Credono che mi nasconda nell’ombra. Ma io sono ombra.
Il Cavaliere Oscuro di Gotham City torna sul grande schermo in una nuova ed inedita veste tra le mani del regista Matt Reeves, costretto inevitabilmente a fare i conti con le precedenti trasposizioni del vigilante mascherato, in particolar modo con la trilogia di Christopher Nolan. Nonostante questo il suo Batman appare, fin dai primi trailer, diverso dai suoi predecessori, dai quali eredita il taglio pseudo-realistico che immerge in una nuova e più profonda oscurità. The Batman è un esperimento che si colloca sulla scia autoriale intrapresa dalla DC in parallelo alla continuity cinematografica del DCEU, che ha portato a Justice League, e promette di mostrare forse la versione più cruda e fedele del Batman fumettistico, affidandosi a quel maestoso Robert Pattinson ed al suo, si spera, infinito momento di grazia.
La lunga notte del Cavaliere Oscuro
Gotham cade a pezzi ogni giorno di più. Corruzione, droga e criminalità organizzata sono i ratti che a partire dai vicoli dei bassifondi diffondono a macchia d’olio la pestilenza all’intera città. Nell’oscurità della notte qualcuno osserva. Qualcuno vigila e sorveglia le strade della metropoli pronto a far abbattere il proprio pugno su coloro che pensano di poterla fare franca. Il crociato incappucciato è ormai parte delle tenebre di Gotham e da esse viene risucchiato quando sul luogo di un delitto compare un messaggio a lui indirizzato. Il rancore della città ha generato un altro figlio che ha scelto una via opposta a quella del pipistrello. L’Enigmista fa la sua comparsa e dà inizio al suo gioco perverso, pronto a disseminare le strade di Gotham di cadaveri e indovinelli al fine di mostrare al mondo la sua verità.
Questa strada lastricata di morte conduce a un intreccio malato che coinvolge le istituzioni, la malavita del boss Carmine Falcone e anche, suo malgrado, l’apparentemente immacolata famiglia Wayne. Sembra impossibile eppure anche Thomas e Marta Wayne, i paladini di Gotham e i più grandi sostenitori del suo rinnovamento, sembrano celare dei nefasti segreti dietro i sorrisi da copertina. Bruce dovrà fare i conti con il proprio passato che riemerge per trascinarlo sul fondo del precipizio e lasciarlo in balia della rabbia e del desiderio di vendetta. A sussurrargli all’orecchio di abbandonarsi all’odio verso i suoi nemici troviamo la sua imprevista compagna di indagini Selina Kyle, una cameriera dell’Iceberg Lounge, locale d’incontro per criminali gestito dal Pinguino.
La caccia all’uomo ha inizio, eppure chi sia il cacciatore e chi la preda sembra ancora tutto da stabilire. La risposta è celata nel tetro mantello del pipistrello e tra le macerie che si lascia alle spalle il re degli enigmi.
Un’indagine nel buio
L’indagine è ciò che contraddistingue The Batman di Matt Reeves. La pellicola concentra la sua attenzione su uno dei lati più importanti del crociato incappucciato che spesso è passato in secondo piano agli occhi degli spettatori nel corso delle precedenti trasposizioni cinematografiche. Batman è prima di tutto un detective. Così ci ritroviamo a seguire Bruce Wayne nel corso delle sue lunghe e travagliate notti a caccia di indizi tra le marcescenti strade di Gotham. Un’atmosfera piacevolmente noir che si apre con una sequenza magistrale capace di regalare un introduzione al personaggio nella prima scena assolutamente maestosa e da brividi, grazie anche all’aiuto di una colonna sonora imponente e incisiva. L’oscurità è dominante e la nostra guida è la sola voce di un Batman narratore che come una fievole candela illumina i propri passi agli occhi dello spettatore.
