È di poche settimane fa la notizia che scuote, ancora una volta, il mondo a proposito dell’immigrazione. Alle porte del 2022 il problema dell’immigrazione pare ancora molto lontano dalla soluzione. Altri soprusi, altri morti, eppure il mondo non se ne cura abbastanza da fermare un sistema che non può che essere definito ingiusto. Quando si parla di immigrazione si tende a pensare al Mediterraneo come epicentro dei fatti, in realtà la problematica pervade il mondo intero, anche il Centro-Sud americano.
Il fatto
I numeri, come spesso accade, non sono molto chiari, di certo c’è che dalle cinquanta alle centodieci persone sono mancate in un incidente. Si tratta di migranti, nascosti all’interno di un camion merci. Il mezzo stava attraversando il Chiapas, Stato del Messico meridionale. Probabilmente, e secondo la testimonianza di alcuni presenti, il veicolo aveva affrontato una curva in maniera troppo veloce, finendo per colpire un muro. Le conseguenze sono state degne di una delle peggiori stragi. Oltre ai morti, molti feriti.
Il Chiapas
Il Chiapas, come detto, è uno Stato del Messico meridionale. È molto noto in quanto zona trafficata dai migranti, perlopiù sud e centro americani, che cercano di raggiungere gli Stati Uniti. Tutto il Messico, in realtà, è al centro di una crisi importante per quanto riguarda l’immigrazione. Secondo alcune fonti le autorità avrebbero trovato quasi 230.000 migranti clandestini, rispedendone indietro 82.000. Inoltre, le richieste di ospitalità nel Paese sono triplicate.
Il Guatemala
Alvaro Montenegro, dirigente di Alianza por las reformas dichiara:
Il governo del Guatemala tergiversa sulla questione dei militari alla frontiera, probabilmente negoziando qualcosa in cambio con gli Stati Uniti. Intanto però il Governo di Joe Biden individua la corruzione come una delle cause principali della migrazione, e questo non può che preoccuparli.
Insomma, Stati Uniti, Messico e Guatemala si stanno accordando e, secondo Jan Paski, portavoce della Casa Bianca, l’idea è quella di intervenire pesantemente con gli eserciti dei Paesi, in modo da controllare e regolamentare l’immigrazione. In realtà, almeno per ora, i governi negano di avere un accordo, anzi, Alejandro Gianmattei, Presidente del Guatemala, ha dichiarato che i militari inviati per il controllo sono lo stesso numero inviato già tempo fa.
La negoziazione
Manca dunque chiarezza in merito alla situazione. Il governo americano afferma che il Guatemala ha preparato dodici centri per il controllo dell’immigrazione, mentre Gianmattei nega. Probabilmente, come suggerisce di nuovo Montenegro, lo Stato centro-americano sta temporeggiando nell’assunzione di una posizione netta poiché in trattativa con Washington e forse col Messico.
La posizione del Governo USA
Joe Biden, Presidente degli USA, ha espresso il suo parere in merito alla questione migranti tra Guatemala, Messico e USA. Sostanzialmente, l’inquilino della Casa Bianca individua nella corruzione all’interno dei Paesi centro e sud americani il motore del flusso migratorio. Per avvicinarsi alla tematica, è stato annunciato un viaggio di Kamala Harris, vice-presidente USA, in Messico e Guatemala.
L’idea di Alvaro Montenegro
L’attivista Alvaro Montenegro non ha alcuna paura di esporsi e così critica il Governo guatemalteco, definendolo, per così dire, statico. “Non si sta impegnando minimamente – dice Montenegro – prova ne è il fatto che all’unica magistrata che ha lottato contro la corruzione nel nostro Paese, Gloria Porres, è stata impedita la riconferma come esponente della Corte de Costitucionalidad, l’organismo più alto della giustizia guatemalteca“. L’attivista conclude il suo discorso con una riflessione in cui afferma la necessità di controllare il flusso migratorio tra Guatemala e Messico, ma sottolinea anche l’occorrenza di una politica atta all’annientamento della corruzione, che è fattualmente presente all’interno dello Stato.
Honduras e Guatemala
Oltre al Messico, la situazione non è per nulla tranquilla nemmeno tra Honduras e Guatemala. I migranti giungono dal primo Paese con la speranza di attraversare il secondo, per raggiungere i tanto anelati Stati Uniti. Il fatto è che la polizia guatemalteca attacca queste persone, spesso utilizzando anche la forza. In tal senso, è stato esemplare il caso di un anno fa, quando persino la commissione per la tutela dei diritti umani in Guatemala si è dichiarata preoccupata per l’utilizzo della forza da parte dei migranti. Spesso, per altro, i migranti sono donne incinte o minori.
Il muro tra Messico e USA
Si è parlato dunque di accordi tra USA, Messico e Guatemala, in merito al tema dei migranti, eppure, quando si parla di questo e vengono menzionati USA e Messico, il primo pensiero va al celeberrimo muro che divide gli Stati Uniti del sud e il Messico. Molto noto per la propaganda che ne ha fatto Donald Trump durante il suo periodo di presidenza, il muro ha una storia ben più lunga.
La costruzione del famigerato muro USA-Messico ebbe inizio nel 1994, con il progetto di Bill Clinton. Geroge W. Bush, nel 2006, dopo l’approvazione del Senato americano, con voti favorevoli di Barack Obama e Hillary Clinton, si impegnò per l’allungamento della barriera.
Facile pensare solo a Berlino. In realtà, proprio nei super democratici Stati Uniti, città di confine vennero divise in due, proprio negli anni della Berlino est e ovest. San Diego e Tijuana o El Paso e Juaréz sono aree metropolitane, al confine tra Messico e USA, divise, per esempio.
Accordo NAFTA e controlli messicani
Con l’accordo NAFTA del 1994, il Messico si è trovato molto più vicino al mondo del “nord”, così da diventare un vero e proprio Paese di frontiera. Di conseguenza la frontiera meridionale è, ancora oggi, come abbiamo visto, attraversata da migliaia di persone. Il traffico è talmente copioso che diventa quasi incontrollabile e in molte zone la clandestinità è tollerata dalla polizia, come sul fiume Suchiate. Lo polizia messicana, infatti, più che preoccupata della clandestinità, lo era del traffico di droga e solo ora, su sollecitazione degli USA, il controllo è anche nei confronti della clandestinità.
I migranti africani
Storicamente gli USA sono stati il desiderio dei migranti latini, provenienti dal Centro e dal Sud America, ma oggi anche i migranti africani, complici le difficoltà per raggiungere l’UE, stanno guardando agli Stati Uniti come meta del loro viaggio. Partendo dall’Africa, in molti raggiungono in aereo il Brasile e dal profondo Sud America risalgono il continente, nascondendosi su enormi treni merce, arrivando poi in Messico, con la speranza di raggiungere gli USA. È chiaro che la situazione sia critica e non resta che sperare nei propositi della politica americana.
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