Le disuguaglianze ai tempi della pandemia

“Pandemia della disuguaglianza”: questo il titolo dell’Oxfam in occasione dell’apertura dei lavori del World Economic Forum di Davos.

Pandemia della disuguaglianza

Stando alle statistiche nei primi due anni in cui l’emergenza Covid-19 ha stravolto la vita del mondo intero, i dieci uomini più ricchi del pianeta hanno più che raddoppiato i loro patrimoni. I cambiamenti economici però non hanno riguardato solo gli uomini più ricchi e infatti 163 milioni di persone sono cadute in povertà a causa proprio dell’emergenza sanitaria. Oxfam denuncia che in media ogni quattro secondi una persona nel mondo muore a causa della fame, della crisi climatica, della violenza di genere o della mancanza di accesso alle cure.

Un esempio tra tutti è quello di Jeff Bezos, il cui patrimonio ha raggiunto gli 81,5 miliardi di dollari, ovvero la cifra che servirebbe per vaccinare contro il Covid-19 tutta la popolazione mondiale per tre volte. In linea di massima, dall’inizio della pandemia ad oggi, più o meno ogni ventisei ore un nuovo miliardario si è unito a un’élite composta da 2.600 persone le cui fortune sono aumentate di 5.000 miliardi di dollari.

I cambiamenti economici di cui stiamo parlando hanno fornito una rilevazione secondo cui dieci persone nel mondo detengono una ricchezza sei volte superiore al patrimonio del 40% più povero della popolazione mondiale, composto da 3,1 miliardi di persone.

La situazione in Italia

Alla fine del 2020 il 10% degli italiani più ricchi possedeva oltre sei volte la ricchezza netta della metà più povera della popolazione. Durante il 2020 oltre 400.000 famiglie, per un totale di oltre un milione di individui, sono cadute nella povertà assoluta. Un disastro sociale contemporaneo dovuto alla pandemia e alle abitudini di consumo dell’era capitalistica, un cocktail che ha portato alla perdita inevitabile del potere di acquisto delle famiglie.

In Italia il 5% più ricco, sempre secondo Oxfam, deteneva alla fine del 2020 una ricchezza superiore a quella dell’80% della parte più povera della popolazione. Il numero di miliardari italiani della lista di Forbes è aumentato di tredici persone in più.

Si è presa consapevolezza della diseguaglianza in termini economici in Italia a metà degli anni ’90, quando ci si è resi conto che il 10% della popolazione possedeva la ricchezza che il restante 90% era costretta a distribuirsi le risorse rimanenti, oltretutto sempre in parti diseguali.

Chi è stato maggiormente colpito

La pandemia ha colpito in maniera più dura le donne, le quali hanno perso solo nel 2020 quasi 800 miliardi di reddito. A differenza dell’occupazione maschile che dà già segnali di ripresa, secondo la stima dell’Oxfam, nel 2021 ci sono 13 milioni di donne disoccupate in più rispetto al periodo pre-pandemia, in altri termini il 98% di chi ha perso il lavoro sono donne.

In un mondo del lavoro in cui la disparità di genere era già una criticità prima dell’emergenza sanitaria, la pandemia non ha fatto altro che aumentare il divario già esistente, rendendo vani o quasi i traguardi raggiunti fino ad ora.

Nello specifico l’Italia vanta una posizione molto vantaggiosa per quanto riguarda il discorso della parità salariale, conosciuto anche come Gender Pay Gap. Tuttavia se nel resto del mondo la problematica è quantificabile in un 20% di differenza salariale tra uomini e donne, la problematica italiana è quella della parità di occupazione tra uomo e donna. Infatti all’interno di un’azienda solo due su dieci dipendenti sono donne.

All’inizio del 2020 quindi prima dell’inizio della pandemia la stima era che le donne rappresentassero il 42% degli occupati complessivi del Paese e il tasso di attività femminile fosse del 56% contro il 75% degli uomini. Il 2020 ha solo fatto ulteriormente precipitare le cose.

Settore farmaceutico

Il settore farmaceutico è stato uno tra i settori più colpiti dall’incremento della ricchezza, realizzando utili per un valore di 1.000 dollari al secondo e facendo in modo che cinque persone diventassero miliardarie. Infatti allo scopo di aumentare la produzione dei vaccini i monopoli sono stati ottenuti dalle grosse case farmaceutiche: Pfizer, Moderna e BioNTech.

Allo stesso tempo però nemmeno l’1% dei loro vaccini ha raggiunto le persone nei Paesi a basso reddito. Infatti le persone che muoiono di Covid-19 nei Paesi in via di sviluppo è quasi il doppio rispetto a quella dei Paesi ricchi. L’Omg denuncia che in tali Paesi è stato vaccinato appena il 4,81% della popolazione.

Tensioni economiche e politiche

L’aumento delle disuguaglianze dipende anche dalle scelte politiche dei vari governi. L’emergenza sanitaria generata dal Covid-19 potrebbe rivelarsi un’occasione per adottare politiche più eque e inclusive.

Secondo Oxfam si potrebbe investire sulla copertura sanitaria gratuita in tutto il mondo, nell’istruzione e in altri servizi pubblici che potrebbero aiutare a ridurre il divario già esistente. C’è chi crede che la strada giusta sia incentivare le aziende senza concentrarsi sugli utili che potrebbero guadagnare gli azionisti, promuovere un programma di giustizia fiscale e frenare la produzione e il consumo al fine di fronteggiare la crisi climatica.

L’emergenza sanitaria ha avuto effetti peggiori nei contesti con disuguaglianze economiche importanti e dove la protezione sociale è pressoché nulla. Nel corso degli ultimi due anni è stato spesso identificato nella globalizzazione uno degli strumenti che con le sue dinamiche e la sua incisività ha agevolato la diffusione del Covid-19, ma non è possibile riflettere su questa dimensione socio-economica e valutare quanto sia stata determinante senza considerare anche il ruolo della tutela dei diritti del lavoro e dei diritti sociali.

Le persone meno abbienti sono più esposte a rischi di questo tipo sia per ciò che riguarda il piano economico sia quanto riguarda il welfare più in generale. Facendo una riflessione sugli effetti causati dal periodo di pandemia e sui cambiamenti economici verificatisi, ci si può rendere conto come, in maniera brutalmente lineare, i ricchi siano diventati ancora più ricchi e le persone con minori risorse economiche si siano ritrovate spesso, all’opposto, in una situazione di povertà peggiore.

La pandemia non sta facendo altro che allargare ulteriormente il divario già esistente, in una progressiva polarizzazione economica che implica un costo umano subito da chi già vive in condizioni di privazione.

Fonti:

Fanpage.it

Wired.it

Huffingtonpost.it

Ansa.it

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