Chi siamo, dove andiamo, cosa compriamo: la febbre per gli sconti di fine novembre ha fatto presa definitivamente anche sugli italiani, che considerano ormai il “venerdì nero” al pari di una festività, anche se di festivo ha ben poco, avendo origini essenzialmente commerciali. Ogni anno il Black Friday, giorno che è nato tradizionalmente come un fatto strettamente americano, ma che è presto diventato un fenomeno globale, inaugura la stagione dello shopping natalizio il quarto venerdì di novembre.
A partire dai primi giorni del mese, le piccole e medie imprese e le grandi aziende di mercato incominciano i preparativi per il giorno tanto atteso, annunciando grandi sconti nei negozi fisici e su Internet. In Italia, quattro persone su cinque hanno dichiarato di essere interessate a fare acquisti durante il Black Friday e il Cyber Monday, giornata dedicata all’elettronica che sancisce la chiusura di tutto il periodo promozionale. Di queste, il 45% ha detto di voler fare shopping con certezza, mentre il 41% ha dichiarato che lo farà solo in caso di affari particolarmente vantaggiosi. Solo il 7% non ha espresso interesse nell’acquistare durante le giornate di sconti nel mese di novembre.
Col passare degli anni, infatti, il Black Friday ha assunto un significato sociale ed economico sempre più profondo permettendo di ottenere, tramite l’osservazione dei dati delle vendite, un quadro significativo della salute economica dei diversi Paesi e delle tendenze di mercato. Trattandosi di un indicatore importante della propensione al consumo dei cittadini, ricopre un ruolo molto importante per le statistiche relative al benessere. Numerosi analisti finanziari, difatti, prendono il Black Friday come riferimento per stilare le loro previsioni sull’andamento del mercato durante la stagione natalizia e i primi mesi dell’anno.
Il Black Friday nel 2021
Dopo un 2020 passato quasi totalmente nelle proprie abitazioni a causa delle restrizioni anti-Covid, il 2021 ha registrato un significativo ritorno nei negozi. Infatti, le vendite online durante le festività del Black Friday e del Cyber Monday del 2021, a eccezione dei grandi rivenditori come Amazon, sono state leggermente inferiori a quelle dell’anno precedente, segnando per la prima volta un tale calo.
La spiegazione più probabile del motivo per cui gli acquirenti, in particolar modo gli americani, non hanno stabilito un nuovo record di vendite lo scorso fine settimana è che hanno distribuito la loro spesa durante tutto l’anno. A differenza degli anni passati, sembra che le persone abbiano aspettato meno le offerte del Black Friday per acquistare una nuova TV, aggiornare i propri elettrodomestici o concedersi beni di lusso.
Molti rivenditori difatti hanno introdotto sconti molto prima del solito, ansiosi di recuperare 18 mesi di shopping molto magri, iniziando a offrire offerte già dal 3 novembre. Il Black Friday è così diventato un periodo di sconti, e non più, come lo era originariamente, un venerdì folle. Negli ultimi anni, questo evento è diventato una sorta di maratona di vendita della durata di diversi giorni, che nella maggior parte delle volte inizia giovedì e dura fino alla fine della settimana o addirittura un mese intero. Un sondaggio condotto da Black Friday Global nel 2018 ha mostrato che il 90% degli intervistati è a conoscenza del Black Friday, ma non tutti sono stati in grado di ricordare la data esatta.
Black Friday, ha ancora senso parlarne?
In effetti non esiste più il Black Friday, non in senso letterale. Ha trasceso il suo significato e la sua posizione originale, superando i confini degli Stati Uniti per affermarsi in altri Paesi e continenti, diventando un altro giorno di shopping in un mare di giorni di shopping. Anche Katherine Cullen, senior director per l’industria e le informazioni sui consumatori per la National Retail Federation, ha riconosciuto la nuova forma del fenomeno: “Certamente i singoli giorni stanno diventando meno importanti”, ha detto. “Quello che interessa è la spesa totale durante tutto il periodo.”
Ma se da una parte per molte persone il Black Friday rappresenta un’ottima occasione e un buon compromesso, dall’altra per molte altre simboleggia il degrado ecologico e forme estreme di sfruttamento del lavoro. Molti brand hanno deciso di tirarsi fuori dal tipo di consumo promosso durante il periodo dei ribassi, promuovendo una riflessione sulle proprie risorse e sull’impatto sull’ambiente.
È il caso di Freitag, brand svizzero che produce borse, zaini e marsupi unici tramite il riciclo di teloni di camion usati. Il negozio ha pensato di chiudere direttamente il suo e-shop, come un appello a favore di un consumo consapevole nel mondo odierno. Al posto degli acquisti online, il suo portale viene utilizzato per un’esperienza di scambio, dove chi possiede un capo del marchio che non desidera più può pubblicarlo sul sito e scambiarlo con altri utenti. L’obiettivo di un simile servizio è quello di non aggiungere niente su un mercato già saturo, ma dove la richiesta è sempre insaziabile.
Un vero e proprio manifesto anti-Black Friday è stato firmato dal marchio di calzature spagnolo Flamingos life e dal marchio di abiti per yoga e surf Oy. In Italia, invece, c’è chi ha rincarato i prezzi invece che abbassarli per una buona causa, devolvendo parte del ricavato in azioni di beneficienza o finanziando progetti sostenibili. La protesta contro il Black Friday ha difatti raggiunto il suo apice proprio quest’anno.
In un mare di offerte
Oltre agli aspetti ambientali, intorno al Black Friday sorge anche una questione economica. Ben più di quanto si pensi, gli acquisti in questo periodo vengono spesso fatti a rate. Soprattutto nel caso di televisori, computer, cellulari, impianti hi-fi, frigoriferi, divani od oggetti di arredamento, la rateizzazione è proposta in automatico dai venditori, portando gli acquirenti a chiedere almeno un finanziamento, come rivela Gianmario Bertollo, fondatore di Legge3.it. Il più delle volte sono proprio acquisti di modesta entità a far entrare nel vortice dell’indebitamento.
Il Black Friday si presenta quindi come una prova di fuoco sia per consumatori che per rivenditori, ma allo stesso tempo può essere occasione di proposte alternative socialmente utili e profittevoli.
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