Qui giace
Alba
scrittrice scialba.
Divorò uomini e gloria
La Boria
la divorò.
Questo è l’epitaffio di Indro Montanelli dedicato al romanzo Nessuno torna indietro, primo romanzo di Alba De Cèspedes. Autrice, poetessa e partigiana, che dopo la sua morte è scomparsa dalla memoria degli italiani a colpi di epiteti come “scrittrice scialba“, spesso erroneamente accostata al romanzo rosa.
Nonostante ciò, Dalla parte di lei, sua opera più nota, è tornata in libreria a venticinque anni dalla sua ultima edizione, come titolo della collana Oscar Mondadori. In realtà, come han affermato Elisabetta Risari, responsabile dei Classici Mondadori durante l’evento Nessuno torna indietro, tenutosi il 20 Novembre in occasione di Milano Bookcity, il volume è solo il punto di partenza di progetto di recupero delle opere della scrittrice.
“Ci siamo accorti che la figura della de Céspedes porta sul tavolo una serie di argomenti di estrema attualità“, ha dichiarato l’editor, “e che ciò che poteva sembrare un po’ polveroso come la presentazione in realtà cela qualcosa di eterno”.
Una narrazione permeata dalle problematiche dell’epoca
Dalla parte di lei è stato pubblicato nel 1949, anno nel bel mezzo di una diatriba politico-istituzionale sull’accesso femminile in magistratura.
Protagonista del racconto è Alessandra, che nella forma di un lungo memoriale narra la sua vita sin dal dramma del suicidio materno, avvenuto per fuggire da un matrimonio infelice.
Con l’intento di perseguire quella felicità mai raggiunta, Alessandra sposa il partigiano Francesco. Tuttavia, in un’epoca di tumulto e di un eroismo dal volto esclusivamente maschile, quelle aspettative si scoprono illusioni.
Alessandra, assistendo al tramonto del suo sogno matrimoniale e perseguitata dal fantasma della figura materna, crede di star divenendo come lei, e trascina il rapporto con suo marito in un tragico epilogo.
Un’indagine profonda dell’amore e della comunicazione
Ben più di una tematica posta dal romanzo può far riflettere sul concetto di affettività.Ale ssandra non è un’annoiata Emma Bovary, non rifugge nei romanzi cavallereschi. Suo marito Francesco non è un orco, ma un uomo colto e dai grandi valori secondo l’epoca. Eppure, la protagonista vive costantemente il muro comunicativo di un uomo che semplicemente non l’ascolta. L’immagine del “muro di spalle” a cui la donna deve assistere ogni giorno dimostra una mancanza di comunicazione tra concetto di un puro amore femminile e quello maschile, legato ai valori patriarcali della stabilità familiare e alla quotidianità.
Come ha affermato la scrittrice e giornalista Valeria Palumbo durante l’evento Nessuno torna indietro, l’amore vissuto al femminile, pur essendo un tema presente nell’intera opera della scrittrice, in realtà è costantemente decostruito da questa. Secondo la giornalista, quando l’amore da parte delle sue protagoniste si traduce materialmente, spesso queste vivono conseguenze disastrose di tale realizzazione. Questo è il risultato di un amore libero, quello femminile, costretto e incanalato nei canoni patriarcali.
Un romanzo d’accusa ai ruoli patriarcali
In un noto scambio di visioni pubblicato nel 1948 sulla rivista «Mercurio» tra Alba de Céspedes e Natalia Ginzburg: quest’ultima parla di un pozzo, un profondo burrone di disperazione e infelicità in cui cadono spesso le donne.
Alba de Céspedes, a tal proposito, definisce le cause di questo burrone di carattere storico-sociale. Quella caduta nel burrone non è una condizione esistenziale, ma un’estrema conseguenza di una società che non dà alle donne strumenti per fare scelte consapevoli.
Il tema della responsabilità storico-sociale dei ruoli di genere è largamente riproposto nel romanzo, che pone il mito della Resistenza sotto il microscopio femminile: Alessandra è una una donna che, spogliatasi dal ruolo matriarcale per partecipare al racconto epico della Resistenza, non riesce ad avere spazio nella sfera pubblica del Dopoguerra. La sua storia è il risultato di una vita priva di collocazione in un contesto che sembra non avere posto per lei e per le donne.
Un racconto di una donna, anche nella forma
L’autrice volteggia tra l’incanto e il disincanto della narrazione con uno stile che non si limita a raccontare, ma che scava nel sentimento, nella profondità psicologica dei personaggi. È un romanzo che non ha paura dell’inevitabile aura femminile che emana, e tale coraggio si riversa anche nella ricchezza della sua prosa. Alba de Céspedes attribuisce a questa capacità la sua natura di donna:
Ma, al contrario di te, io credo che questi pozzi siano la nostra forza. Poiché ogni volta che cadiamo nel pozzo, noi scendiamo alle più profonde radici del nostro essere umano e nel riaffiorare portiamo in noi esperienze tali che ci permettono di comprendere tutto quello che gli uomini, i quali non cadono mai nel pozzo, non comprenderanno mai.
Essere Dalla parte di lei oggi
Nonostante le battaglie dedicate a un’epoca ormai lontana, il ritorno di Alba de Céspedes in libreria dimostra che le sue opere hanno ancora qualcosa da insegnare alle nuove generazioni.
Nell’universo culturale contemporaneo in cui le voci femminili si moltiplicano e si raccontano, Alba de Céspedes ha un posto che va oltre l’etichetta del mondo rosa, dando prova di avere una parola moderna da un mondo passato.
Da Il rimorso a Le ragazze di maggio, da Quaderno Proibito a Dalla Parte di lei, la sua opera è un’imperdibile antenata dei racconti che stanno popolando il nuovo immaginario socioculturale.
L’incontro di Bookcity su Alba de Céspedes è disponibile qui.
FONTI
A. de Céspedes, Dalla parte di lei, Oscar Mondadori, 2021
N. Ginzburg, A. de Cespedes, Discorso sulle donne, «Mercurio», 1948
I. Montanelli, Ricordi sott’odio. Ritratti taglienti per cadaveri eccellenti, Rizzoli, 2011