Low Polygon: la tridimensionalità nella musica

Quando si parla di tridimensionalità non si è soliti associare questo concetto alla musica. I Low Polygon, invece, basano proprio su di esso il loro concept musicale, riproducendo in musica la sensazione che si ha nel tenere in mano un cubo.

Dopo aver presentato Demone e Come Sto, la band bergamasca torna con Ti comporti così, nuovo singolo che li avvicina all’EP in uscita nel 2022 via Radar Label & MGMT. Abbiamo avuto la possibilità di scambiare delle chiacchiere con Giorgio, Davide, Marco e Omar per capire bene il progetto Low Polygon e la tridimensionalità della loro musica.

Chi sono i Low Polygon?

I Low Polygon sono una band nata nel bergamasco nel 2018, inizialmente concepita come un progetto di musica elettronica. Nel tempo, però, hanno assunto la forma di un ibrido acustico/elettronico per poter essere portato sui palchi.

Il nome della band fa riferimento alla grafica tridimensionale – in particolare ai poligoni – con l’obiettivo di tradurre in musica la sensazione che si ha nel tenere in mano un cubo. Da un lato dinamiche nette e affilate. Dall’altro lato, loop sia nella musica che nei testi. Una tridimensionalità che vuole essere trasportata anche nel contesto live.

Il primo brano pubblicato dai Low Polygon è stato Ab nel 2019, seguito da Predatore Tu nel 2020. Nel 2021 arrivano Demone Come sto, su cui la band si è espressa così:

Demone è un brano che racconta da una parte una divisione tra due individui e dall’altra un flusso interiore distorto che porta ad un livello di astrazione incosciente e a tratti schizofrenico il protagonista.

Come sto è una risposta esagerata ad una domanda fastidiosa. Un brano che si cimenta nell’esplorare la ripetitività e la superficialità di una domanda disinteressata mentre si lascia trasportare dalle onde di tutto quello che ci sta dietro: tra vortici, valichi e te

Ti Comporti Così

A fine 2021, i Low Polygon hanno pubblicato il loro ultimo brano Ti Comporti Così (che puoi ascoltare su Spotify cliccando qui). Questo brano riesce perfettamente ad incarnare lo spirito low polygrazie al loop creato attraverso una strumentale estremamente spigolosa. Il testo, anch’esso spigoloso, grazie alla ripetizione continua del ritornello trasporta all’interno di un vortice ipnotico, interrotto solamente dalle due strofe, uguali tra loro. E’ evidente la matrice industrial del pezzo, con forti influenze post-punk, drum and bass e dance.

Riguardo il significato del brano, la band ha dichiarato:

“Come faccio a prendere le tue difese?” “Come faccio a prendere le tue distanze?”, insomma, come si fa a mantenere tutto sotto controllo, quando il controllo non dipende soltanto da noi? Non c’è una regola scritta, ovvio, e allora non rimane che “accendere il fuoco dentro” e aspettare che le risposte arrivino da un vortice di pensieri ad alta voce, da un monologo esistenziale sussurrato in una spirale di synth rafforzati da una batteria che, come un battito di cuore, rende tridimensionale la tensione

Quattro chiacchiere con i Low Polygon

Abbiamo avuto la possibilità di scambiare delle chiacchiere con i Low Polygon. Ecco cosa ha risposto la band alle nostre domande.

Ciao ragazzi, piacere di conoscervi! È da poco uscito il brano Ti Comporti Così e la prima domanda che vi pongo è: siete soddisfatti dal feedback ottenuto in questo breve periodo?

Per noi è un bel sollievo averla lanciata al mondo, è un brano a cui siamo molto legati perché incarna l’aspetto ossessivo e elettronico della band. Nell’ immediato è andata molto bene, ma sicuramente la cosa che ci preme di più è suonarla live e vedere l’effetto che fa.

Il progetto Low Polygon prende vita nel 2018 a Bergamo, come è nato nel concreto? Cosa ha portato a formare questo gruppo?

Ci conosciamo da tantissimo tempo, tant’è che suoniamo insieme da quando eravamo alle scuole medie. Low Polygon nasce come presa di coscienza di un percorso che stavamo inevitabilmente già prendendo, perché le canzoni che abbiamo iniziato ad arrangiare per il live rispettavano già le caratteristiche di quello che per noi è “low polygon” in musica. Di colpo, un brano che ora non esiste più chiamato appunto low polygon.mp3, è diventato il nome della band.

Come descrivete nella vostra bio, il nome Low Polygon fa riferimento alla grafica tridimensionale, con l’obiettivo di tradurre in musica le sensazioni al tatto date da un cubo. Potreste spiegare in modo molto semplice il concetto “low poly” dietro questa scelta ed effettivamente come volete tradurre tutto ciò in musica?

Hai detto bene, Low Polygon è un termine preso in prestito dal mondo della grafica 3D. Viene definito low poly un oggetto che contiene pochi vertici, quindi composto da spigoli affilati che per noi rappresenta visivamente quello che vogliamo portare in musica: dinamiche nette e affilate supportate da un robusto ambiente sonoro.

Nei primi due anni di vita del progetto, almeno stando a quanto pubblicato su Spotify, avete pubblicato poco. A cosa è dovuta questa scelta? È servito a voi per creare un sound riconoscibile nel panorama italiano?

Come band esistiamo da un po’, ma non abbiamo subito iniziato a pubblicare brani. Ne abbiamo molti pronti per essere lavorati, ma creare una traccia per noi va di pari passo con l’approccio live. Il periodo iniziale ci ha permesso di concentrarci sulla musica live che è una componente per noi molto importante. Questo tempo di “incubazione” dipende sicuramente dal tipo di band e dal tipo di persone che la compongono. Noi siamo partiti suonando in un modo totalmente diverso da quello attuale e dedicare tempo a questa evoluzione è stato per noi fondamentale.

Per voi il testo ha un’importanza quasi al pari della musica stessa. Non pensate che per il genere che fate, i vostri testi possano venir presi in maniera troppo superficiale rispetto al carico che voi date?

Se devo essere sincero non mi interessa troppo, parto dal presupposto che per me ci vuole più coraggio nel ripetere due cose in modo ossessivo che cantare “il cielo azzurro sembra limpido e regale”. Un testo può sembrare superficiale per gli argomenti o può essere superficiale per come vengono trattati o entrambi.
Sono tutte cose che decide l’ascoltatore finale, dipende cosa risuona in lui: magari niente, magari tutto.

La vostra dimensione è quella live. Siete già riusciti a portare in giro per l’Italia i vostri pezzi? Se sì, qual è stata la risposta del pubblico? Se no, quando contate di riuscirci?

Nonostante questi periodi molto complessi per i live abbiamo avuto modo in passato di suonare in varie città italiane conoscendo un sacco di musicisti e persone fantastiche; abbiamo sempre avuto ottimi riscontri e non vediamo l’ora di poter tornare dal vivo con i nuovi brani.

Ultima domanda prima di salutarci. Nel 2022 è prevista l’uscita del vostro EP, potete anticipare qualcosa a riguardo?

Purtroppo non possiamo anticipare ancora nulla, ma se volete seguirci sveleremo tutto a tempo debito sui nostri canali social!

Se sei curioso di ascoltare i Low Polygon, puoi trovare in calce il loro canale Spotify.

 

Credits: per l’immagine di copertina si ringrazia Costello’s Records

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