Robert Pattinson regala una più che convincente versione del pipistrello. Il suo Batman si muove da pochi anni come vigilante e le sue azioni sfruttano all’estremo le zone grigie del codice morale autoimpostosi dall’eroe. La violenza nei confronti di chi trasgredisce la legge raggiunge livelli mai visti fino a ora su schermo, con un accanimento tipico di certe storie particolarmente mature della testata fumettistica DC. La paura è lo strumento con cui Batman governa le strade di Gotham e Matt Reeves lo sottolinea a gran voce. Con la medesima arma giocherà anche il suo avversario al tavolo degli scacchi, l’Enigmista di Paul Dano. Il re degli indovinelli è un villain che persegue una personale vendetta nei confronti della società che lo ha portato alla sua ragionata follia. Il mordente del personaggio risente a livello visivo di una scarsa caratterizzazione e unicità, ma emerge con prepotenza nella costruzione del piano e nelle azioni gelidamente premeditate che portano, nel tempo di un sospiro, Gotham sull’orlo del collasso.
La mia maschera mi ha permesso di essere davvero me stesso, senza vergogna
Menzione d’onore per il Pinguino di un irriconoscibile Colin Farrell che si cala ad arte nelle vesti del malavitoso braccio destro di Falcone, gettando le basi per un ritorno futuro del personaggio con un ruolo di maggiore importanza.
Una Catwoman con poco mordente
Ciò che fa storcere parzialmente il naso nel giudizio complessivo della pellicola sono alcune leggerezze nella scrittura della sceneggiatura, in particolar modo per quanto riguarda la costruzione dei rapporti tra Bruce Wayne e Alfred e tra Batman e Catwoman. Il rapporto tra il giovane rampollo di casa Wayne e il sempre fedele maggiordomo appare appena abbozzato e non permette un legame emotivo particolarmente forte con lo spettatore. Questo dettaglio inficia la riuscita di una scena, sicuramente impattante nelle idee del regista, come quella dell’esplosione del pacco bomba che coinvolge il suddetto Alfred.
Storia analoga per il legame amoroso che lega il pipistrello alla misteriosa Selina Kyle. Il personaggio interpretato da Zoe Kravitz è trasposto seguendo una nuova chiave di lettura rispetto ai precedenti lavori di Michelle Pfeiffer e Anne Hathaway. L’attenzione è rivolta maggiormente alla figura di Selina rispetto alla sua controparte “criminale” e Matt Reeves sceglie di porre l’accento sulle fragilità di Catwoman piuttosto che sul suo lato da femme fatale. La scelta di smussare leggermente questo lato della signorina Kyle stranisce sicuramente il pubblico in sala, ma può essere interpretato come un desiderio di sperimentare una nuova soluzione narrativa per il personaggio, non per forza negativa.
Il problema sorge quando su schermo assistiamo alla nascita della, da sempre ambigua, storia d’amore con il pipistrello. Il legame tra i due si regge essenzialmente su un gioco di tira e molla condotto costantemente con sfacciataggine proprio da Selina, che tuttavia in The Batman presenta un carattere molto più remissivo e fornisce molte meno occasioni alla coppia di instaurare il proprio sentimentale gioco delle parti. Si viene così a creare un amore un po’ claudicante, che lascia il pubblico interdetto, in particolar modo sul finale della storia.
Il fascino del pipistrello noir
The Batman è un noir dal potere visivo devastante, capace di trasportare lo spettatore nelle tenebre e di gettargli addosso tutta la rabbia che accompagna nelle sue ronde notturne il crociato incappucciato. Grazie anche ad una colonna sonora magistrale, le atmosfere decadenti di Gotham City prendono vita e divengono parte integrante della storia, nonché personaggio a sé stante, causa primaria dei traumi esistenziali dei protagonisti. Al netto di alcuni elementi di sceneggiatura, che inficiano determinati rapporti con i personaggi di contorno, siamo difronte ad una versione cinematografica di Batman degna di nota. La scelta del taglio autoriale esalta un personaggio dalle mille sfaccettature che non esaurisce mai il proprio potere e fascino artistico. Lo sguardo gettato nell’abisso della vendetta più pura è il sentiero guida del nostro eroe in questa storia e l’incedere lento della narrazione esalta gli attimi di riflessione del protagonista riguardo le gesta della sua doppia vita.
Senza dubbio The Batman è un film innovativo per quanto concerne l’ultimo periodo del panorama Cinecomics e riesce a trascendere questo suo genere di appartenenza per configurarsi come un buon thriller a sé stante, capace di soddisfare la curiosità anche di coloro che non sono fan del mondo dei supereroi.