Un tema che al giorno d’oggi crea molto dibattito è la discussione che nasce nell’ambito delle Iptv. La pirateria, a livello informatico, sta allargando il suo raggio d’azione e arriva a coinvolgere milionidi persone.
Che cosa sono le Iptv?
Le Iptv sono dei sistemi che permettono di visualizzare i canali televisivi, sfruttando particolari protocolli online. A questo punto, si potrebbe pensare che il meccanismo sia uguale a quello utilizzato dalle grandi emittenti, che forniscono ai loro clienti, ed è importante sottolinearlo, i propri contenuti in streaming. In realtà, il protocollo utilizzato da queste aziende, tra cui Netflix, Amazon e molte altre ancora, è ben diverso. Infatti, la fruizione gratuita, che deriva da questo procedimento, di contenuti trasmessi da emittenti che guadagnano con i loro abbonamenti, è chiaramente illegale.
L’aumento nell’ultimo periodo
Nell’ultimo periodo, quello successivo all’esplosione della pandemia da Co-Vid19, la Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi e multimediali (nota anche come Fapav) ha evidenziato un forte incremento della pirateria informatica. L’aumento segnalato, legato alle Iptv, è stato del 14%, dato ben più importante del 10% a cui si arrivava nel 2019. Ad esporsi è Federico Bagnoli, segretario generale di Fapav, il quale dichiara: “Si tratta di una vera e propria criminalità informatica”. E ancora “I soggetti che alimentano il mercato hanno capito subito che con questo tipo di fenomeno avrebbero potuto ottenere ricavi enormi”.
Il settore più colpito
Il settore più colpito dalla pirateria delle Iptv è sicuramente quello degli eventi sportivi live, in particolare, restringendo il campo, le trasmissione più viste illegalmente sono le partite di calcio. L’Italia cerca di tutelare queste aziende, ed è uno dei Paesi più all’avanguardia nella lotta a questo tipo di criminalità. Basti pensare che, se ce ne sono gli estremi, un sito web può essere chiuso in soli tre giorni. Nel 2019 le partite e gli eventi sportivi trasmessi illegalmente sono stati ventidue milioni: una cifra incredibile. E, sebbene proprio nel settembre del 2019 ci siano stati importanti blitz contro i criminali, oggi il problema persiste e pare, a dire il vero, peggiorare.
Il caso DAZN
Dazn è una piattaforma streaming che trasmette moltissimi eventi sportivi, di ogni genere. Essendo il calcio, in Italia, lo sport più seguito, la società ha ottenuto larga fama da quando ha acquistato i diritti per la trasmissione delle partite di Serie A TIM. Inizialmente l’emittente trasmetteva solamente tre partite per giornata di campionato, sia tramite la propria App, sia tramite un canale satellitare appositamente fornito da Sky ai propri clienti, nell’ambito di una collaborazione tra i due colossi.
Invece, da quest’anno, Dazn si è accaparrata i diritti per la trasmissione di tutte le partite di Serie A, senza esclusioni, mettendo sul tavolo la bellezza di 480 milioni di euro a stagione, per i prossimi tre anni. Ovviamente, la pirateria delle Iptv ha visto una buona opportunità di guadagno, costringendo Dazn a consentire la visione degli eventi trasmessi solo su due dispositivi contemporaneamente, per ogni account. Dopo molte proteste il provvedimento è stato ritirato, ma ha fatto ben intendere la gravità della situazione.
Il peso di questa situazione nel 2021
Risulta chiaro a tutti che sostenere abbonamenti mensili dal costo elevato sia un problema per molte persone. Gli eventi più interessanti, parlando perlomeno dell’ambito calcistico, sono ormai quasi completamente trasmessi da emittenti private che, per consentirne la visione, chiedono la sottoscrizione di abbonamenti, anche abbastanza dispendiosi. Qui entra in gioco la pirateria delle Iptv: l’utente si trova di fronte a questa possibilità e nemmeno valuta quella di sottoscrivere un abbonamento, potendosi godere uno streaming gratuito o, comunque, a prezzo ridotto.
Non solo calcio
Ovviamente non è solo il mondo del calcio a essere vittima di queste forme di pirateria. Anche piattaforme come le già citate Netflix e Amazon Video vedono sottratti i propri contenuti. Sempre più numerosi sono i canali Telegram che permettono la visione gratuita di serie TV o film presenti, magari con esclusiva, nei cataloghi di piattaforme come quelle sopra nominate. La pirateria delle Iptv coinvolge sempre più campi e non si ferma di fronte a nulla, purtroppo.
I lavoratori del settore
A subire le conseguenze della pirateria delle Iptv sono i lavoratori onesti. Basti pensare che questa situazione ha causato la perdita di circa 6000 posti di lavoro, un dato impressionante. Ancora una volta chi si dimostra più “forte” prevarica su chi è onesto ed è qui dunque che è necessario un intervento politico. L’invito è a legiferare al più presto in merito alla questione, per garantire una vera e fattuale tutela dei lavoratori di un settore schiacciato dalla prepotenza dell’illegalità. Anche l’Unione Europea si propone di porre molta più attenzione nei confronti del tema e, in tal senso, il Digital Services Act può essere un’ottima occasione per farlo.
I malfunzionamenti delle piattaforme
Certo, malfunzionamenti come quello di Dazn nelle prima partite di campionato non aiutano la lotta alla pirateria delle Iptv. Agcom, infatti, ha prontamente richiamato Dazn, dopo i disservizi, chiedendo di lavorare per ottenere un netto miglioramento della qualità della trasmissione. Sicuramente, l’Agenzia si sta muovendo per ottenere più potere, in modo da sanzionare fattivamente Dazn, stabilendo quindi criteri di qualità e parametri, per fornire indennizzi ai clienti non soddisfatti del servizio offerto.
Soluzioni e cooperazione intelligente
Insieme all’indispensabile lotta alla pirateria delle Iptv, per la tutela delle aziende detentrici dei diritti, per risolvere il problema è inoltre necessario che le piattaforme di streaming si avvicinino agli utenti, che venga raggiunto un compromesso. I prezzi elevati, che allontanano il cliente, sono dovuti alla gestione unica dei diritti: per vedere le partite di Serie A ci si potrà abbonare solo ed esclusivamente a Dazn, così come per vedere le serie originali Netflix si dovrà obbligatoriamente sottoscrivere un abbonamento a quella piattaforma.
Affinché la problematica non continui ad autoalimentarsi, rafforzandosi sempre di più, insieme a una seria campagna di sensibilizzazione risulterebbe anche efficace che le grandi aziende soddisfassero i consumatori, rispondendo alle loro esigenze. La soluzione è lontana, ma una cooperazione intelligente potrebbe aiutare sensibilmente nella risoluzione degli attriti.