Maison Cavalli: l’eccesso è il successo

Una stella che ha brillato a intermittenza, ma pur sempre una luminosissima stella del panorama della moda italiana: Roberto Cavalli. Un marchio sempre in crescita che ha fatto della sua estrosità e della sua regalità i suoi tratti distintivi.

Non è facile imporsi nel settore del fashion italiano, un mondo così vivo, unico e incisivo, eppure la maison Cavalli abita lì, insieme ad altre altissime firme, nell’olimpo della ineguagliabile moda italiana, in costante competizione con case di moda come Versace, Dolce & Gabbana, Gucci e Armani.

Cosa rende grande questo marchio?

La stravaganza, il coraggio, la capacità di osare. Proprio per queste qualità degne di nota occorre approfondire da dove deriva il successo di Roberto Cavalli e cosa gli ha permesso di stare, dopo decenni, ancora lì, in quell’olimpo della moda italiana.

Gli esordi della casa di moda

Roberto Cavalli ha l’arte nel sangue. Suo nonno era un famoso pittore macchiaiolo le cui opere sono esposte presso la Galleria degli Uffizi a Firenze, al punto da ispirare il nipote. Alla base della sua carriera troviamo un lungo e minuzioso lavoro su stampe e tessuti, che lo ha portato a trascorrere diverso tempo a Parigi. Lì ha brevettato un rivoluzionario processo di stampa su pelle per cui venne subito notato da grandissimi artisti come Hermès e Pierre Cardin.

Ed è proprio a Parigi, nel 1970, che è nata la maison Roberto Cavalli, la quale ha presentato la sua prima collezione con il suo nome al Salon du Prêt-à-Porter. Le stampe su pelle hanno avuto un successo strabiliante e da lì partì la grande ascesa del nostro stilista. Ancora maggiore è stato il successo ottenuto grazie alla prima sfilata tenutasi in Italia, nella Sala Bianca di Palazzo Pitti, lo stesso anno.

Perché solo pelle?

Non accontentatosi del processo innovativo elaborato stampando su pelle e realizzando interessanti patchwork di materiali colorati, Roberto Cavalli ha ideato la stampa sul jeans. Il denim era un tessuto che ancora non era mai stato visto in passerella e proprio grazie a lui ha iniziato a essere interpretato come un materiale di alta moda, non più relegato al “mondo povero”.

Inoltre, ancora oggi Roberto Cavalli è definito il re dell’animalier. Il gioco di tessuti, fantasie, intarsi e ricami è diventato il suo campo di eccellenza. Come i corsetti per la Westwood, così l’animalier per Cavalli.

Una maison in continua crescita

Giunto inevitabilmente sulle passerelle di Milano, ha iniziato ad aprire le sue prime boutique in poco tempo.  Con il passare degli anni, si è espanso in tutta Italia, poi in tutta Europa e, oltrepassando anche l’Oceano, Cavalli è arrivato ovunque. Un anno particolarmente felice è stato il 2001, quando il fatturato effettivo ha superato di circa 50 miliardi di euro il fatturato stimato, dato che ha portato numerose nuove aperture monomarca in tutto il mondo. Mosca, Hong Kong, New York: qui puntava il nuovo mercato in espansione del talentuoso Roberto Cavalli, oltre che a valorizzare e far crescere anche quello in Italia.

L’ispirazione

Ma quello che interessa di più a noi appassionati di moda è l’essenza della maison Cavalli. Cosa c’è dietro, anzi, nell’anima Cavalli? A cosa si ispira il padre di questo grande marchio? Niente di più puro e semplice: la natura. Natura che in seguito, con una elaborazione attenta da parte di una mente geniale, diventa qualcosa di ben lontano dalla semplicità e dalla purezza, un qualcosa che con sicurezza e stile aggredisce le passerelle, svelando una delle forze più sensazionali e primitive della natura stessa e dell’uomo, la forza selvaggia.

Come abbiamo già detto, l’animalier non manca mai. Tessuti tigrati, leopardati e pitonati, paillettes a squame di pesce, quasi a far rivivere l’essenza istintiva dell’uomo. La firma di Cavalli è l’eccesso. Stampe barocche, pelle ultra-stretch che mette in evidenza le linee del corpo, corsetti innovativi, blazer anatomici. Le collezioni Cavalli trasudano trasgressione e ricercatezza.

I marchi Cavalli

Lo si vede bene nei diversi marchi creati negli anni da Roberto Cavalli. Mentre il classico marchio Roberto Cavalli ha proposto, fin dall’inizio, in particolar modo abiti da sera, andando, in un secondo momento, a realizzare anche abiti da giorno e gioielli, Just Cavalli invece, firma nata nel 1998, ha portato qualcosa di diverso. Una linea giovane e anche un po’ rock.

