Mondrian

Mondrian e il Neoplasticismo a centocinquant’anni dalla sua nascita

Celebre esponente delle Avanguardie artistiche, Piet Mondrian compie centocinquant’anni. Scopriamo insieme la sua vita e le sue opere più importanti.

Mondrian: cenni biografici

Nato il 7 marzo 1872 in Olanda, Piet Mondrian mostra fin da subito una spiccata passione per il disegno e per l’arte; si racconta che insieme a suo zio si dedicasse alla pittura presso le rive del fiume Geim.

Nel 1892 viene ammesso all’Accademia delle Belle Arti di Amsterdam e i dipinti di questo periodo si caratterizzano per lo stile Divisionista, realizzati con pennellate divise e colori accesi. La sua strada verso lo stile astratto inizia nei primi anni del Novecento, dove emergono i punti chiave della sua poetica artistica: il fine dell’arte, secondo Mondrian, deve essere quello dell’elevazione spirituale; bisogna inoltre semplificare progressivamente le forme attraverso la geometria. Il colore, infine, non deve avere mezzi toni ma deve essere uniforme, privo di chiaroscuro e di tracce di pennelli.

L’evoluzione artistica di Piet Mondrian va di pari passo con l’adesione alla Teosofia, una particolare disciplina che pretende il costante miglioramento di sé. L’interesse del pittore nei confronti di questo insegnamento inizia dopo l’incontro con il filosofo Mathieu H.J. Schoenmaekers, secondo il quale la realtà si risolve in un eterno rapporto tra opposti; luce e tenebre, maschile e femminile, attivo e passivo, orizzontale e verticale, Sole e Terra.

Essenziale caratteristica di quello che sarà lo stile di Mondrian è il colore; il pittore utilizza solamente i tre colori fondamentali: il giallo, segno della luce solare, il blu, segno dello spazio infinito, il rosso, segno di fusione tra luce e spazio.

Evoluzione: un’opera simbolica

Realizzata tra il 1910 e il 1911, l’opera Evoluzione viene strutturata da Mondrian come un trittico, in continuità con la tradizione della pittura sacra e con le sperimentazioni simboliste. Il pittore recupera qui il valore del numero tre, simbolo della perfezione e dell‘assoluto.

Sopra ogni pannello troviamo una donna nuda, realizzata con forme geometrizzanti e simboliche. L’opera, la cui lettura inizia da sinistra verso destra, per poi concludersi al centro, realizza i tre stadi dell’evoluzione spirituale secondo la disciplina teosofica; si passa dall’attenzione agli istinti più bassi, a quella per i dati emotivi e, infine, al mondo mentale in cui le forze della natura e quelle del principio spirituale che la trascende appaiono pienamente equilibrate.

In quest’opera è espressa la simbologia del colore secondo la poetica di Mondrian; Evoluzione racconta come l’individuo, dalla sua primigenia appartenenza al mondo frenetico della natura (toni del verde) e degli istinti (rosso), passi attraverso la meditazione (le stelle gialle nella figura a destra), per poi assorbire lo spirito in sé (blu della figura centrale) consapevole del traguardo raggiunto, motivo per il quale gli occhi della figura sono aperti.

Evoluzione, 1910-11.

L’astrazione a partire dall’albero

Al Gemeentemuseum dell’Aia troviamo custoditi numerosi paesaggi realizzati da Mondrian; inizialmente il percorso del pittore si basa sullo stile tipico del vedutismo nordico, per poi aderire alla poetica fauves, caratterizzata da colori squillanti.

Seguendo lo sviluppo della sua pittura si può notare una visione progressiva e logica verso l’astrazione. Questo cammino verso le forme astratte lo si osserva analizzando le figure degli alberi, realizzate da Mondrian tra il 1909 e il 1912.

Osservando il dipinto Albero rosso, eseguito tra il 1909 e il 1910, si notano le chiome arcuate dell’albero, simili a degli artigli che sembrano quasi graffiare l’aria; in basso, sul terreno, si sprigionano delle fiamme che si specchiano sul tronco e tra le fronde.

Albero rosso, dettaglio. 1909-10

Dopo qualche anno, tra il 1911 e il 1912, Mondrian esegue Albero grigio. Qui il pittore adotta un azzeramento cromatico e una semplificazione della forma; i rami dell’albero, non più arcuati, sono diventati delle direttrici che si diramano in ogni parte del quadro.

Al 1912 risale il dipinto Melo in fiore, primo passo verso la via dell’astrazione. Del melo non rimane niente: si individua a stento l’inflorescenza dell’albero nella parte centrale del quadro. Il Melo in fiore qui rappresenta la sostanza della pianta, vediamo una sintesi estrema realizzata da un intreccio di linee verticali e orizzontali, anche se continuano ad esserci delle linee curve, che verranno eliminate con le opere successive.

