Il XIX secolo è considerato uno dei secoli più prolifici dal punto di vista letterario, soprattutto grazie alla nascita del genere della modernità per eccellenza, il romanzo. Si può individuare un vero e proprio filone della letteratura che ha come nucleo l’adulterio, il mezzo con cui i protagonisti si illudono di sfuggire alla grigia malinconia quotidiana, ma che è invece destinato a portarli all’infelicità o a un esito tragico.
L’Ottocento: il secolo d’oro dell’adulterio
Nel suo celebre saggio L’amore e l’Occidente, Denis de Rougemont sottolinea come sia la dualità amore-morte a decretare il successo del genere romanzo, dal momento che un amore felice non permette che ci sia alcun intreccio o alcuna storia da raccontare. Rougemont afferma che, se si dovessero giudicare gli occidentali dalle loro letture, l’adulterio sembrerebbe essere una delle loro principali preoccupazioni. Lo stesso Émile Zola, in un articolo pubblicato nel 1891 su Le Figaro, si scaglia violentemente contro la legalizzazione del divorzio, sostenendo che questo avrebbe privato i romanzieri del loro terreno fertile.
Dunque, non stupisce che Emilia Fiandra definisca l’Ottocento “il secolo d’oro dell’adulterio”, essendo questo costellato da capolavori della letteratura mondiale che raccontano tradimenti memorabili.
Un topos letterario
Il tradimento è un topos letterario da molto prima che nasca il romanzo. È interessante rilevare che il genere antagonista per antonomasia del romanzo, l’epos, presenta uno dei tradimenti più leggendari: quello di Elena di Troia. Secondo il mito, la guerra di Troia raccontata nell’Iliade di Omero sarebbe stata dichiarata da Menelao, re di Sparta, a causa del tradimento della moglie Elena con Paride, principe di Troia. Dunque l’opera omerica, pietra miliare della cultura occidentale, ha come incipit proprio un adulterio.
Anche la tragedia classica ha una figura celebre – in questo caso vittima di un tradimento – in Medea, eroina della mitologia greca e protagonista dell’omonima tragedia di Euripide. Abbandonata dal marito Giasone per una nuova sposa, Medea sceglie di vendicarsi con violenza, uccidendo i figli avuti con Giasone, la nuova sposa Glauce e suo padre Creonte.
Spostandosi invece in area francese, il ciclo arturiano offre l’esempio di Lancillotto e Ginevra: il personaggio di Lancillotto compare per la prima volta nel romanzo Lancillotto o il cavaliere della carretta di Chrétien de Troyes, e la coppia, simbolo dell’amore cortese, è protagonista di una relazione illecita e tragica che porta alla distruzione di Camelot. La storia d’amore di Lancillotto e Ginevra è una delle più conosciute e amate della letteratura, talmente nota da essere stata ripresa da artisti e letterati: il caso letterario più celebre è senza dubbio quello del V canto dell’Inferno dantesco, dove il poeta fiorentino racconta l’amore di Paolo Malatesta e Francesca da Rimini, nato leggendo proprio le vicende di Lancillotto e Ginevra e destinato a finire tragicamente.
Johann Wolfgang von Goethe, Le affinità elettive
Le affinità elettive (Die Wahlverwandtschaften) è un romanzo di Johann Wolfang von Goethe pubblicato nel 1809. Il titolo riprende l’affinità chimica, definita “la proprietà di alcune sostanze di reagire tra loro formando composti nuovi”. Alcune sostanze hanno quindi la tendenza a legarsi con alcune piuttosto che con altre: Goethe applica le leggi della chimica alla psicologia degli esseri umani nel descrivere le relazioni fra le coppie descritte nel romanzo. Eduard e Charlotte sono una coppia di sposi, unita dalla comune condizione di vedovanza, che vive in un castello settecentesco dedicandosi al giardinaggio, alla lettura e alla musica. L’equilibrio della loro relazione viene spezzato quando decidono di accogliere in casa Ottilie, la giovane e affascinante nipote di Charlotte, e il capitano, un caro amico di Eduard. Se il mondo fosse prevedibile, la coppia Eduard (A) e Charlotte (B) resterebbe unita, mentre Ottilie (C) sarebbe attratta dal capitano (D). Ma, dal momento che il mondo non è affatto così banale, interviene la legge delle affinità elettive: A (Eduard) si avvicina a C (Ottilie), mentre Charlotte (B) si sente attirata da D (il capitano). L’aspetto interessante de Le affinità elettive, è che Goethe non risolve l’intreccio con un doppio tradimento: Eduard, sebbene farebbe qualsiasi cosa pur di avere Ottilie, è bloccato da anni di rinunce in nome della moralità, e Charlotte, donna ragionevole e giusta, non accetta di sposare il capitano se prima Eduard non sposa Ottilie. Il tradimento è, si potrebbe dire, “mancato”, perché non si concretizza mai. Il figlio di Charlotte e Eduard avrà misteriosamente le sembianze del capitano e di Ottilie, perché i coniugi stavano pensando a loro nel momento del concepimento, ma il tradimento è solo vagheggiato, mai consumato, e dona al romanzo un carattere sfuggente e ambiguo.
