Arctic Monkeys, il gruppo di Sheffield verso il nuovo album

Dopo una pausa durata più di due anni, il grande annuncio: gli Arctic Monkeys tornano a calcare i palchi di tutto il mondo.

È di poche settimane fa la notizia, uscita sui profili social della band e rimbalzata sui maggiori siti d’informazione: Alex Turner e compagni sono al lavoro sul nuovo album, il seguito di Tranquillity base hotel & casino; e, contestualmente a esso, al tour in programma per l’estate del 2022. Riusciranno a stupirci ancora?

La formazione del gruppo

Gli Arctic Monkeys nascono ad High Green, nella periferia di Sheffield, nel 2002. L’idea di formare il gruppo si sviluppa tra i banchi di scuola;  Alexander Turner e James Cook, vicini di casa, coinvolgono nel progetto dapprima Matthew Helders, batterista, poi Glyn Jones come cantante e infine Andrew Nicholson nel ruolo di bassista.

I cinque ragazzini, appena sedicenni, passano gran parte del tempo a suonare nel garage di Alex; ma, al rientro dalla fine delle vacanze estive di scuola, Glyn ritene la band una perdita di tempo e decide di abbandonare il gruppo. La scelta del nuovo frontman non ricade però subito su Alex; il ragazzo, molto umile, non è ancora consapevole delle proprie doti canore, ed è necessario un lungo corteggiamento dei propri compagni per farlo cedere.

La strada verso il successo

I primi riscontri sull’apprezzamento del pubblico e degli addetti ai lavori non tardano ad arrivare. Nel 2004 gli AM incidono diverse demo che permettono loro di acquisire maggiore visibilità anche sul web, grazie al file sharing e all’avvento di Myspace. Nel 2005 decidono di cristallizzare i primi lavori in un EP autoprodotto, Five Minutes With Arctic Monkeys, contenente Fake Tales Of San Francisco e From The Ritz To The Rubble.

Entrambi i brani vengono inseriti nel primo album ufficiale – Whatever People Say I Am, That’s Why I’m Not – che, nella sola settimana di uscita, assicura alla band il record del maggior numero di copie vendute (360 mila) per debutto discografico nel Regno Unito. Prodotto dall’etichetta indipendente Domino Records, contiene alcuni tra i brani ancora oggi considerati tra i più rappresentativi della band: I Bet You Look Good on the Dancefloor, When the Sun Goes Down, The View from the Afternoon e Fake Tales of San Francisco.

“Is anything as pretty in the past though?”

A soli 16 mesi di distanza dal primo CD, un Alex Turner dalla scrittura già più matura ed affilata presenta la nuova opera targata Arctic Monkeys: Favourite Worst Nightmare. Il disco, diretta conseguenza dell’esperienza acquisita con il primo tour in giro per il mondo, trasporta l’ascoltatore attraverso un saliscendi di emozioni, che parte dalle sonorità frenetiche e rock&roll di Brianstorm e prosegue sullo stesso filone con Teddy Picker e Balaclava. Nella parte centrale, si fa strada la malinconia dei tempi andati con Fluorescent Adolescent, brano dalle evidenti influenze britpop e manifesto di quegli anni della band.

I probably still adore you with your hands around my neck.

A chiudere la trama, l’atmosfera cupa e passionale di 505. Ascoltatela e chiudete gli occhi: verrete immediatamente trasportati in un’auto, di notte, con la pioggia che batte sui vetri e i verdi campi del nord dell’Inghilterra a fare da sfondo; l’amore della vostra vita, o ciò che rimane di quell’amore passato, si trova probabilmente in una stanza d’albergo, ignaro del vostro arrivo. E il vostro cuore è pronto a spezzarsi. Di nuovo.

Gli AM, invece, sono ormai una certezza.

Il cambio di rotta

I successivi due album, Humbug e Suck it and See, pubblicati tra il 2009 e il 2011, rappresentano per le scimmie artiche un primo importante cambio di direzione musicale che conferma quanto di buono fatto in precedenza, nonostante il minore apprezzamento ricevuto dalla critica.

Il distacco dal brit-rock è netto, ma quello che può apparire come un pesante passo falso da parte della band, si trasforma in nuova linfa per la longevità del gruppo. Infatti, la ricerca di musicalità diverse da quelle fin troppo riconoscibili del panorama artistico inglese contemporaneo li porta a tracciare un nuovo percorso; la strada per il definitivo successo.

AM

Il vero capolavoro della band, acclamato dai media e volato in cima alle classifiche di tutto il mondo, è AM. Pubblicato il 9 settembre 2013 sempre dalla Domino Records, segna il ritorno al successo del gruppo con ben 2 milioni di vendite nel primo anno, infrangendo record su record.

Il disco – inserito nella classifica dei 500 album più belli di sempre sia da NME che da “Rolling Stone” – si presenta come un trionfo di generi musicali. Indie rock, rock psichedelico, hard rock, hip hop, blues, metal, soul, tutti combinati in un’unica grande opera, capace di tenere incollati alle casse gli amanti di ogni genere.

Dal titolo, omaggio a VU dei Velvet Underground come dichiarato da Alex, ai brani – che troviamo anche come colonna sonora della seconda stagione di Peaky Blinders – capeggiati da Do I Wanna Know, l’album rappresenta la quint’essenza della completezza raggiunta dal gruppo.

La pausa e Tranquillity Base Hotel & Casino

Nel 2015, Turner decide di prendere un periodo di pausa dal gruppo; torna così a sviluppare il progetto iniziato con Miles Kane nel 2008, quello dei The Last Shadow Puppets.

I’ve just been listening to it in the car today on the way here… And I don’t know what to make of it.

(Noel Gallagher su Tranquillity Base Hotel & Casino)

Nel 2018, quello che sarebbe dovuto essere l’album da solista dello stesso cantante si trasforma nel sesto album della band, Tranquillity Base Hotel & Casino. Il disco, dalle tinte retrò, segna un nuovo strappo al consolidato stile del gruppo, che lascia però delusi i fan. Dimenticate le sonorità magnetiche del precedente lavoro, Alex sembra perdersi in un’autoreferenzialità quasi tossica, più orientata a celebrare il proprio talento che ad esaltare le doti musicali del gruppo, vero punto di forza dei loro precedenti successi.

Il 2022 degli Arctic

Il nuovo tour dei quattro di Sheffield partirà da Istanbul il 9 Agosto e toccherà, secondo quanto annunciato fino ad ora, molte città europee. Numerosi anche i Festival cui parteciperà la band, a cominciare dallo Sziget Festival di Budapest; sei giorni di musica sulla suggestiva isola Obudai, situata al centro del Danubio, ai quali parteciperanno anche altri artisti e gruppi di punta quali Dua Lipa, Kings of Leon, Lewis Capaldi, Stromae, Bastille e tanti ancora. L’unica data extra-europea prevista al momento è quella del Primavera Sound Festival di Los Angeles, in programma dal 16 al 18 settembre. Ancora nessun annuncio, invece, per un eventuale appuntamento italiano.


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