La sessualità nel Medioevo tra fonti storiche e miniature

Quante volte l’opinione comune e l’immaginario collettivo ci hanno abituato a concepire il Medioevo come un periodo buio, oscuro e retrogrado? Ancora oggi l’aggettivo medievale è spesso utilizzato nel linguaggio quotidiano con un’accezione dichiaratamente negativa per designare atteggiamenti o modi di pensare che si suppongono retrogradi (“avere una mentalità medievale”).

Per converso, tuttavia, l’immaginario medievale trasmesso dalla cinematografia, dal pensiero romantico e dal fenomeno del medievalismo suscita frequentemente fascinazione e interesse verso un periodo percepito come lontano, remoto, distante dalla società odierna. Un periodo di solidi valori, giochi cavallereschi e guerre d’onore.

Ma stanno davvero così le cose? 

Tra storia, cinema e opinione comune

Come ha sottolineato lo storico medievista Giuseppe Sergi nel breve saggio divulgativo L’idea del Medioevo. Fra storia e senso comune (2005), l’immagine di Medioevo che si è affermata nell’opinione comune non corrisponde alla realtà, o comunque ne riflette solo una piccola parte. Essa è frutto di un’idea romantica del periodo, perorata e portata sul grande schermo dalla cinematografia occidentale, con poche brillanti eccezioni. Basti pensare alla più veritiera, sebbene grottesca, rappresentazione dell’immaginario sessuale medievale che ne ha tratto Pasolini nelle due pellicole Decameron (1970) e Racconti di Canterbury (1972), entrambe appartenenti alla Trilogia della vita. 

Dalla pellicola “I racconti di Canterbury” di Pier Paolo Pasolini (1972)

Se la percezione pubblica più estesa porta a concepire l’epoca medievale come una fase di regressione sarà ancora più difficile sforzarsi di immaginare la sfera sessuale nel Medioevo. L’uomo moderno è infatti abituato a proiettare le categorie mentali contemporanee sul passato e a vederne le evoluzioni come progresso: sarà quindi inevitabile pensare la sessualità del passato medievale come un tabù rigidamente controllato. A maggior ragione per un periodo così fortemente influenzato dal Cristianesimo.

Eppure, come gli studiosi insegnano, la storia non procede necessariamente per progresso. Al contrario, segue piuttosto un andamento oscillatorio, che presuppone momenti di vertice e momenti di picco. 

L’apertura della ricerca storica verso la dimensione sessuale

Per quanto concerne la sessualità, sarebbe sbagliato immaginare l’intera epoca medievale alla stregua di un periodo di rigoroso proibizionismo atto al controllo pervasivo della sfera sessuale degli individui. Anche l’epoca medievale, come tutte le epoche, ha vissuto momenti di castità e momenti disinibiti. Anzi, sotto molti punti di vista, la società medievale occidentale è stata tanto disinibita e libera quanto lo è la società odierna (pur con le dovute variazioni).

da un codice miniato del XIII sec.

Negli ultimi decenni si è riscoperto il lato libertino del periodo medievale, grazie soprattutto ai fondamentali contributi divulgativi di autorevoli storici: questi hanno progressivamente allargato gli orizzonti della ricerca storica anche agli aspetti più quotidiani e intimi del passato. Ne sono una conferma, per citare alcuni esempi, La voglia dei cazzi e altri fablieux medievali dello storico Alessandro Barbero, ma anche Cristianesimo, tolleranza, omosessualità. La Chiesa e gli omosessuali dalle origini al XIV secolo di John Boswell.

Sono queste tipologie di testi e ricerche che fino ad un secolo fa sarebbero stati impensabili e ritenuti improponibili nella ricerca storica istituzionale.

La sessualità nel Medioevo: tra divieti ufficiali e libertinaggi privati

L’idea di un Medioevo popolato da casti e pii individui, soggiogati dalla (presunta) moralità cristiana, è quindi frutto di una visione distorta, viziata ed erronea per la comprensione del periodo in questione e dell’essere umano stesso, uguale da 200.000 anni. Nel Medioevo, come oggi, il desiderio sessuale di uomini e donne era estremamente fantasioso. Non si parla soltanto di Tardo Medioevo, quello tramandatoci dalle licenziose novelle di Boccaccio o di Chaucer, ma anche dell’Alto Medioevo (VI-XI sec) e del Pieno Medioevo (XI-XIII sec.). 

Certo, nel periodo alto-medievale in Europa, a livello ufficiale, la religione cercò di disciplinare l’attività sessuale. Per esempio, tra il VI e il XI sec., si consigliava ai fedeli di intrattenere rapporti sessuali solo in determinati giorni e periodi dell’anno: erano ritenuti peccaminosi, e in quanto tali sconsigliati, se commessi nei venerdì, sabati e domeniche. Uomini e donne avrebbero poi dovuto astenersi dall’attività sessuale durante i 40 giorni prima di Natale e Pasqua, nonché nei giorni immediatamente successivi alla Pentecoste. 

