“Vivi. Muori. Ripeti.” Lo ricordavo diverso Edge of Tomorrow. Che fine ha fatto Tom Cruise? Ah, non è quel film lì? Scusate.
Seduti sul divano a spulciare il catalogo Amazon Prime Video, sicuramente vi sarete imbattuti in Boss Level e guardando il trailer vi sarete detti: “Mmm questo film mi sembra di averlo già visto”. Non avete tutti i torti. Le basi su cui poggia l’intera trama sono quelle basilari di un qualsiasi action movie americano degli ultimi vent’anni. C’è un ex militare, che chiaramente ha qualche sorta di lontana parentela con Rambo o John McClane, a cui è sconsigliabile rovinare la giornata, ma il cattivo di turno non lo sa e quindi lo trascina all’interno del suo piano per il dominio del mondo solo per farsi rovinare la festa. Fine.
Siamo difronte quindi all’ennesimo rifiuto action per riempire il catalogo streaming? Possiamo tranquillamente dire di no. Boss Level possiede un punto di forza cruciale per il genere a cui appartiene: riesce ad intrattenere.
Non mollare Roy!
Roy Pulver si sveglia e da subito deve fare i conti con un machete che gli passa a pochi centimetri dalla testa. È il “Ben Alzato” del Signor Buongiorno, soprannome dato da Roy stesso al killer in giacca e cravatta che ogni mattina tenta di ucciderlo nella propria stanza. Stanza che di lì a poco verrà crivellata di colpi da un elicottero armato di minigun, che, ogni mattina, il veterano delle forze speciali è costretto a dirottare per poter proseguire la giornata. Purtroppo la mattinata non è destinata a migliorare. Il seguito è un insieme di inseguimenti in auto, lanciagranate, e assassine asiatiche armate di spada pronte a collezionare la sua testa. Ogni mattina. Sempre allo stesso modo. Arrivate le 12:45 in qualche modo il povero Roy morirà e tutto ricomincerà da capo. Questo perché l’ex soldato si ritrova intrappolato in un loop temporale senza via d’uscita.
A sbattercelo dentro senza un briciolo di cortesia è stata Naomi Watts nei panni di Jenna, la sua ex moglie, al lavoro per conto di un misterioso ente governativo sullo Spindle Osiris, un sistema capace di alterare il continuum spazio-temporale. A capo di questa organizzazione senza scrupoli troviamo Ventor, interpretato da Mel Gibson, che da buon cattivo che si rispetti possiede un piccolo esercito di tirapiedi e sicari che mette sulle tracce di Roy per eliminarlo dall’equazione. Roy a suon di tentativi e morti improbabili dovrà farsi largo tra le maglie del loop per salvare le sorti del mondo, recuperare il rapporto con suo figlio e Jenna e, magari, tornare ad una normalità in cui svegliarsi al mattino non debba obbligatoriamente corrispondere ad un machete conficcato nella testata del letto.
Respawn and Retry
La sensazione di déjà-vu che si può avere guardando Boss Level, dopo aver visto Edge of Tomorrow, è molto forte. La dinamica di morte e rinascita del protagonista all’interno di un loop temporale non rappresenta un elemento di innovazione nel panorama dei film action, anzi. Tuttavia sono il taglio dato alla pellicola e la caratterizzazione del protagonista a rappresentare dei valevoli elementi di svolta.
Il film sin dai titoli in 8 bit rende evidente la propria ispirazione videoludica. Proprio la dinamica del “Try. Die. Respawn” è la colonna portante della storia di Roy, che talvolta si abbandona all’esasperazione del fallimento come un qualsiasi giocatore dinnanzi ad un nemico troppo complicato all’interno di un videogioco. Questo mondo, in particolare l’analogico piuttosto del digitale, racchiuso all’interno di una vecchia sala giochi sotterranea, sarà anche l’elemento di contatto che unirà nuovamente la vita del veterano con quella del figlio mai davvero conosciuto, con il quale, tra una morte e l’altra, costruirà un rapporto affettivo partendo da una partita a Galaga.
Frank Grillo nelle vesti esasperate del povero Roy è poi la nota più dolce del film. Un film d’azione che si rispetti da sempre ha bisogno di un protagonista carismatico, con la giusta verve comica e con la capacità di trascinare di forza lo spettatore al suo fianco al centro dei conflitti a fuoco. Grillo riesce magnificamente nell’impresa e colma le lacune di un film che ovviamente non è un capolavoro con le sue doti attoriali e con una personalizzazione del personaggio degna del miglior Bruce Willis in Die Hard o dello stesso Mel Gibson, che qui al contrario appare un po’ fiacco come villain, in Arma Letale. Armato fino ai denti quando serve, spregiudicato e dotato della giusta pungente ironia, Roy Pulver è il protagonista giusto, nel loop giusto.
Divertimento da cabinato
Boss Level è un film che non ha pretese da blockbuster di cartello eppure riesce in quello che da sempre è l’obiettivo dei film d’azione, ovvero intrattenere lo spettatore gettandolo in un vortice di eventi al cardiopalma. Il regista Joe Carnahan lo ha descritto come un “Ricomincio da capo d’azione” e tale descrizione risulta perfettamente calzante. I toni da commedia vivono nel sarcasmo con cui Roy affronta ogni maledetta giornata ed ogni insopportabile morte e sono il giusto accompagnamento per il disegno videoludico su cui la pellicola costruisce il proprio sviluppo. Per gli amanti del genere Boss Level è sicuramente un buon film con cui passare una serata sul divano senza timore di addormentarsi.