei capelli. Ecco il nuovo Thor, pacifista convinto, teso ad abbandonare la via del guerriero in favore di quella dell’hippie. Il suo cuore sembra pronto ad intraprendere una nuova vita, eppure il turbinio di immagini seguenti rivela che alcune questioni restano ancora in sospeso in giro per l’universo.
Waititi non abbandona il sentiero
Thor: Ragnarok sembra distaccarsi profondamente dalle atmosfere cupe e seriose della prima coppia di pellicole dedicata all’eroe nordico della Marvel, per inseguire il successo mondiale ottenuto da Gunn con la sua nuova e personale formula di cinecomic… Come? Questo è un altro film? Non si direbbe.
Eccoci giungere all’elefante nella stanza. Si fa fatica a vedere la differenza tra Thor: Ragnarok e Thor: Love and Thunder a partire da questo trailer. Quello che apparentemente potrebbe essere identificato come un tratto distintivo della mano di Waititi dietro la macchina da presa potrebbe rivelarsi un clamoroso passo falso.
Per coloro che non lo ricordassero, Ragnarok non ottenne, nel non lontano 2017, un consenso di critica e pubblico così importante da far alzare dalla sedia i grandi capi della dirigenza Marvel. Anzi, al contrario, il film ed il suo regista dovettero fare i conti con l’evidenza di innumerevoli fragilità nella costruzione della pellicola. In primis il cambio di tono, dalla narrazione epico-fantastica a quella “Gunniana” da Guardiani della Galassia, che fece gridare alla mancanza di originalità gran parte degli spettatori. Quel tono un po’ copia carbone ritorna a farsi vivo anche in Love and Thunder, esasperando ancora di più le proprie fattezze comiche e dipingendo in soli un minuto e ventotto secondi un Thor macchietta, dalla battuta facile e dagli atteggiamenti sessantottini (perché?!).
Senza dubbio non si poteva ricorrere ad un ulteriore inversione di marcia drastica nella scrittura del personaggio, poiché questo avrebbe potuto causare problemi nella continuity del Marvel Cinematic Universe. Eppure Waititi sembra aver voluto definitivamente gettare la storia in una barzelletta adornata di paillettes. Un progetto che potrebbe essere anche apprezzabile, se non fosse per…
Un’atmosfera forse inadatta?
Se non fosse per il fatto che collide totalmente con il carattere del villain protagonista, secondo i rumours, dell’opera. Stiamo parlando di Gorr, il macellatore di dei, interpretato da quel sontuoso attore che risponde al nome di Christian Bale. Ecco, poniamo l’accento sull’epiteto “Macellatore di dei”. Questo personaggio, all’interno della saga regina di Jason Aaron, vede la sua famiglia morire di stenti o a causa di calamità naturali su un pianeta sterile, nonostante la loro fede incrollabile negli dei. Questi ultimi a causa del proprio egoismo non si curano dei dolori e delle sofferenze dei mortali e così Gorr, ormai solo e consumato dall’odio, decide di viaggiare attraverso il tempo per uccidere tutti gli dei che siano mai esistiti e che mai esisteranno. Creatore di un vero e proprio regno di prigionia, in cui deporta, schiavizza e crocifigge ogni sorta di divinità si troverà a fronteggiare Thor attraverso le pieghe del tempo, tra passato e futuro.
Un cattivo ed una storia perfetti per essere riempiti di brillantini e svuotati di ogni possibile tensione filosofica.
Ma se il possibile totale snaturamento del villain protagonista non dovesse bastare, ecco fare il suo ingresso sul finale del trailer, come scoppiettante nota ad effetto, Jane Foster nei panni della Potente Thor. Versione femminile del possessore di Mjolnir appartenente a tutt’altra saga fumettistica. Altro personaggio degno di approfondimento che tuttavia pare essere inserito sull’onda di un obbligatorio rinnovamento dei protagonisti che la Marvel sta portando avanti in questa sua personale Fase 4. Possiamo scordarci i dettagli riguardo il cancro di Jane e la sua stoica decisione di lottare al contempo contro la malattia e contro l’oscurità che minaccia la Terra? Forse sì. Il rumour più quotato sembrerebbe identificarla come elemento del multiverso, ciò vuol dire che un eventuale attenzione al background del personaggio verrebbe data solo in un secondo momento cinematografico.
Tante, tantissime possibili perle narrative, lanciate in un unico vorticoso caleidoscopio di frange e Guns N’ Roses. La speranza risiede nelle doti registiche di Taika Waititi. La paura di un flop o di un tradimento eccessivo nella caratterizzazione dei protagonisti e nella credibilità della storia risiede nell’immaginario di Taika Waititi.