Siamo quello mangiamo. Fu la filosofia a regalare questa consapevolezza sull’alimentazione all’umanità e il XXI secolo sembra essere il momento più opportuno per metterla in pratica.
Alimentazione, Salute, Pianeta
La ricerca è stata condotta dalla EAT-Lancet Commission on Food, Planet, Health. La fondazione internazionale senza scopo di lucro e il suo team di trentasette scienziati provenienti da tutto il globo l’ha confermato: una dieta sana e disponibile per dieci miliardi di persone è possibile, ma con i giusti paletti.
Attraverso dettagliati studi alimentari gli esperti sono stati in grado di mettere per iscritto un piano d’azione dettagliato per scongiurare senza devastare la natura 11,6 milioni di morti causate da infarti, ictus e diabete.
Dieta dell’Antropocene
Nuova era geologica, nuove abitudini. Questo è quello che un team di scienziati si è prefissato di raggiungere entro il 2050. Attraverso un report, infatti, si sono premurati di elencare step e procedimenti utili per arrivare allo scopo. Senza concretezza si rischia di non raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) dell’ONU e l’Accordo di Parigi. Il mondo che andrà nelle mani delle future generazioni sarà danneggiato, colmo di malnutrizione e malattie prevenibili.
Più pericolosa del sesso non protetto e dell’alcol, una cattiva alimentazione incide notevolmente sulla mortalità dell’essere umano.
Produzione alimentare
La salute dell’uomo, però, non è la sola ad essere in pericolo. La produzione alimentare globale sta intaccando sempre di più sulla resilienza degli ecosistemi e se il cuore del pianeta viene meno, il degrado ambientale sarà pronto dietro l’angolo. Nonostante la produzione alimentare abbia tenuto il passo con la crescita mondiale, ancora 820 milioni di persone non dispongono di una quantità di cibo sufficiente e un numero ancora maggiore può procurarsi solo alimenti di scarsa qualità.
Ecco perché risulta fondamentale agire nell’immediato: il cibo, come suggerisce il report, è la leva in grado di migliorare le condizioni dell’uomo e del pianeta.
Cosa mangiare
Successivamente a una vasta mole di studi si è giunti alla conclusione: la dieta dovrà essere ricca di alimenti di origine vegetale al contrario del cibo di origine animale, che dovrà essere consumato in piccole quantità.
L’affermazione è stata formulata a seguito di prove scientifiche inserite all’interno di uno spazio sicuro per i sistemi alimentari. Gli obiettivi definiti da questo spazio riguardano l’assunzione di specifiche categorie alimentari al fine di migliorare la salute dell’uomo e di garantire una stabilità al pianeta Terra. Operare fuori dai confini, dunque, significherebbe accrescere dei rischi già esistenti e che diventerebbero irreversibili.
Obiettivi scientifici
Ma qual è, dunque, il compito di una dieta sana? L’obiettivo primario è quello di garantire il miglioramento della salute mentale, psicologica e sociale di chi ne fa uso. Eliminare le malattie è una mansione secondaria, che va a braccetto con l’upgrade del benessere psicofisico dell’essere umano.
Una dieta sana che può realmente aiutare dovrà presentare un apporto calorico ottimale. Quest’ultimo si può ottenere tramite l’assunzione, come precedentemente riportato, di una larga parte di alimenti di origine vegetale, affiancati da grassi insaturi. Da limitare sono i cibi di origine animale, i grassi saturi, i cereali raffinati e una quantità eccessiva di zuccheri.
È opportuno, però, ricordare che queste non sono altro che linee guida. Non tutte le popolazioni infatti ricavano sussistenza alimentare dalla stessa fonte ed ecco perché l’apporto tra carne e verdura deve essere valutato in base al singolo contesto.
Produzione alimentare sostenibile
I confini planetari però non si occupano solo del consumo. La produzione alimentare è il processo primario da cui si ricavano le risorse e non andare a migliorarne le condizioni comporterebbe l’annullamento dei benefici della dieta.
Il come è dettato dall’Accordo di Parigi che ha come focus quello di mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C e decarbonizzare il sistema energetico mondiale entro il 2050. Un primo approccio sarà quello di effettuare una transizione nell’agricoltura. La produzione mirerà a imporre al suolo la trasformazione da fonte di emissioni di carbonio a pozzo di assorbimento del carbonio.
Le cinque strategie
Un progetto così grande per essere applicato al meglio deve essere seguito nei minimi dettagli. Gli specialisti che si sono occupati del progetto si sono, infatti, premurati di elencare cinque strategie per espandere la consapevolezza di questa grande trasformazione alimentare.
Puntare a un coinvolgimento internazionale e nazionale per la transizione verso diete sane: meno animale più vegetale, questo è l’obiettivo. Per ottenerlo bisognerà fare in modo di rendere gli alimenti più accessibili con prezzi contenuti rispetto alle loro controparti non salutari e facendo leva sull’informazione della salute pubblica.
Riorientare le priorità agricole da una produzione di quantità a una produzione di qualità: i settori agricolo e ittico devono impegnarsi non solo a produrre una quantità di calorie sufficiente all’intera popolazione, ma devono anche essere in grado di preoccuparsi della salute dell’uomo in maniera sostenibile.
Intensificare in modo sostenibile la produzione alimentare per ottenere prodotti di qualità: il sistema alimentare globale necessita di una rivoluzione fondata sull’intensificazione sostenibile volta alla salvaguardia ambientale. Questo ridurrebbe del 75% le differenze di rendimento degli attuali terreni coltivabili.
Una governance delle terre e degli oceani solida e coordinata: questo significa nutrire la popolazione mondiale con terreni agricoli esistenti. Necessaria risulta l’istituzione di meccanismi di governance che volgano la loro attenzione a riforestare i terreni degradati. Da non dimenticare sono gli oceani. Assicurare una pesca che non vada a intaccare gli ecosistemi è di importanza primaria.
Ridurre almeno della metà le eccedenze e gli sprechi alimentari in linea con Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU: affinché il sistema alimentare possa operare in un sistema sicuro è opportuno ridurre le eccedenze alimentari sul piano della produzione. Migliorare le infrastrutture post-raccolto e l’imballaggio degli alimenti sono solo alcune delle azioni che si possono compiere per raggiungere l’obiettivo.
Conclusioni
Un approccio più consapevole nei confronti dell’alimentazione, dunque, non solo migliorerà la salute dell’essere umano, ma preserverà la nostra casa.
Per la prima volta un progetto presenta obiettivi sorretti da solidi dati scientifici quantitativi per diete sane e una produzione più sostenibile. La Commissione ha sottolineato più volte come adottare la dieta planetaria possa evitare il degrado ambientale e dunque richiede azioni rapide e multisettoriali.
Trasformare il sistema alimentare è un passo importante. Le continue manifestazioni lo dicono chiaro, l’alimentazione e la salvaguardia del pianeta sono argomenti che non andranno presto nel dimenticatoio.
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