Il Festival della digitalizzazione è giunto alla sua seconda edizione, e anche per quest’anno propone all’interno del proprio programma una serie di incontri e conferenze con professionisti ed esperti del mondo digitale, declinato in vari settori. Tra gli eventi proposti, nel corso della prima giornata è stato organizzato un incontro con Kumomi, nome che dà il titolo all’etichetta nata dall’idea di Omake (Francesco Caprai) nei primi mesi del 2020, in collaborazione con Daniele Piccoli e Arianna Puccio. Con l’arrivo della pandemia e questo nuovo progetto in fase di avvio, Kumomi è un perfetto esempio di come l’industria musicale e il mondo digitale siano in grado di fondersi e confrontarsi in un’unica realtà.
Abbattere le barriere
Negli ultimi anni, la dimensione digitale ha avuto un ruolo sempre più da protagonista nel mercato musicale e ha contribuito a cambiare i ritmi di crescita per il settore musicale e discografico. Nonostante un primo periodo di difficoltà all’inizio del nuovo millennio, dovuto specialmente alla diffusione di fenomeni di pirateria, le aziende principali del settore musicale hanno continuato a investire sul mercato dello streaming. Negli ultimi tempi, grazie alla rete digitale, il mondo della discografia è diventato sempre più accessibile per molti artisti, permettendo a sempre più persone di fare della musica il proprio mestiere.
Dal punto di vista di accessibilità alla musica, il digitale ha sicuramente reso più facilmente fruibili i prodotti musicali di migliaia di artisti. Essi, con l’avvento delle piattaforme streaming, riescono a condividere sempre più facilmente i loro lavori tramite i canali digitali. Dalle più conosciute e utilizzate a quelle più di nicchia solitamente sfruttate da artisti agli inizi della loro carriera, le piattaforme di musica in streaming governano ormai da anni il mercato musicale. La situazione sembra rappresentare un fenomeno sempre più in crescita, anche dando uno sguardo ai ricavi delle attività degli artisti e al numero di utenti che decidono di utilizzare questi strumenti.
Il digitale e la pandemia
Nel mondo della musica e dell’arte in generale, la dimensione digitale si è rivelata uno strumento molto interessante. Durante i primi mesi della pandemia e del lockdown, questa situazione ha costretto molte attività a prendersi una pausa. Grazie però a questi nuovi mezzi, la musica è riuscita a trovare un modo per sopravvivere. Se da un lato concerti ed eventi live stanno ufficialmente riprendendo a due anni dall’inizio delle restrizioni, dall’altro la pubblicazione di prodotti discografici ha proseguito senza stop forzati. In questo modo, il mondo della musica è riuscito a contenere almeno in parte le conseguenze della pandemia sul mercato musicale. Esse avrebbero altrimenti rappresentato un rischio importante per molte realtà.
Kumomi
È in questo contesto che si inserisce l’etichetta Kumomi, creata poche settimane prima che l’Italia entrasse completamente in lockdown. Come è stato spiegato dai creatori stessi in alcune interviste, Kumomi doveva essere un’etichetta “concreta”. I suoi creatori la immaginavano vicina alla realtà, basata soprattutto sulla dimensione fisica e reale del mondo della musica. Fin dai suoi primi passi, la situazione si è rivelata totalmente diversa e inaspettata. Questo non ha però impedito a Kumomi e ai suoi fondatori di evolversi e adattarsi, almeno in un primo momento, a una nuova dimensione in cui poter incanalare le proprie creazioni. Tra i primi lavori targati Kumomi c’è DEMOTAPE [Intermezzo], che raccoglie un insieme di brani realizzati da Omake, Canntona e Vespro pubblicati nel 2020.
L’idea
Ciò che si nasconde nell’essenza di Kumomi e che la rende distinguibile dal vastissimo oceano delle proposte musicali di oggi è proprio quello di non seguire la corrente. Kumomi è un’etichetta che non vede come obiettivo primario l’aumento degli ascolti o dei followers sui social. L’idea è quella di mettere davanti a tutto la qualità, per non cadere nel concetto di etichetta discografica come viene solitamente inteso. Come anticipato dalle parole di Arianna Puccio, Kumomi vuole essere una “casa delle idee”, una formula che si ricollega al significato della parola stessa nella lingua giapponese, “guardare oltre, alle nuvole”.
Come già anticipato, Kumomi sarà presente al Festival della digitalizzazione 2022 nella mattinata di venerdì 6 maggio. Parlando di mondo digitale, l’appuntamento sarà dedicato a questa nuova dimensione e al suo ruolo nei confronti dell’industria della musica. Tutti i dettagli sul Festival della digitalizzazione sono disponibili sul sito dedicato e sui canali social dell’evento. Inoltre, è anche possibile scoprire il calendario completo della manifestazione e iscriversi all’incontro con Kumomi e agli appuntamenti con gli altri ospiti del Festival.
CREDITS:
Copertina – Credits Kumomi