G20, dalla crisi climatica all’economia: facciamo il punto

Il G20, tenutosi il 30 e 31 ottobre 2021, presso il Roma Convention Center “La Nuvola”, si è concluso con l’adozione della G20 Rome Leaders’ Declaration. Dal 1999, data della sua nascita, ha avuto luogo per la prima volta in Italia. Si tratta di un forum internazionale che riunisce i rappresentanti delle maggiori economie mondiali: venti Paesi membri, ai quali si aggiungono la Spagna, come invitato permanente, diversi Stati e organizzazioni internazionali o regionali che vengono, ogni anno, invitate dalla presidenza, che viene assunta del Paese ospitante. Una grande occasione per la Capitale, un’ottima opportunità per l’Italia.

La direzione italiana non era partita sotto i migliori auspici: l’unilateralismo di Donald Trump non era certo un terreno fertile per la cooperazione, ma l’elezione di Joe Biden ha cambiato le carte in tavola, e così la direzione italiana ha potuto cogliere l’occasione di un rinnovato spirito di coesione, a detta di Mario Draghi, Presidente del Consiglio e del G20 stesso.

Cina e Russia, USA e Ue

Il premier ha dovuto far fronte a situazioni, comunque, poco felici: Vladimir Putin e Xi Jinping, presidenti di Russia e Cina, hanno partecipato al summit in modo virtuale; ecco la spia di un forte conflitto che pare prossimo tra gli USA e le due potenze appena citate. Cina e Russia temono che i futuri G20 possano avere una trazione sempre più occidentale e prevedono la genesi di una alleanza a loro avversa. Il presidente democratico ha cercato, fin da subito, di riallacciare i rapporti con l’Unione europea: infatti, con una conferenza stampa, Joe Biden e Ursula von der Leyen, presidente della commissione Ue, hanno dichiarato che i dazi su acciaio e alluminio europei saranno rimossi e che la presidente proporrà una misura pari per quanto riguarda merci statunitensi.

La minimum tax

Un altro accordo molto importante è stato preso in merito alla Minimum tax, da attuare entro il 2023. La tassa prevede una aliquota minima del 15% sugli utili delle multinazionali, per evitare che queste trasferiscano la propria sede fiscale in un Paese con un trattamento più favorevole. Solo una governance globale riformata avrebbe potuto permetterne la realizzazione; infatti, sebbene non si possa ancora parlare di un sistema multilaterale ben funzionante la direzione presa pare essere proprio questa visione. D’altronde le grandi sfide che si prospettano nell’immediato futuro riguardano il mondo intero, e sarà quindi utile, per non dire necessario, affrontarle con una coesione internazionale salda e costruttiva.

La questione climatica

Un tema abbastanza controverso è quello del clima. Se da un lato i leader sono stati concordi nel riconoscere un tetto massimo pari a 1,5° per il riscaldamento globale, dall’altro India, Cina e Russia hanno rifiutato di impegnarsi per il raggiungimento della neutralità carbonica globale entro il 2050.

Boris Johnson, primo ministro britannico, ha parlato di una crisi imminente, mentre Mario Draghi, con più tranquillità, chiede di affrontare una problematica per volta. Il Presidente del Consiglio si è anche rivelato fiducioso sulla bontà dell’impatto che le nuove tecnologie avranno nei confronti del clima. Cento miliardi saranno, in ogni caso, destinati ai Paesi in via di sviluppo, una mossa atta a neutralizzare il mondo da emissioni nocive entro la metà del secolo circa, questo il limite temporale indicato.

Principe Carlo e Papa Francesco

Anche il Principe Carlo, su invito della presidenza, è intervenuto parlando della crisi climatica. Il principe di Galles percepisce un cambiamento negli atteggiamenti e uno slancio positivo, mentre ricorda ai leader mondiali la responsabilità schiacciante che nutrono nei confronti delle generazioni future, confermando il suo impegno pluridecennale nella guerra alla crisi climatica.

Papa Francesco, che aveva fatto sentire la propria opinione, chiedendo al G20 di riconoscere la differenza enorme tra Paesi potenti e in via di sviluppo, si è pronunciato di recente sulla crisi climatica, invitando quanti hanno responsabilità politiche e economiche ad agire subito con “coraggio e lungimiranza”.

La lotta alla pandemia

Anche sul fronte della lotta alla pandemia sono stati fissati degli obiettivi: vaccinare il 40% della popolazione in tutti gli Stati entro il 2021 e il 70% entro la metà del 2022. Un obiettivo ambizioso, che mette in luce le differenze economiche a livello globale. Anche qui infatti l’attenzione è rivolta ai Paesi in via di sviluppo, che saranno aiutati finanziariamente, ma anche con strategie per sostenere la ricerca e lo sviluppo sociale e sanitario.

I rapporti tra leader

Il G20 non è stato solo sede di accordi mondiali, ma anche bilaterali, come quello stretto tra Emmanuel Macron, presidente francese, e Boris Johnson, in merito alle licenze di pesca nella Manica. Questo ultimo, in un bilaterale ha pure elogiato Draghi affermando: Congratulazioni per il tuo G20. L’hai organizzato brillantemente e hai fatto un’enorme quantità di lavoro”. I principali leader si sono detti, quasi unanimemente, soddisfatti dell’incontro e dell’operato della presidenza italiana, che dunque ha riscosso grande successo a livello internazionale.

Le sfide del futuro

Posto che gli accordi siano soddisfacenti, ora sarà necessario rispettarli. Sarà obbligatorio passare dalle parole ai fatti. Questa può essere l’occasione per dimostrare che la politica non è solo un agglomerato di false promesse, come troppo spesso si crede. Il futuro si prospetta pieno zeppo di sfide difficoltose e importanti, ma l’impegno deve essere preso sin da oggi, poiché il tempo a disposizione si consuma velocemente. È necessaria una collaborazione globale che possa muoversi in una direzione comune, almeno per quanto riguarda la lotta al cambiamento climatico. Il pericolo, logicamente, riguarda tutta l’umanità, non un Paese piuttosto che un altro. Lavorare insieme può solo essere proficuo, e la posizione di grandi Stati come India, Cina e Russia avrà un ruolo fondamentale per la buona riuscita dei prospetti.

In conclusione

Le divergenze storiche e politiche dovranno essere messe da parte, altrimenti nessuno sforzo varrà la pena. Prima si capirà che la sfida riguarda ognuno, prima si risolverà il problema. È importante ricordarsi che anche i piccoli gesti fanno la differenza, è, come sempre, una questione di responsabilità nei confronti di sé e degli altri.

È ingenuo pensare che il G20, da solo, possa essere la base di una governance multilaterale, tuttavia la presidenza italiana ha dimostrato che una collaborazione è possibile e ha tracciato il percorso per un futuro più sicuro, più verde e più giusto.

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