Tutto questo, però, a livello ufficiale. Ma nella dimensione privata tutte queste prescrizioni erano rispettate? 

La Storia si compone infatti di un mondo ufficiale che emerge dalle carte e dai documenti pubblici (e che poi viene filtrato nei manuali scolastici come la “Grande Storia”), ma esiste anche il mondo quotidiano. Il mondo di uomini e donne comuni che si lasciavano andare nella loro intimità anche alle più sfrenate e insolite passioni sessuali, attestate dalle miniature dei volumi.

Le fantasie sessuali nelle testimonianze di Odone, abate di Cluny 

Paradossalmente, alcune delle più preziose testimonianze sulle fantasie e le pratiche sessuali diffuse tra la popolazione medievale (in questo caso francese), si trovano in alcune carte redatte dall’abate del Monastero di Cluny, Odone (878 ca. – 942). Nei sui scritti, l’abate riporta una lunga e dettagliata lista delle più diffuse (e secondo lui condannabili) pratiche sessuali: alcune di queste sarebbero deprecabili persino nella nostra società tanto disinibita e sessualmente libera.

Eccone alcune elencate dall’abate, riferite in questo caso alle donne:

Ti sei forse comportata anche tu come alcune donne che si fanno oggetti e altri marchingegni a mo’ di membro virile? Li hai adattati alle tue o altrui intimità per provare piacere con altre donnacce o esserne da queste posseduta? anche tu ti sei comportata come alcune donne che provano piacere da sole? Ti sei comportata come altre donne che, per soddisfare le loro pruriginose voglie, si uniscono fra loro per fare l’amore? Anche tu ti sei comportata come alcune donne che provano piacere sessuale ponendo il loro bambino sulle parti intime, quasi a mimare l’atto sessuale? Anche tu ti sei comportata come quelle donne che, stese sotto un animale, si servono di qualsiasi tecnica per avere con lo stesso un rapporto sessuale?

E poi prosegue:

Hai fatto quello che alcune donne hanno l’abitudine di fare, e cioè: prendono un pesce vivo e se lo introducono nel sesso fino a che esso non muoia, per poi cuocerlo e darlo da mangiare ai mariti [come filtro d’amore]. […] Hai bevuto del sangue o del seme di tuo marito, affinché lui ti ami di più? Fatto quello che alcune donne hanno l’abitudine di fare, e cioè: si stendono bocconi a terra con le natiche scoperte e ordinano che si faccia il pane sui loro fianchi nudi; poi, cotto quel pane, lo danno da mangiare ai mariti, perchè le amino di più?

L’omosessualità nel Medioevo

Tra le sue pagine, l’abate Odone ne dedica diverse anche all’autoerotismo e all’omosessualità maschile, scrivendo:

Hai forse avuto rapporti omosessuali? hai esercitato la sessualità con un maschio, mimando, come fanno alcuni, l’atto sessuale fra le sue cosce? Ti sei dato all’onanismo reciproco, fino all’appagamento sessuale? Hai forse ricercato la soddisfazione sessuale servendoti di una cavità lignea o altro? hai avuto rapporti contro natura, unendoti ad un maschio o addirittura con animali, quali cavalle, giovenche o asine? 

E poi conclude asserendo:

…un maschio nitrisca di voglia per un maschio… Questo è più grave dello stupro.

Tra le parole di Odone traspare una decisa condanna all’omosessualità. Tuttavia è bene tenere a mente che questo corrisponde solo al suo personale punto di vista, religioso e non generalizzatile all’intero occidente medievale.  

Al contrario, un autorevole storico come John Boswell, nel suo volume Cristianesimo, tolleranza, omosessualità. La Chiesa e gli omosessuali dalle origini al XIV secolo, ha dimostrato come, nei primi dodici secoli del Cristianesimo (ossia fino al XII sec. e anche oltre), non vi sia mai stata alcuna condanna teologica dell’omosessualità maschile e non furono mai adottate dalla Chiesa attività di repressione giudiziaria. Lo stesso Boswell ha anche scoperto che nell’XI secolo vi fu una vera e propria esplosione – soprattutto in Francia – di un filone di letteratura erotica omosessuale.

Ancora una volta, dunque, gli amanti del Medioevo cinematografico, buio e retrogrado, rimarrebbero delusi di fronte alle risultanze della ricerca storica, soprattutto in ambito sessuale.


FONTI

Zhistorica

Giuseppe Sergi, L’idea di Medioevo. Fra storia e senso comune, Torino, 2005

CREDITS

Copertina

Immagine 1

Tutte le miniature da YT

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.