Box office: i verdetti del 2021

Il vil denaro non è mai stato indice insindacabile di qualità di un prodotto cinematografico, ma ne rappresenta una componente fondamentale. Esso è il perno attorno a cui ruota l’intera industria filmica e da cui hanno sempre dipeso e dipendono ancora oggi le fortune delle case di produzione e i ragionamenti economico-progettuali delle stesse. Motivo per il quale l’analisi del box office deve essere considerata parte integrante del lavoro del cinefilo, nel rispetto della fredda razionalità che da sempre accompagna gli ideali più romantici della settima arte.

L’annata 2021, periodo che ha visto la riapertura delle sale in un mondo ancora alle prese con l’emergenza pandemica, può, in questo senso, rivelarsi un caso di studio di particolare interesse, un fedele termometro delle scelte di visione del pubblico all’interno di un contesto a dir poco extra-ordinario.

Marvel caput mundi

Dominatrice indiscussa del box office è, non a sorpresa, la Marvel. Il suo ultimo film Spider-Man: No Way Home ha saputo conquistare il grande pubblico sfondando il muro del miliardo di incassi e ora sono in molti a chiedersi fin dove possa arrivare. L’Uomo Ragno ha dunque colpito nel segno e, in attesa di conoscere l’esito di un possibile rilascio in Cina, si attesta come il maggior incasso del 2021 oltre a guadagnare di diritto il titolo di evento cinematografico dell’anno.
L’accoppiata Marvel-Sony ha macinato incassi anche con Venom – La furia di Carnage, riuscendo a raggranellare circa 500 milioni di dollari a fronte di un budget di 110. Così come da segnalare è il buon risultato ottenuto dal terzultimo film dell’MCU Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli che con i suoi 432 milioni è riuscito quasi a triplicare i 150 di partenza.

Guadagni di tutto rispetto, in grado di tranquillizzare i vertici della casa di produzione supereroistica, anche in considerazione dei risultati non proprio eccelsi ottenuti da Eternals e Black Widow. Il film diretto da Chloé Zhao ,con 400 milioni al box office, ha solo raddoppiato il budget di partenza; lo stand alone sulla vedova nera, complice un’accoglienza decisamente tiepida, si è invece fermato a 379.631.351 dollari (200 milioni la cifra di produzione) classificandosi a tutti gli effetti come flop.

 

Azione, intrattenimento e paura

Accanto al successo Marvel è doveroso segnalare i notevoli traguardi raggiunti da due generi cinematografici di comprovato appeal: azione e orrore.

File:Daniel Craig - Film Premiere "Spectre" 007 - on the Red Carpet in Berlin (22387409720).jpg - Wikimedia CommonsSe i 726 milioni di dollari ottenuti dal nono capitolo di Fast & Furious hanno semplicemente corrisposto alle attese e confermato l’amore incondizionato dei fan per le corse clandestine più assurde e armate della storia del cinema, il bottino dell’ultimo James Bond di Craig ha invece del sorprendente. I 774 milioni raccolti da No Time to Die (partito da 250) rappresentano infatti, con ogni probabilità, un risultato inatteso e testimoniano, all’alba del 2022, l’immenso fascino che una figura iconica come l’agente segreto 007 è ancora in grado di esercitare dopo quasi 60 anni dalla sua prima comparsa sul grande schermo.

Molto buone anche le prove sostenute da Godzilla vs Kong e Free Guy (rispettivamente 160 e 110/125 milioni di budget) premiati da botteghini di 467.863.133 e 331.503.757 dollari.

Un potere, quello dell’adrenalina, per certi versi paragonabile a quel Re Mida di antichi racconti. Poco importa cosa sia a scatenarlo. Forse l’auto di Toretto, forse le acrobazie di Bond o le avventure di un eroe da videogioco. E forse, in taluni casi, la paura. A Quiet Place Parte II, The Conjuring – Per ordine del diavolo e Halloween Kills. Questi i tre titoli horror che hanno saputo trasformare in oro le aspettative di produzione dei loro finanziatori. Tre pellicole che, forti del proprio nome e dell’hype da esso generato, hanno letteralmente moltiplicato il proprio budget di partenza. 200 i milioni raggiunti da The Conjuring da una base di 39, 131 quelli raccolti da Michael Myers a fronte dei 20 di partenza, circa 297 i motivi che rendono A Quiet Place Parte II uno dei maggiori successi dell’anno in termini di guadagno netto (17 il budget iniziale).

 

La caduta dei giganti

Diverse, purtroppo, le sorti di alcune pellicole targate Walt Disney e Warner Bros. Sebbene infatti entrambe le case di produzione possano dirsi abbastanza soddisfatte dell’andamento di film come Cruella (da 100 milioni di budget a 233 di box office) o Dune (costato 165 milioni e arrivato a incassarne circa 393), a dir poco deludenti sono i risultati dell’ultimo film d’animazione Encanto e Space Jam: A New Legacy, le cui basi di partenza di 150 milioni ne hanno rispettivamente fruttati 193 e 162.

Due flop che, tuttavia, non segnano il record in negativo dell’anno, così come dimostrato dalla caduta di vere e proprie superstar della cinematografia più e meno recente. Disastroso, ad esempio, l’andamento dell’ottimo The Suicide Squad di James Gunn, incapace di pareggiare quantomeno l’esodo budget iniziale di 182 milioni e fermatosi a 167. Una sorte condivisa da altri ben noti registi, a partire da Edgar Wright (il suo Last Night in Soho ha incassato 23 milioni a fronte di una spesa di 43) fino ad arrivare al celeberrimo Ridley Scott, il cui The Last Duel, costato la bellezza di 100 milioni, è riuscito a portarne a casa solamente 30.

Indipendentemente dal giudizio critico degli esperti ogni pellicola si trova ben presto a fare i conti con la dura legge del botteghino e, nel bene e nel male, sono proprio il passaparola e i giudizio di pancia del pubblico generalista a determinare il destino (fortunato o meno che sia) di qualsiasi prodotto cinematografico.

 

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