Gustave Flaubert, Madame Bovary
Madame Bovary, pubblicato nel 1856 a puntate sul giornale La Revue de Paris, è un romanzo di Gustave Flaubert e una delle più importanti opere della letteratura francese e mondiale. Charles Bovary, medico di provincia rimasto vedovo, si sposa con una ragazza di campagna, Emma Rouault, sempre immersa in romanzi d’amore e fantasticherie. Ben presto Emma si rende conto che la vita matrimoniale non assomiglia alle storie d’amore che tanto la appassionano, e che il marito, per quanto sia un uomo perbene, è terribilmente noioso. Inizia così ad accettare il corteggiamento di diversi uomini, dapprima di un giovane studente di giurisprudenza, Léon Dupuis, in seguito di un ricco proprietario terriero, Rodolphe Boulanger. Entrambi però la abbandonano e si rifiutano di prestarle il denaro per pagare i numerosi debiti che ha accumulato: disperata, Emma decide di togliersi la vita ingoiando una dose di arsenico.
Madame Bovary rappresenta il romanzo adultero per eccellenza, tanto da essere tacciato di immoralità: Flaubert in particolare fu accusato di incoraggiare l’adulterio, sebbene la morte di Emma sia stata vista come un castigo meritato per una donna eversiva che pensa solo a soddisfare i suoi piaceri. In realtà, Flaubert è molto attento alla condizione femminile, e la morte di Emma è da intendersi come un affrancamento dal suo stato di asservimento dettato dalla società borghese, che Flaubert tanto detestava.
Lev Tolstoj, Anna Karenina
Una storia per certi aspetti simili è quella di Anna Karenina, romanzo dello scrittore russo Lev Tolstoj pubblicato nel 1877. Come Emma, anche Anna non ha una grande stima per il marito, l’ufficiale governativo Aleksèj Aleksàndrovič Karènin, un uomo freddo e insignificante, finché a Mosca non conosce il conte Aleksej Vronskij, che si innamora perdutamente di lei. I due iniziano così una travolgente e illecita relazione, da cui nasce anche una bambina. Karènin all’inizio non dà molto peso alla loro frequentazione, ma nel momento in cui questa diventa sconveniente per l’opinione pubblica decide di ricattare Anna minacciandola di non farle più vedere il figlio Serëža. Nel frattempo, la relazione tra Anna e Vronskij si fa sempre più tesa, e Anna, umiliata per essere stata emarginata dalla società e convinta di non essere più amata dal conte, si suicida gettandosi sotto un treno. Oltre a essere uno dei capolavori della letteratura mondiale, Anna Karenina è anche uno spaccato sui costumi dell’aristocrazia russa ottocentesca, di cui evidenzia l’ipocrisia e la falsità: per Karènin infatti l’adulterio commesso da Anna è accettabile finché non diventa argomento di pettegolezzo, ossia finché non va a macchiare il nome della sua famiglia.
FONTI
Johann Wolfgang von Goethe, Le affinità elettive, Feltrinelli, 2013
Gustave Flaubert, Madame Bovary Einaudi, 2005
Lev Tolstoj, Anna Karenina, Einaudi, 2016