Tutti, ormai, associano il 31 ottobre alla festa di Halloween. Una ricorrenza che, in particolare negli ultimi anni, ha assunto un carattere profondamente consumistico e commerciale. In realtà Halloween ha delle origini letterarie e artistiche che vanno ben oltre i festeggiamenti di una notte.
Cos’è Halloween realmente?
Halloween è una vera e propria festa in costume che si è diffusa nel corso degli anni in varie parti del mondo: Stati Uniti, Australia, Europa. Si tratta di una festività di origine celtica associata al gusto del macabro e all’horror. Alcuni culti pagani, legati all’occulto, spostano l’attenzione su una giornata particolare che segna il passaggio alla morte come una forza generatrice della vita. Così Halloween fonde il culto e il rispetto dei morti all’esorcizzazione delle paure legate a forze sovrannaturali. Dunque, il sacro ed il profano si sovrappongono, creando una ritualità che tende ad allontanare le forze negative e la paura.
In questo modo si può identificare Halloween con il concetto della paura, che è stato frequentemente rappresentato in campo artistico, dando voce ad alcune opere dal chiaro sapore horror.
1. Saturno che divora i suoi figli
Nella lista di opere terrificanti per Halloween inseriamo il dipinto Saturno che divora i suoi figli (1819-1823) del celeberrimo pittore spagnolo Francisco Goya. L’opera fa parte delle Pitture Nere, un ciclo di quattordici dipinti realizzati dall’artista, ma che non gli erano stati commissionati e soprattutto non erano destinati al pubblico. Nell’opera citata Saturno divora i suoi figli appena nati, dimostrandosi vinto da una foga cannibalesca, con uno sguardo allucinato, gli occhi strabuzzanti dalle palpebre, le fauci spalancate e le mani avide. Goya rappresenta quindi una scena piuttosto terrificante, che esprime una grandissima violenza.
Sono state date moltissime interpretazioni dell’opera: dal conflitto tra vecchiaia e gioventù, al tempo come divoratore di ogni cosa, in particolare riferendosi alla Spagna che divorava i suoi figli migliori in guerre e rivoluzioni. L’interpretazione più accreditata è forse quella per cui la figura di Saturno (Crono) viene identificata con quella di Ferdinando VII di Spagna, che attuò il ripristino dell’assolutismo e la repressione del potere liberale.
2. Papa che urla
La rappresentazione del Papa che urla (1953) di Francis Bacon è invece molto personale e alternativa per un pittore del ‘900. L’opera è considerata una tra le più terrificanti della storia dell’arte, per questo merita di essere menzionata nella nostra lista di opere paurose per Halloween. Il volto del Papa è deformato da un urlo di terrore e il corpo sembra quasi essere quello di un fantasma. La figura rappresentata, quindi, perde la sua umanità, in stato inquietante del trono papale che assume le sembianze di una sedia elettrica, con uno sfondo nero e tenebroso. Il ritratto è molto realistico, conturbante a tal punto che sembra di sentire il Papa urlare.
Il Papa che urla è una sorta di ribellione verso l’istituzione religiosa, basata su idee culturali che muravano la libertà dell’artista. Per questo Bacon rappresenta il Papa come una figura tramutata in un demone che disturba la quiete. In generale, le opere del pittore si distinguono per una rappresentazione del lato oscuro della mente umana, quello negativo e malvagio, che incarna l’io più profondo dell’artista, come di ognuno.
3. Il volto della guerra
Un altro celebre dipinto a tema Halloween è sicuramente Il volto della guerra (1940) di Salvador Dalì che rappresenta le orrende carneficine delle guerre. In quest’opera, un volto terrificante ed enorme si solleva in un paesaggio desertico, che fa da sfondo alla scura smorfia di dolore che attraversa il volto protagonista. Ma il dettaglio che più risalta sono i teschi all’interno delle due orbite oculari e della bocca, che a loro volta presentano altri teschi all’interno delle cavità. Dalla parte posteriore del volto, poi, si innalzano dei serpenti dall’aria minacciosa, che avvolgono il viso, attorcigliandosi attorno ad esso. Alcuni si infilano all’interno delle orbite, mentre altri cadono a terra.
Il significato di quest’opera è legata alla distruzione causata dalle guerre, in particolare alla Guerra Civile Spagnola, che fa da sfondo anche al Guernica di Pablo Picasso, e alla Seconda Guerra Mondiale. I teschi presenti rimandano continuamente alla morte, che fa pensare ad una perenne presenza della guerra nel destino dell’umanità. Il volto rappresenta una sorta di “maschera della morte“.
4. Teste di giustiziati
Il dipinto per eccellenza, perfetto per un’ode halloweeniana, è Teste di giustiziati (1818) di Jean-Louis André Théodore Géricault, ritenuto uno dei dipinti più terrificanti del mondo artistico. Su uno sfondo chiaroscurale, due teste mozzate, di una donna e di un uomo, sono posate su una natura morta. Il telo bianco e spento non fa che esaltarne il colorito della pelle, enfatizzando il sangue rappreso alla base del collo. L’espressione del cadavere è pera nel vuoto e sembra quasi sfiorare lo spettatore con le sue pupille vitree.
