La fruizione digitale post-pandemica dei musei

La pandemia ha indubbiamente rivoluzionato moltissimi aspetti della nostra vita, colpendo diversi settori, tra cui quello della cultura, che è stato tra i più penalizzati. Gli effetti della crisi si sono notati in particolar modo nella gestione dei musei, dove è stato modificato il modo di organizzare mostre e visite guidate. I musei, per permettere la fruizione culturale, si sono avvicinati al mondo digitale, offrendo uno scenario per il futuro della cultura digitale. Ma quali sono le novità apportate?

I musei e la trasformazione digitale

La crisi sanitaria ha coinvolto anche gli aspetti ambientali e sociali, e il digitale ha rivoluzionato i luoghi di maggior cultura. I musei sono infatti spazi di incontro delle comunità, dove si condividono pensieri e idee: necessitano quindi di nuove forme di partecipazione della gente. Sono bastati solo pochi giorni di chiusura durante la pandemia per incrementare l’attività social dei musei, rimasti in contatto con il loro pubblico attraverso l’uso di piattaforme che hanno in qualche modo concesso loro di restare “aperti“.

La chiusura degli spazi fisici non ha dunque fermato l’attività museale. Tutti i musei hanno promosso progetti e attività digitali al fine di mantenere vivo il contatto con il proprio pubblico, mentre quest’ultimo rimaneva a casa. Le istituzioni culturali hanno quindi richiesto nuove risorse digitali.

Le risorse digitali dei musei e il ruolo dei social

La maggior parte dei musei si è avvalsa dei social, rendendosi più attivi per continuare a comunicare con il loro pubblico. Gli enti culturali hanno fornito mostre virtuali, incontri curatoriali, dialoghi e tour virtuali; ma non è stato semplice per tutti in quanto queste risolse richiedono tempo, formazione e competenze, oltre alla voglia di investire parte dei fondi per la comunicazione digitale. Indubbiamente è una soluzione innovativa, in cui i musei, non abituati a questo genere di interazione, si mettono alla prova. Alcuni, con contenuti digitali, sono riusciti ad ampliare la propria cerchia di followers sui social, utilizzando principalmente Tik Tok, diventato un importantissimo mezzo di comunicazione digitale.

I contenuti social adottato dai musei prevedevano video, immagini e testi pubblicati tramite piattaforme come Facebook, Instagram e Twitter. Le piattaforme menzionate sono state utilizzate principalmente per approfondire alcune opere e dei temi principali, ripresi poi nei tour virtuali. L’inclusione che hanno garantito i social è emersa anche a scuola con la didattica a distanza. La DAD, infatti, ha permesso di notare alcune problematiche riguardo il funzionamento delle piattaforme, così com’è stato per lo smart working.

I problemi del post-lockdown

Quando i musei hanno riaperto, il digitale ha rappresentato per molti un vero e proprio problema a cui allinearsi. Le biglietterie online hanno risolto molti problemi riguardanti la sicurezza delle file e la presenza del pubblico, evitando un eccessivo raggruppamento di persone. In qualsiasi momento, i musei sapevano chi avrebbe partecipato alle mostre, i nominativi e i contatti dei presenti. Inoltre, gli sportelli online hanno migliorato moltissimo la comunicazione sugli orari delle mostre e i musei hanno perfezionato la qualità dei loro siti, utilizzati per anticipare contenuti ed eventi. Lo dimostra il Museo Egizio di Torino, che ha collezionato 400.000 visitatori alla fine del 2021.

Tuttavia gli sportelli online rappresentano un problema per la prenotazione di tutti coloro che hanno problemi di accessibilità fisica, culturale ed economica. Troppi siti web non si sono per nulla adeguati alle esigenze di persone con disabilità, rendendo molto complicata l’accessibilità. IMolte strutture hanno sostituito i dispositivi utilizzato nei musei con App installabili sugli smartphone, escludendo però così chi non ha un telefono o ne possiede uno vecchio. Le audioguide e le mappe tattili restano poi inaccessibili a chi è affetto da una disabilità visiva.

Cosa prevedono i musei del futuro?

Il digitale si è rivelato però uno strumento fondamentale per la fruizione museale, dunque un vero e proprio elemento chiave per la nostra contemporaneità. Grazie alla digitalizzazione o musei conoscono e scambiano delle esperienze online di incontri aperti al pubblico. Il digitale è infatti un mezzo innovativo per formulare domande al pubblico e raccogliere le risposte ricevute. Il museo come entità culturale non sta finendo: si sta semplicemente adattando al contesto, cambiando la sua forma di fruizione. Il digitale è il modo migliore che abbiamo oggi per veicolare le informazioni del museo stesso, il cui compito è chiaro: stimolare l’economia e mettere al centro la cultura.

Prima del Covid i mezzi utilizzati dai musei erano device piuttosto tradizionali come audioguide, videoguide e sistemi radio. Ma nell’ultimo anno e mezzo hanno riscosso parecchio successo app e web app. Lo sviluppo tecnologico, dovuto alla pandemia, ha offerto l’opportunità di utilizzare strumenti, che almeno in Italia, non era stati testati abbastanza, nonostante la larga richiesta da parte di molti clienti. Questi hanno avuto modo di provare nuove tecnologie che divulgano contenuti tradizionali in un modo piuttosto innovativo, aggiungendo contenuti visivi, strumenti di marketing e comunicazione.

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Guida digitale del Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria

Resta la richiesta della tecnologia tradizionale?

Ma perché, nonostante le innovazioni tecnologiche, la tecnologia tradizionale continua a essere richiesta da molti? La tecnologia tradizionale, nonostante tutto, non viene mai sostituita perché il pubblico che frequenta i musei, che partecipa a mostre ed eventi culturali, è molto eterogeneo. Questo gruppo comprende persone di età differente, con un approccio ovviamente diverso alla tecnologia e al mondo culturale.

Dunque, il mondo digitale e l’informatica hanno rappresentato una vera e propria soluzione fondamentale per la fruizione museale. Abbiamo sottolineato come sia cambiato il modo di comunicare dei musei, le innovazioni introdotte ma allo stesso tempo anche i problemi causati. Il digitale è stato apprezzato da molti, ma non proprio da tutti. Nonostante alcune recensioni negative, sarebbe impensabile non sostenere che il mondo digitale, negli ultimi due anni, sia stato la salvezza del settore culturale. Ad oggi, il digitale ha salvato l’arte!


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