Cinque film da recuperare su MUBI

La realtà delle piattaforme streaming é ormai più che affermata, arrivando persino a sostituire la distribuzione in sala di alcuni film. Ne é un esempio Netflix; oltre a proporre un catalogo molto ampio ai suoi abbonati, l’azienda é diventata una vera casa di produzione, finanziando pellicole e distribuendole direttamente sulla piattaforma. Ma oltre ai servizi di streaming più diffusi, come appunto Netflix, Disney + o Amazon Video, ce ne sono alcuni meno noti, ma con proposte molto interessanti per gli amanti del cinema.

É il caso di MUBI, piattaforma lanciata nel 2008 che propone un’ampia selezione di film d’autore e grandi classici, promuovendo anche lo scambio di opinioni e recensioni tra gli utenti, quasi come un social network per cinefili. Il sito presenta varie liste divise per autore o decade, ma anche retrospettive dedicate a un determinato festival cinematografico o movimento, facilitando la ricerca. Nell’ampia e variegata proposta di pellicole di MUBI, sempre in aggiornamento, ci sono alcune perle da non perdere assolutamente.

 

1. Tomboy di Céline Sciamma

Opera seconda di Sciamma, Tomboy tocca alcune delle tematiche più care alla regista francese: la questione dell’identità di genere, l’infanzia e il passaggio all’adolescenza, il rapporto con i genitori. Protagonista é Laure, una bambina che si é appena trasferita in una nuova città con la sua famiglia e fatica ad ambientarsi. Sfruttando il suo aspetto, con capelli corti e lineamenti ben definiti, davanti ai nuovi amici Laure finge di essere un maschio; da qui inizierà il suo percorso di scoperta e di accettazione, da sé e dagli altri.

Attraverso la regia minimalista ed estremamente delicata tipica del suo cinema, Sciamma riesce a creare un racconto intimo e profondo che permette allo spettatore di entrare in punta di piedi nella vita di Laure. Pregiudizi e considerazioni soggettive sono estranee alla narrazione, rivelando la capacità della regista di creare una rappresentazione dell’adolescenza e dell’identità personale complessa e delicata. Tomboy é il primo dei film proposti su MUBI per la rassegna Cuori in Fiamme (un chiaro richiamo a Ritratto della giovane in fiamme), dedicata al cinema di Sciamma; un altra pellicola da non perdere sarà sicuramente Petite Maman, disponibile dal 18 febbraio.

2. La vita é un raccolto di Agnès Varda

La vita é un raccolto é solo uno dei tanti film di Agnès Varda disponibili su MUBI. Uno dei suoi ultimi grandi capolavori, si tratta di un’opera di esplorazione e di viaggio nel tempo e nello spazio, dove la regista si muove con la sua telecamera per scovare vite ed esistenze. Il filo rosso che percorre la pellicola é quello della raccolta, come chiaro fin dal titolo; Varda la descrive come un’attività insita nell’essenza umana, e non solo nel senso tradizionale di raccolta nei campi. La regista infatti intervista vari tipi di “raccoglitori” (i glaneurs del titolo originale), passando da famiglie contadine nelle campagne a netturbini e senzatetto nelle città moderne uniti, in fin dei conti, nella stessa attività. La bellezza di questa pellicola é nascosta proprio nella sua semplicità e in una concezione totalmente nuova del documentario, che Varda trasforma in un genere poetico e filosofico.

3.  Father and Son di Hirokazu Kore’eda

Futuro vincitore della Palma d’Oro al Festival di Cannes, nel 2013 Kore’eda incanta il pubblico e la giuria con Father and Son. É la storia di Ryota, uomo ambizioso e di successo, che scopre di avere cresciuto per sei anni un figlio non suo a causa di uno scambio alla nascita. Rintracciato il suo figlio biologico allevato da una famiglia meno ricca, Ryota si ritrova costretto a scegliere se scambiare i due bambini. Inizialmente convinto a compiere il gesto, ben presto l’uomo si ritrova a fare i conti con l’altra famiglia e a rivalutare la sua visione di genitore. Ispirandosi a fatti di cronaca degli anni 60′, Kore’eda propone qui una riflessione dolorosa ma necessaria su famiglia e genitorialità, proponendo un racconto universale che gli valse il Premio della Giuria a Cannes nel 2013.

Una scena di Father and Son (2013)

4. Il sapore della ciliegia di Abbas Kiarostami

Massimo esponente del cinema iraniano e già apprezzato da cineasti a livello internazionale, nel 1997 Abbas Kiarostami realizza Il Sapore della ciliegia, film che gli valse la Palma d’Oro a Cannes. Protagonista é il signor Badī, che viaggia con la sua auto intorno a Teheran per cercare qualcuno disposto a seppellirlo; l’uomo medita di uccidersi in una società che ritiene il suicidio sacrilego e disonorevole. Nel suo viaggio il signor Badī incontra varie figure, ma nessuno é disposto ad accontentarlo se non nel finale, inaspettato e indimenticabile.

Girando il film quasi interamente all’interno dell’auto del protagonista, il regista permette allo spettatore di conviverci e di riflettere insieme a lui in un tono austero e solenne. Il tema del suicidio, centrale fin dall’inizio, corre parallelamente alla vita e alla natura nei fotogrammi dei paesaggi che il signor Badī osserva dal finestrino della sua auto, nei suoi ultimi sguardi prima della morte.

5. In the Mood for Love di Wong Kar Wai

Il capolavoro del cineasta cinese non ha bisogno di presentazioni: proposto su MUBI in una versione restaurata, In the mood for love é una pellicola dirompente nella storia del cinema moderno. Wong Kar Wai mette in scena una storia d’amore universale fatta di gesti delicati e sguardi nascosti calandola nella Hong Kong degli anni 60′, con il crollo degli imperi coloniali. Un uomo (Tony Leung) e una donna (Maggie Cheung), vicini di casa, scoprono che i rispettivi coniugi hanno una relazione clandestina; da quel momento le loro esistenze si intrecciano, trasportando lo spettatore in una dimensione sospesa.

Tony Leung e Maggie Cheung in In the Mood For Love (2000)

Poiché privo di una vera e propria sceneggiatura, molte scene del film furono improvvisate dagli attori partendo dalle indicazioni del regista. Ma la cura dei dettagli in ogni sequenza é quanto contraddistingue la pellicola; mescolando l’uso simbolico del colore, precise scelte di montaggio e di ripresa e una colonna sonora indimenticabile, il regista crea una delle più grandi celebrazioni dell’amore mai viste sul grande schermo.

6. Bonus: Quattro strade di Alice Rohrwacher

Il cartellone di MUBI propone anche una vasta selezione di cortometraggi più o meno noti. Uno dei più interessanti é sicuramente Quattro Strade della regista italiana Alice Rohrwacher: girato durante il periodo del lockdown sfruttando pellicole scadute, questo corto cerca di creare un contatto tra la regista e i suoi vicini di casa nonostante la lontananza fisica. Il racconto, fatto di immagini di campagna e di scenari quotidiani, rivela la grande ammirazione di Rohrwacher per le persone intorno a lei, che condividono la loro umanità anche in una condizione tanto anomala e difficile. Il risultato é un viaggio in una dimensione di comunità e di affetto, mostrata come antidoto alla solitudine e alla lontananza a cui il Covid ha costretto non solo la regista e i protagonisti, ma il pubblico intero.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.