“Visite”: IL Teatro dei Gordi torna al Franco Parenti

Per il Teatro Franco Parenti ospitare la giovane compagnia del Teatro dei Gordi è ormai un rituale. Da parecchi anni ormai il teatro meneghino rappresenta infatti per loro una tappa fissa della tournée. Questa volta la scelta è ricaduta su Visite, una produzione 2018-2019 che torna in scena durante il progetto La grande età. La rassegna è stata ideata in occasione delle celebrazioni #Parenti50 (il cinquantesimo anniversario del Teatro Franco Parenti), in collaborazione con Fondazione Ravasi Garzanti. Lo spettacolo sposa alla perfezione il tema della rassegna: l’obiettivo è infatti sottolineare quanto ciascuna stagione della vita sia contraddistinta da energica creatività. Il progetto multidisciplinare porta in scena la diversità e combatte ogni forma di stereotipo. Lo spettacolo, ideazione e regia di Riccardo Pippa, offre una profonda riflessione sul tema in una esilarante e umoristica rappresentazione teatrale lontana dagli schemi della classica narrazione.

Visite: il girotondo di anime intorno a un letto matrimoniale

Visite è uno spettacolo che, pur non proferendo parole, evoca emozioni contrastanti. La scenografia appare subito estremamente realistica e quotidiana. I personaggi sono infatti catapultati in un comune interno di abitazione. Al centro del palcoscenico vi è un letto matrimoniale ricco di coperte e dettagli e ben decorato: esso rappresenta l’assoluto protagonista della scenografia. Insomma l’intero (o quasi) spettacolo si svolge all’interno di un’accogliente camera da letto. Lì i personaggi si incontrano, discutono, piangono. Intorno al letto matrimoniale si costruisce la Vita, che scorre inesorabile e attraversa la quotidianità di tutti i protagonisti. Lo spettacolo è un girotondo di anime che condividono un tratto, seppur breve, di esistenza, e poi si allontanano per lasciarsi forse per sempre.

Visite: quando il mito incontra la vita quotidiana

Lo spettacolo è ispirato al mito di Filemone e Bauci, tratto dalle Metamorfosi di Ovidio. La storia pone al centro il tema dell’ospitalità, molto caro tanto agli antichi quanto ai contemporanei. Il mito racconta la storia di Zeus e il figlio Ermes che, travestiti da uomini, decidono di bussare alle porte di vari cittadini del paese per testare l’ospitalità degli uomini. Soltanto Filemone e Bauci, due anziani signori devoti a un eterno amore, aprono le porte delle loro casa per offrire ospitalità ai pellegrini. Si mostrano estremamente servizievoli e generosi, volenterosi di offrire sacrifici per onorare gli ospiti. Gli dei decidono così di ricompensare la loro generosità, salvando la casa dei due anziani signori dall’alluvione. L’intero paese viene infatti sommerso dalle acque a causa della severa punizione divina. Zeus e Ermes decidono inoltre di esaudire due loro desideri: diventare sacerdoti della tempio e lasciare la terra insieme.

Quello di Filemone e Bauci è un mito di amore, di morte e di fedeltà. Così il susseguirsi delle stagioni della vita e il tema dell’eterna fedeltà presenti nel mito riecheggiano in ogni istante in Visite. La storia ovidiana è fonte di ispirazione e punto di partenza per la costruzione di uno spettacolo complesso.
Sul palcoscenico appaiono innanzitutto tutte le stagioni della vita. Durante la prima parte di spettacolo appare infatti la fanciullezza, accompagnata dalla spensieratezza e allegrezza dei movimenti e dei gesti degli attori. Nonostante i momenti bui, Visite trasmette sentimenti di speranza  e vitalità tipici dell’età adolescenziale. La trama così presentata è evidenziata dai dettagli e dagli sguardi dei personaggi.

Visite, uno spettacolo “rotto a metà”

Lo spettacolo presenta però un’importante rottura, evidente tanto da un punto di vista tematico, quanto scenografico. Visite si può infatti considerare una messa in scena suddivisa in due unità drammaturgiche tra loro nettamente distinte. Il clima di festa protagonista della prima parte di spettacolo si interrompe così bruscamente per lasciare spazio a un ambiente più intimo e privato. L’abitazione domestica si trasforma infatti in una casa di riposo e il palco si popola all’improvviso di personaggi anziani e mascherati. Al centro il tema della vecchiaia, la dolcezza dei gesti misurati e cauti e l’amore coniugale maturo. Il tema del ricordo gioca nuovamente un ruolo essenziale: qui torna, ancora una volta, il mito di Filemone e Bauci. Diversi sono i rimandi: ne è un esempio la fotografia posata sul comò di una anziana signora.

Il Teatro dei Gordi reinterpreta con Visite (e con la sua intera produzione teatrale) l’arte della commedia antica. Nella commedia classica i personaggi indossavano delle maschere con l’obiettivo di rendere il carattere immediatamente visibile e riconoscibile allo spettatore. In Visite tuttavia le maschere sono iper personalizzate ed enfatizzano la soggettività del personaggio. Gli anziani signori infatti non appaiono come caratteri distinti, ma individui con caratteristiche e soggettività proprie. È semplice infatti distinguerne la psicologia e la storia personale. La maschera appare allora in questo caso come amplificatore dell’io e uno strumento per evidenziare l’universalità del carattere.

Quella della giovane compagnia dei Gordi sembra ormai una strada aperta, un filone di ricerca interessante per un teatro contemporaneo invaso da performance e arte figurativa. Il loro teatro sembra al contrari riscoprire il valore e la ricchezza della tradizione, senza però ignorare le innovazioni contemporanee. Visite incarna proprio questa sintesi: la tradizione incontra il mondo contemporaneo sul palcoscenico di un teatro, non c’è magia migliore.

teatrofrancoparenti.it

visione dello spettacolo

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