Scritto in un solo mese, La signora delle camelie (La Dame aux camélias) è un romanzo di Alexandre Dumas figlio pubblicato nel 1848.
La vicenda
La vicenda è raccontata in prima persona da un io narrante che rivela di essersi trovato casualmente in visita a un appartamento messo all’asta. Questo sarebbe appartenuto a Marguerite Gautier, una celebre mantenuta morta da poco che egli conosceva per fama. Viene a sapere che Marguerite frequentava spesso il teatro portandosi sempre tre oggetti: un paio di occhialini, un sacchetto di caramelle e un mazzo di camelie bianche per venticinque giorni al mese e rosse per i restanti cinque attraverso le quali comunicava la propria disponibilità agli incontri amorosi. La voce narrante si aggiudica all’asta un libro, Manon Lescaut di Antoine François Prévost, all’interno del quale scopre una dedica a Marguerite da parte di un certo Armand Duval, il quale poi gli chiederà di restituirglielo. Tra i due nasce un vero e proprio rapporto di amicizia, e Armand acconsente a raccontargli la sua appassionata storia d’amore con Marguerite.
Un giorno di settembre
La storia narrata è la trasposizione romanzata di una vicenda realmente accaduta all’autore. Un giorno di settembre del 1844, Alexandre Dumas figlio si recò al teatro parigino dei Variétés dove incontrò la donna che avrebbe cambiato per sempre la sua vita e avrebbe fatto la sua fortuna di romanziere: Marie Duplessis. Pseudonimo di Alphonsine Plessis, Marie era una prostituta nota per la sua bellezza e raffinatezza e per la voracità con cui dilapidava i patrimoni dei suoi amanti, tra i quali anche quello del compositore Franz Liszt. Di lei Alexandre Dumas si innamorò all’istante, descrivendola così:
Era alta e sottile, scura di capelli, il viso rosa e bianco. Aveva la faccia minuta, occhi allungati di smalto, come una giapponese, ma vividi e fieri, le labbra d’un rosso ciliegia, i più bei denti del mondo.
Esattamente come nel romanzo, Marie fa un cenno all’amica Clémence Prat, nel romanzo Prudence Duvernoy, e Dumas si offre di riaccompagnare Clémence a casa, che abita vicina alla Duplessis, così da poterla avvicinare.
La relazione con Alexandre Dumas
Durante la loro relazione, durata circa un anno, Marie è solita lasciare ogni mattina a Dumas figlio una lettera con l’elenco di tutti i suoi impegni giornalieri: egli deve venirla a prendere, portarla a teatro la sera, rientrare con lei, ed eventualmente passare la notte insieme davanti al camino; i diversi servizi erano corredati da mazzi di camelie, dolci delle migliori pasticcerie, cene e vizi sempre a carico del giovane Dumas, che, anche se ricorre all’aiuto del padre, nel giro di un anno arriva ad accumulare un debito di cinquantamila franchi.
La fine della relazione
Marie dunque comincia a frequentare anche Édouard de Perregaux, nipote del direttore della Banque de France, all’insaputa di Dumas, al quale deve continuamente mentire. Scoperto il tradimento, Alexandre scrive:
Mia cara Marie, non sono abbastanza ricco per amarvi come vorrei, né abbastanza povero per essere amato come vorreste voi. Dimentichiamo, dunque tutti e due: voi un nome che vi deve essere pressoché indifferente, io una felicità che mi è diventata impossibile. Inutile dirvi quanto sono triste, dato che sapete già quanto vi ami. Addio dunque. Avete troppo cuore per non comprendere il motivo della mia lettera e troppo spirito per non perdonarmi. Mille ricordi, A.D.
30 agosto, mezzanotte [1845]
In seguito Alexandre parte con il padre per la Spagna, mentre Marie si getta d’impulso fra le braccia del compositore Franz Listz e in seguito, nel 1846, sposa Édouard de Perregaux.
Chi era Marie Duplessis?
Alphonsine nasce nel 1824 a Nonant, in Normandia, dal commerciante Marin Plessis e Marie Deshayes. Trascorre l’infanzia in una condizione di povertà e disagio, finché si sposta a Parigi in cerca di fortuna. Ad appena quattordici anni, sistemata nella casa di una modista, Alphonsine si dà a una vita smodata e disinvolta, finché non viene notata da un ristoratore di Saint-Cloud che le regala un appartamento, e da Antoine Alfred Agénor, duca di Gremont. La frequentazione di questi e numerosi altri amanti le consentono di rafforzare il suo gusto e la sua educazione nelle arti umane: nella biblioteca di casa possiede i volumi delle opere di Molière, Scott, Hugo e Dumas padre. Conduce una vita sfarzosa, circondata dal lusso – si diceva che in un anno spendesse circa centomila franchi – ma in uno stato di salute precario: è infatti tisica e ha spesso la febbre.
La morte
Nonostante fosse ammira
Da Marie a Marguerite, da Marguerite a Violetta
Colpito dalla notizia della sua morte, Dumas scrive una poesia intitolata M.D. e poi, nel 1842, fa uscire il romanzo ispirato alla sua storia che diventa subito un best seller.
Nel 1852 scrive nell’arco di otto giorni la versione teatrale della Signora delle camelie, dalla quale poi venne tratta la celebre Traviata di Giuseppe Verdi, con libretto scritto da Francesco Maria Piave e dove Marguerite Gautier diventa Violetta Valéry. La Traviata va in scena per la prima volta il 6 marzo 1853 al teatro La Fenice di Venezia, ed è un fiasco clamoroso. Il successo arriva al teatro veneziano San Benedetto, quando viene messa in scena per la seconda volta e rielaborata con interpreti di migliore qualità. Così, la breve vita di Marie Duplessis viene consegnata all’eternità, diventando un vero e proprio archetipo.
FONTI
Alexandre Dumas, La signora delle camelie, Feltrinelli, 2013