Multa ad Amazon: può essere per la prima volta in difficoltà?

Amazon, tanto chiacchierata quanto utilizzata. Sicuramente a oggi è la piattaforma web per acquisti, di ogni genere, più utilizzata e apprezzata. Tuttavia spesso è stata oggetto di polemiche, e infatti le prime, importanti, sanzioni sono arrivate.

Cos’è Amazon?

Amazon è un celebre sito di shopping online. Per poter comprare o vendere tramite quest’ultimo è necessario, con dei semplici e veloci passaggi, iscriversi al sito web. La piattaforma non offre solo il servizio di vendita o acquisto, ma anche servizi di intrattenimenti quali Amazon Music e Amazon Prime Video. Inoltre, è molto noto il servizio Prime di cui si dirà di più di seguito. Il sito web è di facile accesso: si può raggiungere tramite PC, ma anche con le comode APP per dispositivi mobili. Insomma, il colosso americano domina questo settore, offrendo un’ottima qualità nel servizio.

Amazon Prime

Amazon Prime è un servizio offerto da Amazon. Sottoscrivendo un abbonamento pari a circa cinque euro al mese, o trentasei euro all’anno, si possono ottenere diversi vantaggi. L’abbonamento a Prime permette, innanzitutto, di non dover sostenere le spese di spedizione. Inoltre, consente l’accesso in anteprima alle offerte lampo e a servizi come Amazon Prime Video o Amazon Music (con catalogo limitato). Altro vantaggio è la consegna in un giorno lavorativo su oltre due milioni di prodotti e, per quanto riguarda l’Italia, in città come Roma e Milano consente di accedere al servizio Prime NOW, per ordinare la spesa e riceverla in due ore.

Amazon Prime Video

Al giorno d’oggi è molto in voga Amazon Prime Video: si tratta dalla piattaforma streaming di Amazon. In particolare nell’ultimo anno la piattaforma ha acquisito i diritti, in Italia, per la trasmissione di una partita del mercoledì sera di UEFA Champions League, così in molti hanno deciso di avvicinarsi a questa emittente. Molte sono anche le serie TV di successo: basti pensare alla fortuna di una recentissima serie originale, “The Ferragnez”. La serie racconta le avventure della famiglia più seguita d’Italia, mettendo sotto i riflettori i momenti più significativi per il rapper, l’influencer e i due bambini: Leone e Vittoria.

La multa da 746 milioni di euro

Dal 2018 “La Quadrature du Net“, gruppo francese che si batte per la tutela della privacy, aveva portato all’attenzione della Cndp, autorità lussemburghese per la protezione dei dati, la propria indagine. Nell’estate del 2021, più precisamente il 16 luglio, l’Autorità si esprime accusando Amazon di aver violato il famigerato regolamento GDPR. Si tratta delle norme che, da qualche anno, regolamentano il trattamento dei dati privati che i cittadini europei condividono online. Ecco che il colosso americano si vede inflitta la più grande multa della storia dell’Ue legata alla privacy.

Cifra record

Si tratta, quindi, di una cifra record per Amazon. Basti pensare che l’ultima multa per motivazioni simili era stata indirizzata a Google, ed era pari a cinquanta milioni di euro. Il nodo del discorso sta nel fatto che ad oggi i poteri in mano alle autorità dell’Unione europea sono aumentati decisamente. Infatti, nella GDPR, ci sono regole che permettono multe pari a fino il 4% della vendita annuale globale di un’azienda. Amazon si dichiara, con una breve nota, totalmente in disaccordo con la decisione presa dall’Autorità lussemburghese.

Nuova multa da oltre un miliardo di euro

Al termine di due anni e sette mesi di indagini l’Antitrust italiana torna a bacchettare Amazon, come già aveva fatto il 23 novembre. La multa, questa volta, è colossale: si tratta di un miliardo e centoventotto milioni di euro. Inoltre, il gigante americano dovrà garantire misure che permettano a tutti i venditori indipendenti, presenti sui suoi siti, di operare ad armi pari. Dunque è il garante della corretta competizione tra le imprese ad accertare che Amazon discrimina alcuni venditori indipendenti che utilizzano la piattaforma per raggiungere i propri clienti. Sostanzialmente, l’unica colpa dei venditori indipendenti era quella di non aver subordinato il proprio sistema di vendita dei prodotti alla logistica di Amazon.

Il ruolo di Prime

I venditori che si affidano alla logistica di Amazon, ottengono diversi vantaggi rispetto agli altri. Innanzitutto sfruttano la consegna veloce, inoltre si ha accesso a numerosi eventi speciali gestiti dal colosso americano. Chi si appoggia alla logistica Amazon, veramente ben sviluppata e organizzata, è molto più al riparo da eventuali critiche. Chi, invece, non si affida al gigante del commercio è più facilmente oggetto di critiche. Qui entra in gioco l’algoritmo A9, di proprietà di Amazon. Questo ultimo è strutturato in modo da “nascondere”, al momento della ricerca dell’acquirente, i prodotti con più critiche.

Le conseguenze

Amazon ha, di conseguenza, causato vari danni al settore economico, sfruttando la propria posizione di superiorità. Oltre ai venditori indipendenti, hanno subito danni anche i corrieri che consegnavano per questi ultimi, le società che custodivano i prodotti, le altre piattaforme del commercio elettronico e infine i consumatori, che godono di un’offerta ridotta. Per garantire un servizio corretto, Amazon verrà monitorata costantemente nell’applicazione di “misure comportamentali”.

Le diverse posizioni

Amazon si rivela in profondo disaccordo con le decisioni prese dall’Antitrust italiana, dichiarandosi vicina alle piccole e medie imprese italiane e pronta a sostenerle, che si appoggino alla sua logistica o no. La commissione europea, da Bruxelles, loda il lavoro dell’Autorità italiana. Anche l‘Unione consumatori e il Codacons approvano l’operazione. Diverse opinioni arrivano anche dal mondo della politica, Antonio Tajani dichiara: “La multa da un miliardo inflitta dall’Antitrust della Concorrenza ad Amazon è un segnale a tutela di tutti gli operatori nel settore e-commerce. Bene l’attività di collaborazione con la Commissione europea”. Maurizio Gasparri giudica la decisione di adeguata consistenza, mentre Fabio Rampelli dichiara: “Lanciamo nuovamente l’appello ad aiutare i negozi su strada, quelli che producono un lavoro sano, pagano le tasse in Italia, illuminano borghi e periferie altrimenti desertificate”.

Le opinioni sono molte, spesso discordi, tuttavia, ciò che è chiaro è che Amazon è stata, negli ultimi mesi, per le prime volte, messa in difficoltà. Gli sviluppi futuri sono molto difficili da prevedere, ma i segnali sono chiari: i vari organi preposti al controllo non tollereranno, si spera, sgarri.

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