Melo in fiore, 1912

Il Neoplasticismo di Mondrian

Piet Mondrian soggiorna a Parigi tra il 1912 e il 1914, dove entra in contatto con la pittura di Paul Cézanne, di Picasso, Braque e di Léger, rimanendo affascinato dalle peculiari caratteristiche delle opere di questi artisti. Dal 1914 il pittore olandese inizia ad abbandonare le linee curve e oblique e a semplificare le forme.

Una volta tornato in patria, Mondrian frequenta l’Avanguardia olandese di architetti, artisti e designer e nel 1917, insieme a Theo van Doesburg, fonda a Leida la rivista «De Stijl», elaborando le idee sulla necessità di giungere all’astrazione. Il termine Neoplasticismo indica un nuovo modo di trattare la forma.

La volontà del pittore consiste nel desiderio di abbandonare l’individualismo romantico perché, come afferma lui stesso: «nella realtà vitale dell’astratto, l’uomo nuovo ha superato i sentimenti di nostalgia, di gioia, di estasi, di tristezza, di orrore: nell’emozione resa costante dalla bellezza, essi vengono purificati e chiarificati».

Le Composizioni

In seguito, tra il 1919 e il 1920, Mondrian torna a Parigi, dove si dedica alla serie delle Composizioni raggiungendo così il suo stile più noto; siamo di fronte a una griglia di ortogonali nere, con all’interno quadrati o rettangoli di diversa grandezza, ritmati dai soli tre colori che utilizza, ovvero il giallo, il rosso e il blu, alternati al bianco dello sfondo. Quest’ultimo, secondo alcuni critici, è un riferimento alla luce nebbiosa dell’Olanda. Il centro del quadro nelle Composizioni viene eliminato: le aree colorate si alternano e si estendono secondo un ritmo calcolato, in una continua ricerca di equilibrio percettivo che è allo stesso tempo equilibrio spirituale.

Composizione con rosso, giallo, nero, blu e grigio

Il pittore bandisce ogni titolo e i quadri si distinguono solamente grazie al numero che accompagna la parola “composizione”, o grazie al nome del colore utilizzato sulla tela.

Le opere neoplastiche di questo periodo ricercano l’unità e la sintesi della diversità: il bianco e il nero simboleggiano lo spirito, mentre i colori rappresentano i molteplici aspetti del mondo sensibile.

Durante gli anni, l’artista sperimenta sia il formato romboidale, girando la tela di quarantacinque gradi, sia la massima marginalizzazione dei colori, con ampi spazi lasciati in bianco e l’infittirsi delle linee ortogonali.

L’arrivo negli Stati Uniti

Con l’avanzata dei regimi totalitari, Mondrian si trasferisce a Londra nel 1938; due anni dopo, con lo scoppio della Seconda guerra mondiale, è costretto a fuggire a New York ed entra a far parte del circolo di Peggy Guggenheim.

Nella Grande Mela il suo stile cambia profondamente; l’artista olandese abbandona le griglie nere e le linee ortogonali cominciano ad essere più fitte e colorate, donando al dipinto un andamento dinamico. La novità maggiore consiste nei titoli, che evocano i luoghi frequentati dall’artista; i quadri somigliano sempre di più a cartine geografiche delle città.

Victory Boogie-Woogie, 1942-44.

A causa di una violenta polmonite, Piet Mondrian muore a New York il primo febbraio 1944. Poco prima della sua dipartita si dedica al dipinto Victory Boogie-Woogie, rimasto incompiuto. Di forma romboidale, l’opera mostra al suo interno piste di colore realizzate anche tramite la tecnica del collage e il risultato ottenuto è un’immagine fortemente dinamica, quasi nervosa. Alcuni storici dell’arte hanno visto in questa tela le strade di Manhattan, con i suoi flussi di persone e il rumore della metropoli, oltre al ritmo del ballo più famoso dell’epoca: il boogie-woogie.

Mondrian, fin dai suoi esordi, è stato senza dubbio un artista eclettico che, grazie al suo particolare percorso pittorico e spirituale, è riuscito a diventare uno dei maggiori esponenti dell’arte del Novecento; la sua opera è caratterizzata da un’importante sperimentazione, grazie alla quale il pittore ha raggiunto risultati mai visti nel mondo dell’arte figurativa.

 

L’aspetto delle forme naturali si modifica mentre la realtà rimane costante.

(P. Mondrian)


 

Fonti

Capire L’arte. Dal Neoclassicismo a oggi, G. Dorfles, A. Vettese, E. Princi, G. Pieranti. 2016, Atlas Editore, Bergamo.

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