Ma cosa spinse il pittore a rappresentare questa scena? Il riferimento è tratto da un’altra grande e altrettanto spaventosa opera di Géricault, intitolata la Zattera della Medusa (1818). Le opere raffigurano degli eventi cronologicamente accaduti nella realtà. Il 2 luglio 1816, la regata francese Méduse andò incontro ad un catastrofico naufragio, dove morirono praticamente quasi tutti. Solo dodici naufraghi, grazie ad una zattera, riuscirono a sopravvivere. Cercando di non farsi vincere dalla fame, si diedero al cannibalismo, mangiando i corpi dei caduti. Géricault rappresenta così con un crudo realismo il tragico episodio.
5. Giuditta e Oloferne
Celebriamo dunque Michelangelo Merisi, detto Caravaggio, nel rappresentare l’episodio biblico della decapitazione del condottiero assiro Oloferne da parte della vedova ebrea Giuditta, intenzionata a salvare il proprio popolo dalla dominazione straniera. Giuditta è raffigurata intenta a decapitare Oloferne con una scimitarra, accanto a una vecchia signora che assiste alla scena. Caravaggio concentra una certa emotività nello sguardo di Oloferne, che ha uno sguardo piuttosto vitreo, ma i muscoli sono ancora in tensione. Ciò fa presupporre che la sua morte potrebbe essere solo apparente. Giuditta, invece, compie il gesto con una certa riluttanza. Le sue braccia sono tese, come se volesse allontanarsi dal corpo di Oloferne.
La ragazza è presentata come un simbolo di salvezza che Dio offre al popolo ebraico e assume dunque un ruolo salvifico, evocato dal colore bianco della sua camicia. In maniera simbolica, il volto di Oloferne potrebbe invece rappresentare un autoritratto del pittore. L’urlo di spavento e di dolore del generale sono una rappresentazione simbolica della paura e della castrazione, che la decapitazione evoca in modo drammatico.
6. Trionfo della morte
Già dal titolo viene evidenziata la crudezza dell’opera Trionfo della morte (1562) di Pieter Bruegel il Vecchio. Nel dipinto la morte sopraggiunge uccidendo gli uomini in vari modi. I toni caldi dell’opera evocano un’atmosfera arida e infernale. Tra i personaggi di maggior spicco, per esempio, c’è un imperatore – in basso a sinistra – che si rivolge a uno scheletro con l’armatura che, a sua volta, affonda le mani in barili pieni di monete. Dietro di lui passa il carro della morte, carico di teschi, guidato da uno scheletro che suona una viola e da un cavaliere su un cavallo magrissimo. Alcune persone cercano di nascondervisi.
Da una specie di chiesa un gruppo di scheletri vestiti di bianco suona le trombe dell’Apocalisse. Poco più sopra, altri tirano con forza le corde di una grossa campana. Inoltre, al centro un castello di diavoli prende fuoco e poco lontano una serie di mostri esce da una voragine infernale riversandosi nel creato. Nel Trionfo della Morte, Bruegel vuole evidenziare la difficile situazione politica e sociale di quegli anni di guerre e pestilenze.
7. Incubo
Per chiudere le notti insonni di Halloween è importante segnalare Incubo o L’incubo (The Nightmare) di Johann Heinrich Füssli, di cui sono state realizzate diverse versioni. Già lo sfondo dell’opera appare piuttosto inquietante, in quanto la scena si svolge in una stanza in penombra. In primo piano c’è una giovane ragazza che dorme in una posa innaturale e scomposta, che sottolinea il suo dramma interiore. Il volto della giovane appare sofferente ed è talmente pallida da sembrare quasi morta.
Il significato letterale della parola “Nightmare” è associato alle sensazioni della persona addormentata come pesantezza sul torace, paralisi nel sonno e terrore. Night, infatti significa notte e Mare significa cavalla. Il Mare, però, era un piccolo demone che durante il sonno poteva sedersi sul petto dei dormienti causando ansia e incubi notturni. Queste sensazioni si materializzano nel mostro accovacciato sulla ragazza, che è la personificazione dell’incubo. La creatura, grottesca, fa pressione sulla fanciulla. Per via del suo ghigno, delle orecchie appuntite, della gobba e della folta peluria è accomunato a un goblin. Il demone sembra quasi aver tolto la vita alla ragazza, per questo genera un forte impatto emotivo sull’osservatore. Il suo sguardo è inquietante e pare che stia per avventarsi su chi lo sta osservando.
In prossimità di Halloween, è dunque giusto ricordare come la paura e il terrore siano in realtà stati d’animo molto rilevanti nella storia dell’arte. La paura, definita il sentimento più antico dell’esperienza umana, durante Halloween si trasforma in arte, e non solo attraverso l’eredità storica delle opere che hanno affascinato il mondo conturbante, ma anche, in epoca odierna, attraverso trucchi e costumi terrificanti, dettati dalla fantasia di ognuno.
Buon Halloween!
FONTI
Wiki_Saturno che divora i suoi figli
CREDITS
Saturno Che Divora I Suoi Figli
Teste giustiziate/Zattera della Medusa