La morte di Lucio Dalla, avvenuta improvvisamente l’1 marzo 2012, a causa di un infarto, ha sconvolto l’intero popolo italiano. L’artista bolognese è deceduto in un hotel vicino alla stazione ferroviaria di Montreux, una cittadina svizzera dove si era esibito la sera prima. Tre giorni dopo si è celebrato il funerale del cantautore: il 4 marzo avrebbe compiuto 69 anni. Al suo funerale erano presenti circa 50.000 persone, tutte riunite per dire addio al grande cantante. Il mese di marzo racchiude così sia la data di nascita che quella di morte del cantautore e, nonostante siano passati dieci anni dalla sua morte, nessuno ha mai dimenticato la sua eredità, sempre viva in un eterno omaggio.
Fu ispirazione la storia di Caruso
Nell’immenso repertorio musicale di Lucio Dalla, Caruso(1986) è tra i suoi brani più significativi. La genesi della canzone risale a quando, dopo un guasto alla sua imbarcazione, Dalla soggiornò in un albergo a Sorrento, nella stessa stanza che aveva ospitato il celebre tenore Enrico Caruso prima della sua morte, nel 1921. Qui i proprietari dell’albergo raccontarono a Dalla gli ultimi giorni di vita di Caruso e la sua passione per una ragazza a cui dava lezioni di canto.
Sembra che, affacciato sul Golfo di Sorrento dal suo balcone, Caruso abbia composto una bellissima melodia al pianoforte, profusa fino al Paese e talmente bella da essere ricordata in eterno. Da questo racconto, Dalla trasse l’ispirazione per il suo capolavoro, enfatizzando come immagine principale, oltre al paesaggio, la figura dell’uomo che abbraccia stretta la ragazza dopo un lungo pianto. L’unione tra musica e stati d’animo diventa così un’immagine fissa nel brano e crea l’ispirazione per un’opera di street art che non passa inosservata.
Il murale di Lucio Dalla a Sorrento
Per commemorare il cantautore bolognese lo street artist partenopeo Jorit ha deciso di dipingere un murale che raffigura il grande volto di Lucio. L’opera in questione si trova su una parete della stazione della Circumvesuviana di Sorrento, in provincia di Napoli, ed è stata realizzata in occasione della manifestazione commemorativa I Colori di Lucio, organizzata dall’associazione NEMESI dal 4 marzo al 3 aprile 2022. La scelta di questo luogo non è casuale e richiama quella Caruso, composta a Sorrento, che rilascia la sua magia anche attraverso il colore.
Jorit, che ha condiviso l’opera sul suo profilo Instagram, prima di dipingere il volto dell’artista ha scritto una parte della canzone Se io fossi un angelo, inclusa nell’album BUGIE(1986):
Andrei in Afghanistan, e più giù in Sud Africa a parlare con l’America. E se non mi abbattono anche coi russi parlerei. Angelo. Se io fossi un Angelo con lo sguardo biblico li fisserei. Vi do’ due ore, due ore al massimo, poi sulla testa vi piscerei. Sui vostri traffici. Sui vostri dollari. Sulle vostre belle fabbriche di missili. Se io fossi un Angelo non starei mai nelle processioni, nelle scatole dei presepi.
Chi è Jorit?
L’artista Jorit Ciro Cerullo, in arte Jorit, è un noto street artist napoletano. Le sue opere sono un perfetto mélange tra realismo, padronanza pittorica e forti messaggi sociali. La sua carriera comincia nel 2005, quando Jorit iniziò a dipingere una serie di graffiti raffiguranti Napoli, la sua città natale. Con il passare degli anni ha perfezionato sempre di più la sua tecnica, avvicinandosi al Graffitismo Nazionale. Dopo aver esposto le sue opere nei Musei di Napoli e Roma nel 2008, successivamente l’artista si è concentrato sulla raffigurazione realistica dei volti umani. Da questo momento l’artista ha cominciato ad aggiungere due strisce rosse sui volti che rappresenta, che rimandano a dei rituali magici africani.
Che rapporto aveva Lucio Dalla con l’arte?
