La notte d’Europa è cominciata. Dopo settant’anni di pace nel cuore del Vecchio Continente scoppiano nuove bombe, lanciate, ancora una volta, a fini di conquista e sottomissione. Miliardi di persone si stringono attorno a Kiev e osservano sgomente le immagini dal fronte, aggiornando più spesso del solito le pagine di informazione sul web, guardano con più attenzione i telegiornali, recandosi con più assiduità in edicola. Le immagini della notte d’Europa rimbalzano da una rete all’altra e tutto il mondo le osserva, avido di saperne di più.
Che con i nuovi mezzi di comunicazione il mondo si sia rimpicciolito non è certo una novità: le notizie circolano da un capo all’altro del pianeta in pochi secondi e permettono a miliardi di cittadini di essere sempre aggiornati sugli sviluppi della politica mondiale. Ora più che mai l’informazione gioca un ruolo fondamentale nelle vite della popolazione, mezzo imprescindibile per poter accedere alle ultime novità. Ma l’informazione è uno strumento di grande potenza da maneggiare con cura e professionalità. Invece sempre più spesso e sempre con maggiore facilità si vedono circolare notizie false, sul fronte di guerra e non solo, che confondono i cittadini arrivando anche a sfiorare l’incidente diplomatico.
Tra informazione e propaganda
In questi ultimi giorni il bisogno di tenersi informati è stato avvertito con chiarezza da molti. Come spesso accade, le brutte notizie riescono ad accendere nei cittadini un’interesse per la politica internazionale che raramente viene coltivato quotidianamente.
L’importanza di un’informazione facile ed accessibile è stata quindi messa in luce dagli ultimi, tragici avvenimenti. L’impatto che i media e le notizie dal fronte possono avere sulla popolazione è perfettamente chiaro anche al governo russo, il quale si serve anche di messaggi propagandistici e notizie manipolate per indebolire la posizione internazionale dell’Ucraina. Così è accaduto il 18 febbraio, quando è stato condiviso su Telegram un video di sabotatori polacchi pronti a far saltare in aria una riserva di cloro a Horlivka, nel territorio sotto il controllo dei separatisti dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk. Il tentativo di Mosca era quello di creare un casus belli ad hoc per muovere guerra contro l’Ucraina. Il video si è poi dimostrato un falso.
Il valore dell’Informazione
Un attacco di Anonymus, famosa organizzazione internazionale di hacker, alle reti televisive russe ha permesso alla verità del conflitto di venire a galla in alta definizione. Il 27 febbraio infatti i canali nazionali della Russia hanno mostrato le immagini delle reali condizione degli assediati, senza filtri di propaganda o con il condimento mistificatore della politica: solo nude immagini, a dimostrazione di tutta la crudeltà dell’attacco.
Ma l’informazione può anche essere usata impropriamente, diffondendo notizie false o non ben verificate che mietono vittime anche ai più alti livelli della diplomazia. È quello che accaduto negli ultimi giorni proprio al nostro Paese, accusato falsamente di aver richiesto l’esonero dei beni italiani di lusso dalle sanzioni contro la Russia. Fonti da palazzo Chigi e dall’Unione Europea hanno poi smentito la notizia, affermando come l’Italia si sia unita fin da subito al coro europeo che richiedeva sanzioni economiche contro il Cremlino.
Un videogioco al posto delle immagini dal fronte
In lontananza si vedono partire dei missili verso il cielo, è buio, si percepisce appena il profilo dei palazzi alle spalle dei quali tempesta la guerra più giovane del mondo. A fianco di queste immagini si trova un secondo video che inquadra un reporter intento ad informare la popolazione sul conflitto tra Russia e Ucraina. Poche ore più tardi arriva la smentita: le immagini dei bombardamenti non sono reali, si tratta di fotogrammi presi dal videogioco War Thunder.
Non si tratta di uno scherzo, né dell’errore fuorviante di un qualche youtuber che si improvvisa reporter: le immagini sono andate in onda il 24 febbraio durante un’edizione del TG2, in una delle più importanti e riconosciute fonti d’informazione italiane.