Una linea più sofisticata invece, è la Class Cavalli, che con disinvoltura ed eleganza porta i pezzi iconici di Cavalli nella vita quotidiana di uomini e donne che non rinunciano alla trasgressione. Il campo si è ulteriormente allargato con Roberto Cavalli Junior, per i bambini da 0 a 16 anni, linea che prima si chiamava Angels and Devils, e con RC Sport, fino a uscire dal settore moda e lanciandosi anche nel settore design con Roberto Cavalli Home.

Le star Cavalli

Lo stilista fiorentino è stato apprezzato fin dai suoi esordi e la conferma è arrivata da personaggi ben più che noti. Infatti, negli anni Settanta, le più assidue ospiti del Limbo, la boutique di Saint-Tropez, erano proprio le attrici Sofia Loren, Brigitte Bardot e la famosissima giornalista, nonché l’allora direttrice di Vogue Italia, Consuelo Crespi.

Ma Roberto Cavalli non si è fatto mancare nulla. Ha stretto rapporti con alcune dive di Hollywood come Sharon Stone, Demi Moore, Gwyneth Paltrow e tante altre stelle del cinema americano che indossano divinamente gli abiti della maison. Cavalli è stato in più occasioni costumista, ha disegnato gli abiti per la serie tv americana Sex and the City con la celebre Sarah Jessica Parker. Inoltre, ha vestito le famose playmate della rivista Playboy. Ma non è finita qui: ha ideato gli abiti per il grande ritorno delle Spice Girls e anche per Beyoncé e Jay-Z che li hanno sfoggiati nei loro tour musicali.

Anni Ottanta: breve pausa

Verso la fine degli anni Ottanta Cavalli è scomparso temporaneamente dalla passerella per dedicarsi completamente alla passione dei cavalli da corsa. Come Cavalli stesso ha affermato in una intervista negli anni Ottanta l’alta moda giapponese iniziava a imporsi, ogni cosa diventava minimal. Bianco e nero. Non erano di certo i tempi giusti per Cavalli, che fin dagli inizi porta avanti il suo slogan “eccesso è successo“.

Il ritorno negli anni Novanta

Ma vi è ritornato all’inizio degli anni Novanta, portando, nel 1994 una novità: il jeans invecchiato con il trattamento a getto di sabbia. Trattamento che ha suscitato discussioni e avversità da parte dei più attenti ai diritti umanitari, poiché è un processo pericoloso per chi deve maneggiare questi particolari prodotti abrasivi in fabbrica. Quell’anno si chiuse con successo, specialmente perché vennero aperte nuovissime boutique monomarca in tutto il mondo, a Saint-Barthélemy e poi anche a Venezia, Parigi, Capri, Firenze.

Roberto Cavalli ha avuto dal 1980 al suo fianco la sua seconda moglie, l’austriaca Eva Duringer che ha contribuito notevolmente a far crescere il mondo del business Cavalli. Nel 2002 infatti, nasce la prima boutique-cafè Cavalli a Firenze, nel bellissimo Palazzo Viviani della Robbia e anche nello storico salotto Giocosa in via Tornabuoni.

Una casa tutta toscana

A proposito di Firenze e della Toscana in generale, è proprio qui che è impiegata una buona parte degli addetti italiani che lavorano per Cavalli. A Sesto Fiorentino sono presenti ben quattro stabilimenti dove si assiste alla nascita di una collezione Cavalli dall’inizio alla fine. Dall’elaborazione creativa, alla stampa dei modelli, al finissaggio dei tessuti, alla realizzazione vera e propria del capo, fino ad arrivare alla promozione pubblicitaria.

È sicuramente un merito quello di concentrare gran parte delle attività proprio in Italia e per di più in Toscana, da sempre casa di Cavalli. Un merito che va anche riconosciuto ad altri marchi italiani come Pucci, Gucci, Ferragamo, Gherardini e Braccialini, che si servono di fornitori locali e ciò, al giorno d’oggi, è davvero ammirevole.

Purtroppo, negli ultimi anni si è assistito a un mutamento degli equilibri economici e organizzativi a svantaggio delle aziende dell’alta moda italiana e a vantaggio delle famose holding come LVHM e PPR che sembrano fruttare di più.

Appuntamento fisso sul Red Carpet

Gli abiti Cavalli senza dubbio sono alcuni fra gli invitati abituali e più prestigiosi ai Red Carpet. Con le tipiche stampe, i giochi di tessuti, soddisfano l’incredibile esigenza di stare sotto i riflettori dei vip americani come Kim Kardashian, Rihanna, Charlize Teron, Lady Gaga e mille altri, che scelgono di indossarli per questi grandi eventi.