L’omaggio murale di Jorit a Lucio Dalla crea una connessione tra l’arte e la biografia dell’artista. Il cantautore, infatti, è stato un grande appassionato di arte, come dimostra la canzone Amico, dedicata al suo pittore preferito, Amico Aspertini, disegnatore e scultore bolognese del Cinquecento. Grazie a questa passione Lucio Dalla è diventato un vero e proprio gallerista, con la proprietà della galleria d’arte NO CODE a Bologna. Come lui stesso ha dichiarato in un’intervista:
Mi piace l’arte di tutte le epoche, in particolare amo la Transavanguardia e Caravaggio, ma anche l’Espressionismo tedesco che mi fece conoscere Franco Zeffirelli nel 1964. Rimasi folgorato e andai a Monaco di Baviera ad acquistare, con i pochi soldi dell’epoca, i primi quadri.
Le mostre per Lucio
Così come l’arte ha ispirato Lucio Dalla, anche il cantautore è stato d’ispirazione per firme dell’arte contemporanea, come dimostra il recente caso di Jorit. Ma tornando a un ventennio prima, nel 2000, a Roma, venne inaugurata una mostra di quadri della pittrice Domenica Regazzoni, che si ispirò proprio alle canzoni di Lucio Dalla. L’esposizione, intitolata Regazzoni e Dalla – pittura, musica e poesia, è una dedica dipinta alle canzoni più celebri del cantautore, tra cui L’ultima luna, Caruso, Come è profondo il mare e tante altre. In quell’occasione, Dalla disse:
L’arte è uno scambio vitale, molte volte guardando un’opera ho sentito l’impulso immediato a comporre una canzone. Come è profondo il mare per esempio è nata osservando La predicazione di Sant’Antonio ai pesci di Arnold Böcklin.
Nel 2012 invece, Bologna ha accolto un’ulteriore mostra che esponeva 18 opere stampate in digitale e montate in alluminio in cui tutti artisti presenti portavano opere ispirate alle canzoni di Dalla e rimaste esposte per circa tre mesi. L’anno successivo, l’artista Mario Martinelli ha dato alla luce l’opera l’Ombra di Lucio Dalla, che ritrae l’artista mentre suona il sax, circondato da gabbiani che spiccano il volo ed è posta a Bologna, sul muro accanto alla sua abitazione.
La mostra di Domenica Regazzoni
Tra le mostre citate, quella di Domenica Regazzoni è molto importante per la rappresentazione artistica delle canzoni di Lucio Dalla e soprattutto per commemorare il cantautore in un perfetto connubio tra arte e musica. Dopo il loro primo incontro, avvenuto nel camerino del cantante dopo un suo concerto, Domenica Regazzoni non ha smesso mai più di realizzare quadri ispirati alle sue canzoni, nemmeno dopo la sua scomparsa. La mostra, dopo una prima inaugurazione, è stata infatti ripresa a Bologna, presso la Sala d’Ercole di Palazzo d’Accursio, nel 2020. Con il titolo Domenica Regazzoni Lucio Dalla a 4 mani la mostra ha portato all’attenzione dello spettatore una selezione di circa trenta opere, curate della storica dell’arte Silvia Evangelisti.
Le canzoni rappresentate sono quattordici e la particolarità delle opere è il loro accompagnamento con pensieri molto brevi, sulla base dei pannelli. Questa scelta permette un’intensa comunicazione tra le immagini, i versi e la musica prodotta in sala, con una miscellanea di materiali usati come juta, gesso e colori ad olio. Le creazioni sono fortemente liriche, come Caruso, ispirato al verso “ma quando vide la luna uscire da una nuvola / gli sembrò dolce anche la morte”. Nel quadro-scultura Ciao, invece, una mano e un piede sono collegati da una catena che rappresenta la citazione “di là qualcuno muore / qualcun altro sta nascendo”. Inutile dire, che la mostra ebbe un successo enorme, nonostante le problematiche relative al Covid-19.
Lucio è stato così un cantautore, un poeta, un’amante dell’arte e un mentore per coloro che hanno fatto della sua musica un’ispirazione. La sua magnificenza artistica merita di essere ricordata e commemorata nel corso del tempo, ricordando le parole della sua canzone Siamo Dei:
E’ eterno anche un minuto, ogni bacio ricevuto
dalla gente che ho amato.
In questo caso, Lucio Dalla sarà eternamente scolpito nei nostri cuori.
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