I nuovi attori dell’informazione
Negli ultimi giorni abbiamo visto moltiplicarsi le possibilità di raggiungere facilmente notizie dal fronte. Molte le pagine sui social che hanno abbandonato la loro consueta missione ricreativa per dedicarsi alla diffusione di contenuti relativi alla guerra, seguendo il nuovo interesse dell’audience. Allo stesso tempo gli account di informazione (Factanza, Will, Torcha per citarne alcuni) hanno intensificato le loro pubblicazioni, permettendo ad un larghissimo numero d’utenti di raggiungere con estrema facilità le informazioni richieste. Non c’è nemmeno bisogno della fatica di digitare sulla tastiera del proprio telefono, basta un click sull’icona di Instagram e si sarà sommersi da tutti gli aggiornamenti dal fronte.
Il paradosso dell’affidabilità
Chi sono questi nuovi attori dell’informazione? Da dove traggono il materiale che condividono? Possiamo fidarci? Pensando ai dubbi mezzi di verifica che queste pagine possiedono, alla rapidità con cui le news vengono lanciate, alla brevità delle comunicazioni che non approfondiscono adeguatamente alcuni temi fondamentali la risposta a queste domande potrebbe tranquillamente essere un secco no.
Eppure a ben vedere queste pagine, che appaiono così lontane dai limiti dell’informazione istituzionale, riescono a rendere conto degli sviluppi del conflitto con grande costanza e puntualità, addirittura senza confondere immagini di un videogioco per bombardamenti sull’Ucraina. Non solo: molto spesso accade che le stesse notizie che rimbalzano in queste pagine raggiungano i loro iscritti prima degli articoli lanciati dai più accreditati media internazionali.
Giusto per fare un esempio:
Notizia delle ore 10:26 del 27 febbraio sul gruppo Telegram «Guerra totale»:
«Putin sospeso dalla carica di presidente onorario della Federazione Internazionale Judo»
Ansa, ore 10:46, 27 febbraio:
«La Federazione internazionale di judo ha “sospeso” il presidente russo Vladimir Putin dalla sua carica di presidente onorario dell’organismo. Come è noto, Putin è un grande appassionato di questo sport».
Il compito del pubblico
Senza dubbio i casi di fake news sono presenti e ben documentati nei social e non occorrono certamente le notizie sulla guerra ucraino-russa per ricordarcelo. Ma è chiaro come ormai i casi di mala-informazione si verifichino in modo preoccupante anche nelle fonti più sorvegliate e riconosciute.
Evidentemente orientarsi in questo caotico mondo dell’informazione in continuo aggiornamento e con voci sempre nuove che si evolvono con grande velocità non è affatto facile. Oltre che sulla professionalità dei giornalisti, che dovrebbero svolgere il controllo delle proprie fonti con tutta l’attenzione richiesta dalla loro deontologia, l’accento dovrebbe essere posto anche sull’alfabetizzazione del pubblico nella fruizione delle notizie.
La fiducia è certamente il primo elemento per costruire un qualsiasi rapporto comunicativo e non può venire meno quando si tratta di recepire informazioni impossibili da verificare personalmente come quelle che provengono da chilometri di distanza da noi. Dall’altra parte è bene non dimenticare che la rapidità con cui le notizie vengono presentate e la loro massiva quantità non sempre consentono i dovuti controlli.
Saper problematizzare la notizia, confrontare più fonti d’informazione, seguire gli sviluppi della stampa nel corso del tempo, valutare con attenzione le proprie fonti potrebbero essere i primi, vincenti ingredienti per non smarrirsi nella fitta giungla di news che pervengono ogni giorno da ogni angolo del mondo. In questa incalzante attualità, sempre più complessa e multiforme, il pubblico è dunque chiamato ad uscire dalla sua consueta passività per poter fino infondo comprendere il panorama informativo e non accontentarsi di un’informazione pressapochista e inesatta.