“House of Gucci”, ritratto di un dramma tutto italiano

Dopo il trailer uscito la scorsa estate, House of Gucci approda nelle sale cinematografiche: in uscita il 24 novembre negli Stati Uniti e il 16 dicembre in Italia, la pellicola racconta la storia della famiglia Gucci, che ha dato il nome a uno dei marchi di moda più celebri in Italia e nel mondo. Il film, diretto da Ridley Scott, si concentra sull’ultimo trentennio del secolo scorso, narrando i fatti che ebbero per protagonisti Maurizio Gucci e Patrizia Reggiani. House of Gucci porta al cinema uno dei drammi italiani più sentiti e ancora oggi molto discussi. Attraverso una ricostruzione vivida, a cui si aggiunge la cornice di un contesto italiano molto forte, la resa cinematografica di questa pagina di cronaca nera risulta particolarmente efficace.

La trama

Basata sul libro The House of Gucci: A Sensational Story of Murder, Madness, Glamour, and Greed di Sara Gay Fordena, la storia narrata in House of Gucci non ha bisogno di grandi introduzioni. Essa si ispira a fatti realmente accaduti tra l’inizio degli anni Settanta e gli anni Novanta, al cui centro vi furono Maurizio Gucci, erede dell’omonima casa di moda, e Patrizia Reggiani, figlia di una famiglia proprietaria di un’azienda di trasporti, moglie e successivamente mandante dell’omicidio di Maurizio Gucci.

Secondo la cronaca, il 27 marzo 1995, dopo un matrimonio naufragato e un’impresa costretta ad affrontare una profonda crisi, Patrizia Reggiani commissionò l’omicidio del marito, mettendo così fine alla storia della famiglia Gucci come proprietaria dell’omonima impresa di moda. Per riportare i fatti sparsi in un ventennio, in House of Gucci sono presenti alcuni salti temporali, che accelerano la narrazione senza alterare il racconto. Nonostante alcuni elementi romanzati o velocizzati, come è tipico dei film che riportano storie vere, House of Gucci racconta in maniera efficace questa pagina tragica della storia dell’imprenditoria italiana e indaga la personalità dei singoli personaggi protagonisti insieme ai fatti che portarono a questo epilogo.

La complessità di Patrizia Reggiani

Il pericolo di portare sullo schermo una storia vera è sempre quello di essere costretti ad appiattire i personaggi per lasciare spazio alla narrazione dei fatti: non è il caso di House of Gucci, che lascia spazio alla complessità delle varie figure protagoniste. Prima di tutto, Patrizia Reggiani (interpretata da Lady Gaga), che nel corso del film attraversa varie fasi. Lei è in assoluto il personaggio più complesso: se le pagine di cronaca, dopo la sua condanna, l’hanno sempre dipinta come una donna assetata di potere e sedotta dal patrimonio del marito, nel film il lato umano diventa a tratti protagonista a più riprese.

Il desiderio di potere si mescola alla disperazione davanti alla fine del suo matrimonio e all’umiliazione di sé per riottenere ciò che aveva costruito. Tutti questi sentimenti si trasformano, si evolvono in un solo personaggio ed esplodono portando al finale che lo spettatore conosce. Per questo, l’interpretazione di Lady Gaga è sicuramente da apprezzare, poiché riesce a trasmettere bene sullo schermo la multidimensionalità del proprio personaggio. 

La debolezza di Maurizio Gucci

Accanto a Patrizia Reggiani c’è Maurizio Gucci (interpretato da Adam Driver), protagonista e vittima della storia. In una costruzione complementare rispetto al personaggio di Patrizia Reggiani, anche per lui si riescono a cogliere varie sfumature di carattere e atteggiamento. Ancor prima che di un omicidio, Maurizio Gucci è vittima del comportamento e delle attitudini della moglie, con cui si notano le differenze fin dalla prima metà del film.

Il culmine dei loro contrasti e la conseguente rottura del loro rapporto trasformano il personaggio di Maurizio Gucci, che si allontana dalla moglie per ricostruirsi una vita e guidare la propria azienda nel migliore dei modi possibili. Le critiche di Patrizia Reggiani e dei collaboratori per la sua vocazione mancata all’imprenditoria evidenziano la sua incapacità di gestire il proprio patrimonio e la sua indole debole nel mondo degli affari e nella vita.

L’elemento Italia

Fin dalle prime scene del film, il contesto italiano e tutto ciò che lo riguarda risultano presenti in maniera significativa. Tutti gli elementi che vengono riportati all’interno del film si svelano velocemente uno dopo l’altro, costruendo intorno ai personaggi un contesto che va ben oltre la semplice cornice. Lo spettatore viene accolto e circondato da quella che sarà l’ambientazione di tutti i fatti narrati. Nello specifico, ci troviamo a Milano, all’inizio degli anni Settanta.

L’elemento Italia porta con sé tutta una serie di dettagli che arricchiscono la storia e rendono più efficace la narrazione: non solo le vie, le auto, le strade riportano all’Italia di quell’epoca, ma anche i suoni, le voci, i rumori di sottofondo. Rispetto a tanti altri film che riportano sullo schermo storie realmente accadute, ma che spesso dimenticano di dare importanza al contesto, House of Gucci rappresenta un’eccezione. L’intento è proprio quello di voler dipingere sullo schermo l’italianità in tutte le sue forme, forse a volte arrivando anche allo stereotipo.

La cura dei dettagli

La scelta e il tentativo di riportare in maniera così fedele il contesto italiano sullo schermo porta a un’estrema cura dei dettagli, in tutti i campi. Come già citato, i suoni e le voci intorno ai personaggi principali riportano esattamente l’ambientazione di quell’epoca, ma anche gli attori protagonisti aggiungono la loro parte. In House of Gucci troviamo un intero cast che interpreta l’italianità nel tono, nell’impostazione della voce e nell’accento dato al loro linguaggio. Sia i personaggi principali che i personaggi secondari come Paolo Gucci (interpretato da Jared Leto) e Aldo Gucci (interpretato da Al Pacino) si concentrano a riflettere nei loro gesti e nelle loro parole il contesto intorno a loro, arricchendo così la qualità della loro interpretazione.

Colonna sonora, voto 10

A completare la cura del contesto e l’interpretazione dei personaggi, c’è la colonna sonora, che merita una menzione d’onore. In un primo momento, il risultato potrebbe risultare un po’ caotico, ma la scelta di mescolare canzoni moderne a un repertorio più classico e tradizionale come quello dell’opera italiana aiuta a definire ancora meglio la trama della storia. A tratti forse un po’ azzardati, i sottofondi musicali scelti potrebbero anche strappare un sorriso agli spettatori italiani. 

Quindi, House of Gucci è un film che merita di essere visto, non solo per conoscere una delle storie che ha segnato il secolo scorso, ma anche per poter apprezzare la cura e l’attenzione nel riportare tutti gli elementi narrativi, sia quelli fondamentali che quelli accessori. Il film è da apprezzare per l’interpretazione dei personaggi, per il cast (tra i vari personaggi secondari e le comparse si intravedono anche volti italiani) e per tutto ciò che è stato costruito intorno a una storia vera, senza il bisogno di stravolgere nulla. E se ne avete la possibilità, House of Gucci è da guardare in lingua originale, anche solo per apprezzare le imprecazioni in italiano di Lady Gaga.

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