Gli effetti degli interferenti endocrini sulla salute

Gli interferenti endocrini (EDC dall’inglese Endocrin Disruptors Chemicals) sono sostanze chimiche, di origine naturale sia artificiale, che hanno la proprietà di interagire con il sistema endocrino. Questi possono agire come agonisti o come antagonisti degli ormoni, possono mimarne l’azione e interagire coi recettori. Diverse ricerche mostrano che gli EDC influiscono su obesità, diabete, tumori ormono-sensibili, disfunzioni tiroidee e sulla fertilità. I loro effetti negativi sull’apparato riproduttore includono: problemi di fertilità maschile e femminile, anormalità nel ciclo mestruale, senescenza precoce e altre patologie.

Effetti sull’apparto riproduttore maschile

Diversi studi sembrano suggerire una correlazione fra l’esposizione agli EDC e anomalie dell’apparato riproduttivo. Sembra in oltre che una minore qualità dello sperma sia associata a una maggiore incidenza delle seguenti patologie: criptorchidismo, ipospadia e cancro ai testicoli. Quest’ultime, raggruppate sotto il nome di TDS (sindrome da disgenesia testicolare), sembrano determinate da un’interruzione intrauterine dello sviluppo dei testicoli a causa dell’esposizione agli EDC.

In particolare alcuni esperimenti condotti sugli animali suggeriscono che gli ftalati e il vinclozolin (entrambi EDC) contribuiscano allo sviluppo dell’ipospadia, la cui incidenza è aumentata negli ultimi decenni. Per quanto riguarda il criptorchidismo, che è uno dei principali fattori di rischio per il cancro ai testicoli, sembra che l’esposizione tramite allattamento a eteri bifenili polibromurati (PBDE) o l’esposizione ad analgesici blandi (per più di una settimana) durante la gravidanza sia correlata a una maggiore incidenza di questa patologia.

Uno studio recente ha dimostrato la correlazione fra l’esposizione materna agli EDC, in particolare pesticidi e fitoestrogeni, e un livello più basso di testosterone, una maggiore incidenza di anomalie riproduttive fra cui l’ipospadia e una minore lunghezza del pene nella prole.

Effetti sull’apparato riproduttore femminile

Per quanto riguarda l’apparato femminile gli effetti sono molteplici e includono: scarsa salute follicolare ovarica, riduzione della fertilità, riduzione della produzione di ormoni steroidei ovarici, senescenza precoce, esiti avversi della gravidanza, struttura dell’utero alterata, endometriosi, alterazione della steroidogenesi ovarica, pericoli per la salute degli ovociti, una maggiore incidenza di carcinoma a cellule squamose uterine, una maggiore infiammazione uterina e fibromi uterini.

Per esempio, esperimenti condotti su modelli animali suggeriscono che l’esposizione ai pesticidi comprometta la salute follicolare ovarica, riduca la fertilità e diminuisca la produzione di ormoni steroidei ovarici. L’esposizione ai pesticidi è inoltre correlata a una senescenza precoce dell’apparto riproduttore.

Un’altra categoria di sostanze da cui guardarsi sono i metalli pesanti  la cui assunzione passa principalmente da cibo, aria e acqua contaminati, sigarette, bevande alcoliche e supplementi dietetici. Fra i metalli pesanti i più diffusi nell’ambiente e, talvolta, nel cibo sono: arsenico, piombo e mercurio (la cui assunzione è legata in gran parte al consumo di pesce contaminato). Fra gli effetti principali dei metalli pesanti sull’apparato riproduttore femminile troviamo: scarsa salute follicolare, ridotta fertilità e un incremento degli esiti avversi della gravidanza.

Diffusione degli interferenti endocrini

Negli ultimi anni si stima che la presenza di EDC sia molto aumentata con effetti sulla popolazione umana e sulla fauna selvatica. Due principalmente sono i problemi legati alla diffusione di queste sostanze. Il primo è la loro persistenza nell’ambiente e dunque la capacità di perpetuarsi lungo la catena alimentare. Il secondo è la loro presenza in cibi che consumiamo quotidianamente e in prodotti d’uso comune dagli imballaggi alimentari ai pesticidi, dai cosmetici ai prodotti per l’igiene personale.

A seguito, riportiamo un elenco dei prodotti che potrebbero contenere interferenti endocrini. Cominciando dai prodotti alimentari troviamo: pesci grassi (diossina), latte e suoi derivati (diossina e, se prodotti a livello industriale, policlorobifenili), pesce prodotto a livello industriale (policlorobifenili), uova prodotte a livello industriale (policlorobifenili), carne alla griglia e prodotti alimentari affumicati (idrocarburi policiclici aromatici) e prodotti ortofrutticoli o confezionati in plastiche e pellicole (alchilfenoli).

Anche alcuni prodotti non alimentari come i cosmetici (perfluorato, octilfenolo, nonifenolo, alchilfenoli), detersivi e prodotti per la pulizia (octilfenolo, nonifenolo) presentano numerosi EDC. Possiamo inoltre trovare gli ftalati nel cloruro di polivinile, nei cartoni per cibi da asporto e negli smalti per unghie. Il perfluorato nelle materie plastiche. Il bisfenolo A nei giocattoli, nelle attrezzature sportive, nei rivestimenti delle lattine e nelle lenti per occhiali. Gli alchilfenoli nello shampoo e negli spermicidi. L’acido perfluoroctanico in teflon, pentole e padelle antiaderenti. Gli idrocarburi policiclici aromatici nei gas di scarico e nel fumo di sigaretta.

Consigli utili

Ci sono molti modi per limitare l’assunzione di interferenti endocrini. Si parte dalla scelta del cibo da consumare, sono da preferire i prodotti freschi, possibilmente locali, preferendo l’agricoltura biologica a quella industriale; nel caso non si disponga di cibi freschi sono da preferire i surgelati, soprattutto se non sono imballati in plastica, ai cibi in scatola. Da evitare i prodotti alimentari industriali (specialmente se fritti o affumicati a livello industriale) poiché hanno subito molte lavorazioni e trasformazioni e hanno una grande concentrazione di additivi, proprio per questo sarebbe opportuno controllarne l’etichetta prima dell’acquisto. Sono inoltre da evitare i cibi carbonizzati.

In cucina sarebbe bene utilizzare il meno possibile contenitori di plastica sostituendoli con altri in vetro o in ceramica e, nel caso, non riutilizzare i contenitori monouso o usurati, prestando inoltre attenzione alla loro idoneità alle alte temperature. Bisogna pure evitare di utilizzare pentolame e utensili antiaderenti se il rivestimento è logoro; è altrettanto importante utilizzare gli involucri per il cibo (alluminio, carta oleata e simili) con attenzione e in conformità alle indicazioni fornite dall’etichetta.

Passando poi all’igiene personale e ai cosmetici è importante fare attenzione alla composizione chimica dei prodotti, leggendone le etichette e preferendo prodotti biologici o naturali senza l’aggiunta di conservanti chimici. Per la pulizia della casa, invece, sono preferibili prodotti semplici come il bicarbonato. È parimenti opportuno utilizzare capi di abbigliamento di composizione accertabile, prestare attenzione alla stagnazione della polvere all’interno delle automobili pulendo regolarmente i filtri, limitare il fumo di sigarette, candele e incensi vari nei locali chiusi.

E infine la sana vecchia attività fisica, in particolare attività come camminare, correre, fare yoga, andare in bici o nuotare possono, favorendo la traspirazione corporea e la depurazione dalle tossine, essere un ottimo contraltare all’assunzione degli EDC.

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