Alcuni se le sono fatte prestare dalle fidanzate, altri dalle sorelle o dalle mamme. Quando il liceo classico Zucchi di Monza ha aperto le sue aule mercoledì 10 novembre, i ragazzi e le ragazze di tutte le sue classi, su iniziativa degli studenti dell’ultimo anno, si sono presentati con gonne di diverso tipo e fantasie. “Zucchingonna”, contro il sessismo e la mascolinità tossica, è una protesta già realizzata anche l’anno scorso, ispirata da alcune azioni di sensibilizzazione nate all’estero.
Contro la sessualizzazione del corpo
“Nel mio armadio ci sono tante gonne e vestiti che mi piacerebbe indossare, ma ogni volta che sono sul punto di farlo, qualcosa mi frena”, commenta una studentessa sotto uno dei post pubblicati sulla pagina Instagram dell’iniziativa. “Sapendo che il sistema sociale non mi difende, se indosso una gonna o un vestito corto sono comunque meno difendibile di chi indossa i pantaloni”, prosegue. La realtà di molte studentesse quando indossano una gonna o un abito è quella di essere oggetto di commenti e di sguardi indesiderati e non richiesti, che suscitano di conseguenza sentimenti di disagio.
Contro la sessualizzazione del corpo delle compagne si sono espressi i ragazzi, uniti in un’iniziativa di solidarietà con l’intento di “manifestare il desiderio di vivere in un luogo in cui sentirsi liberi di essere ciò che si è, e di non essere definiti dai vestiti che si indossano”. A tal proposito si è espressa anche la dirigente scolastica del liceo, commentando che le studentesse e gli studenti stanno difendendo uno sguardo pulito sulla donna, dotata anche di una fisicità che ne palesa la differenza e non la subalternità.
Rappresentazione dell’individualità
La gonna come simbolo dell’iniziativa, considerata tipicamente come un indumento femminile e spesso al centro di scambi di idee in cui ci si chiede se sia o meno appropriata a un determinato contesto, ha valore anche nel versante opposto. Serve infatti anche per una riflessione sulla mascolinità tossica e su tutti quei pregiudizi esistenti nei confronti dei maschi. Sessismo, infatti, è anche imporre ai ragazzi il maschile stereotipato, che esclude l’emotività e la sensibilità.
La società occidentale, che segue un paradigma di tipo patriarcale, in genere favorisce gli uomini, ma discrimina allo stesso tempo gli atteggiamenti degli stessi quando “poco mascolini” e “da donna”. È un’ arma a doppio taglio, in cui il sistema che avvantaggia gli uomini è essenzialmente lo stesso che pone loro dei limiti e inibisce la loro crescita e individualità.
Fuori dal modello
I ragazzi che non aderiscono a questo modello, in questa prospettiva, non indossando un vestiario commercializzato per un pubblico maschile, vengono perciò derisi e posti ai margini della vita scolastica. Anche immaginando, come altrove, una divisa scolastica differenziata per maschi e femmine rappresenterebbe un ulteriore problema per gli studenti di entrambi i sessi. Chi ha un’espressione di genere non binaria, è spesso vittima di aspettative sociali che provengano sia dagli adulti, come i docenti e il personale scolastico, sia dagli stessi compagni di scuola.
Iniziative come quella dei “ragazzi in gonna” propongono invece un ambiente confortevole e disteso, contribuendo all’inclusione di tutte le soggettività. La riflessione proposta dagli alunni di Monza coinvolge infatti tutti allo stesso modo, a prescindere dal genere. Dicendo tanto sulle esigenze degli studenti all’interno della scuola dice anche molto della società in generale, che spesso costringe in caselle e canoni a volte claustrofobici.
Gonne per l’uguaglianza in Europa
Fuori dall’Italia sono proprio le scuole a chiedere ai propri studenti di indossare gonne a scuola per promuovere l’uguaglianza di genere. “Vogliamo che la nostra scuola sia inclusiva e promuova l’uguaglianza”, ha detto ai genitori la Castleview Primary di Edimburgo tramite un’email. Le gonne sono state offerte dall’istituto anche agli studenti che non ne erano in possesso, con l’obiettivo di diffondere il messaggio che i vestiti non hanno un genere e ognuno è libero di esprimersi come meglio crede. Allo stesso tempo, il consiglio comunale di Edimburgo ha affermato che gli studenti non devono partecipare se non lo desiderano e ha osservato che la città è “pienamente impegnata nella promozione dell’uguaglianza”.
Il caso spagnolo
L’iniziativa ha seguito le proteste che sono avvenute in Spagna lo scorso anno dopo che uno studente adolescente è stato espulso dalla scuola e indirizzato a uno psicologo per aver indossato una gonna in una scuola del Paese. In risposta all’episodio, prontamente due insegnanti della scuola elementare Virgen de Sacedon a Valladolid hanno indossato la gonna in classe per tutto il mese di maggio per esprimere il loro dissenso rispetto a quanto accaduto.
Per promuovere una cultura del rispetto delle diversità e delle forme di espressione, l’insegnante spagnolo Velaquez ha aderito alla campagna #LaRopaNoTieneGenero su Twitter: “Per una scuola che educa al rispetto, alla diversità, alla coeducazione e alla tolleranza, vestiti come vuoi!”. Tuttavia, la richiesta degli insegnanti per gli alunni di partecipare all’iniziativa “Indossare una gonna a scuola” è stata accolta con una risposta eterogenea da parte dei genitori. Alcuni hanno appoggiato la campagna, ma altri hanno implorato la scuola di “lasciare che i bambini siano bambini”.
Niente di nuovo
Senza necessariamente andare troppo a ritroso nella storia della moda, è facile notare come i capi o i colori che hanno definito l’abbigliamento per uomini e donne sono ciclicamente cambiati in base alle convenzioni sociali e alle necessità dei tempi. Le culture in cui gli uomini hanno scoperto le gambe o indossato gonne senza temere per la loro virilità sono in realtà moltissime, e non distanti da noi: dai samurai giapponesi fino ai kilt scozzesi, passando per i trend ti TikTok e le passerelle di alta moda. Nel 2021, secondo quanto riportato da «Lyst», la gonna è entrata nella top 10 dei capi e accessori più acquistati e ricercati anche dagli uomini. Rappresentando così un esempio di come richieste e desideri varino sempre insieme ai gusti e alle convinzioni nella società.
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