“E voleremo in cielo in carne e ossa, non torneremo più”, cantava Francesco De Gregori. The Art of Conversation, dipingeva René Magritte. Le due figure nere e minute protagoniste di questo quadro del 1963 sono infatti sospese in aria, su uno sfondo di nuvole grigie cariche di pioggia. Non sembrano avere alcuna intenzione di tornare a mettere piede a terra. Anzi, paiono non accorgersi affatto di stare fluttuando a metri e metri di altezza da una stradina sulla quale, si può immaginare, stessero passeggiando fino a un attimo prima.
The Art Of Conversation (1963)
Non si scompongono troppo i due signori rispettabili in bombetta e cappotto lungo, sono assolutamente a loro agio. Possibile non si siano accorti di nulla? Oppure sono sempre stati lì, sospesi tra cielo e terra? O magari sapevano che ad un certo punto della loro passeggiata avrebbero preso il volo, per qualche arcano motivo? Osservando il dipinto sono tante le ipotesi che si potrebbero formulare.
Eppure Magritte ha deciso di assegnare all’opera un titolo che aiuta, in un certo senso, a comprenderne il significato. La protagonista è l’arte della conversazione, del conversare, dello scambiarsi pareri e pensieri. È la magia della parola e della comunicazione che porta in alto, più in alto di tutto ciò che ci ha sempre circondato, oltre strade, alberi, montagne. È per amore del dialogo che Magritte realizza tale opera, per mostrare quanto siano potenti i momenti in cui, attraverso le parole e lo sguardo di un amico, si scordano il tempo e lo spazio in cui si è immersi da sempre, per entrare in una nuova dimensione. Si inizia a condividere, a ricordare insieme e, senza rendersene conto, si prende il volo.
René Magritte & il Surrealismo
L’autore dell’opera, René Magritte, nasce in Belgio nel 1898 ed è considerato uno dei padri del Surrealismo. Questo movimento avanguardista, nato in Francia, si basa sull’esaltazione dell’inconscio e del subconscio. Ed è esattamente lì, nella parte più recondita dell’interiorità umana, che risiede la spiegazione dell’immagine così assurda che dipinge Magritte in The Art Of Conversation. Il desiderio di leggerezza e lievità è qualcosa che appartiene a tutti, ma che tutti tendono a nascondere, come la maggior parte delle debolezze, d’altronde.
Forse per Magritte conversare significava anche solamente stare in silenzio in compagnia di qualcuno in grado di capire quel silenzio. Forse conversare non vuol dire necessariamente parlare, ma scambiarsi qualcosa, dare e ricevere un pezzo di sé. Forse, quindi, ciò che ci eleva non è altro che la possibilità di non sentirci soli. È così che il messaggio contenuto in The Art Of Conversation si fa universale: i due omini neri protagonisti diventano controfigure dell’uomo contemporaneo, incarnandone il desiderio di condivisione e leggerezza.
Un uomo semplice, dubbioso, elegante
“Le saboteur tranquille”, così veniva soprannominato Magritte a ragione della sua capacità di insinuare dubbi su cosa fosse effettivamente reale. È grazie a lui che gli osservatori contemporanei si riscoprono fragili e piccoli, sabotati, appunto, da un disegno tanto semplice quanto assurdo, e per questo destabilizzante. Ancor più destabilizzante è la semplicità e nitidezza delle opere di Magritte. I suoi soggetti sono assolutamente ordinari e realistici –oggetti di uso comune, uomini elegantemente vestiti, calmi paesaggi – ma veicolano messaggi e concetti sconvolgenti.
D’altronde, il pittore belga aveva la fama di essere un uomo particolarmente elegante e raffinato, anzi addirittura ritenuto “troppo normale” per essere un artista. In realtà, proprio come le sue opere, nascondeva dentro di sé una storia travagliata e non priva di traumi. La madre, infatti, morì suicida nel 1912 quando il giovane René aveva solo quattordici anni.
Alcuni ritengono che l’immagine del corpo rinvenuto in un fiume, con la camicia da notte avvolta attorno alla testa, sia la chiave di volta dell’iconico quadro Les amantes (1928). Nell’opera, infatti, il bacio delle due figure è impedito proprio dai lenzuoli bianchi che le avvolgono. Tuttavia, Magritte ha sempre negato questa versione. Un ulteriore ostacolo nella sua vita fu l’enorme critica che accolse la sua prima esposizione, avvenuta a Bruxelles nel 1927.
L’eredità di Magritte
Oggi Renè Magritte è considerato uno degli artisti più amati del XX secolo, sebbene non sempre sia compreso a pieno. Ma forse è proprio quel sentore di mistero e di indefinito in cui le sue opere sono avvolte che ci fanno sentire più vicini a lui.
L’artista non era solito spiegare il significato nascosto dietro i suoi dipinti. “Non significa niente, perché il mistero non significa niente, è inconoscibile” diceva. Dunque non sapremo mai con assoluta certezza cosa davvero volessero significare quelle due timide sagome nere, ma è bello pensare che ci siano vette irraggiungibili per tutti, tranne per chi riesce a trovare, tramite l’arte della conversazione, una forza così potente da arrivare a danzare con le stelle.