Alcune collezioni

Certamente chi indossa Cavalli non punta alla sobrietà. Lo vediamo nella collezione Primavera-Estate 2022 dove non mancano l’animalier, l’anfibio pesante, borchie, catene portate in vita e ancora, vengono riproposte in più di un look delle fasce nere che aderiscono a gambe e braccia e che danno un tono quasi aggressivo.

Lo scorso inverno, per la collezione Autunno Inverno 2020-2021, abbiamo visto una varietà incredibile di forme e tessuti. Dai vestiti morbidi e leggeri, ad abiti più succinti, a mini-dress con frange.

Per il prossimo inverno invece, la collezione Autunno Inverno 2022-2023 prevede qualcosa di altrettanto interessante. Un ritorno del viola insieme a gonne lunghe con spacco da uomo.

Particolarissima la collezione Primavera-Estate 2017 firmata Cavalli, realizzata da Peter Dundas. Il fashion designer norvegese era stato al fianco di Roberto Cavalli come chief designer dal 2002 al 2005 e dopo 10 anni è tornato a casa nel 2015 per preparare la collezione SS17. Una linea ricca di riferimenti e sapori diversi.

Qui Peter Dundas ha voluto far incontrare il mondo scandinavo, essendo per metà americano e per metà norvegese, con gli anni Settanta. I temi della trasgressione, dell’incisività e dell’istintività tipico della maison fiorentina continuavano a esserci ma in una sfumatura sicuramente nuova. Gli zoccoli in legno sono stati trasformati in stivali con plateau e le fantasie tipicamente scandinave decoravano gli abiti svasati e svolazzanti. Non mancavano le frange, il camoscio e le stampe animalier, firma di Cavalli.

La collezione Autunno-Inverno 1994-1995 si è rivelata unica nel suo genere non solo per i nuovi jeans consumati che fecero discutere, anche per le singolari stampe medievali che decoravano gilet, cardigan e mini-dress.

Cavalli al festival di Sanremo 2022

Gli anni passano ma Cavalli continua a stupirci. Lo abbiamo visto nell’attesissima settimana di Sanremo 2022. Per questa 72° edizione del festival gli abiti Cavalli si sono distinti da tutti gli altri. Li hanno indossati la co-conduttrice della seconda serata, l’attrice Lorena Cesarini e anche il concorrente in gara Michele Bravi.

Da Cindy Crawford a Lorena Cesarini

Il lungo abito in seta con la stampa di una tigre rivela senza alcun timore l’essenza felina del marchio. Il tutto accessoriato con gioielli Bulgari Collezione Serpenti in oro giallo e bianco, rubini e diamanti, quasi a rafforzare l’anima sauvage dell’abito. Un chiarissimo richiamo alla sfilata tenutasi in piazza di Spagna: era stata proprio Cindy Crawford a indossare il modello originale per la collezione primavera estate 2000

I quattro outfit di Michele Bravi

Anche il giovane cantante Michele Bravi ha sfoggiato Cavalli. Lo abbiamo visto indossare una giacca con maniche ornate da camelie in pelle nera e blu ghiaccio. Giacca posta su un top bondage in maglia ricamato con cristalli neri. Look completato da anelli argento e anfibi in pelle nera della stessa firma.

L’ultima serata invece, Michele Bravi indossava una cappa scura, su un top nude aderente, riccamente decorato con fiori dorati. Inconfondibile lo stile barocco di Cavalli. Ancora fiori sul look total red della terza serata con applicazioni floreali sui guanti in pelle. La serata seguente invece, Cavalli e il suo modello puntano sul verde. Un completo verde acqua su un top nudo e inserti luccicanti.

I direttori artistici della maison Cavalli

I Cavalli di Michele Bravi sono stati disegnati da Fausto Puglisi, il fashion designer siciliano che da poco è approdato nella maison Cavalli. Un grande disegnatore apprezzato da dive americane come Miley Cyrus, Katy Perry, Gwen Stefani e l’intera famiglia Kardashian. Negli anni si sono susseguiti altri direttori artistici di gran spessore come Peter Dundas o come Paul Surridge, tutti capaci di attualizzare e mantenere viva l’essenza della casa di moda.

Eccesso è successo

Giocando per contrasti, Cavalli alterna romanticismo a durezza, ricchi ricami a nude trasparenze. Porta in scena il Bene e il Male con uno stile tutto suo svelando il lato selvaggio della natura senza pudore, senza timore, ma nella maniera più istintiva possibile.


FONTI

Robertocavalli.com

Moda.mam-e.it

Businessoffashion.com

Vogue.com

Vogue.com

La moda in Italia e in Toscana. Dalle origini alla globalizzazione, di V. Pinchera, Marsilio, 2009

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