Nella nuova generazione di registi horror, ce ne sono tanti che negli ultimi anni hanno prodotto risultati cinematografici assai significativi, con pellicole che si sono guadagnate grandi incassi al botteghino. Tuttavia, la maggior parte di essi si è contraddistinta per singoli film, non riuscendo spesso a mantenere lo stesso livello di successo. E poi c’è James Wan che, invece, dall’inizio della propria carriera ci ha regalato lungometraggi da brivido, intervallati anche da film appartenenti ad altri generi, ma ugualmente interessanti.
In questo spazio cercheremo di ripercorrere i migliori momenti cinematografici di Wan, raccontando di alcune pellicole che fanno letteralmente accapponare la pelle. Musiche da incubo, scene splatter, finali tutt’altro che lieti, e tanto ancora. Perciò, prendetevi qualche minuto per mettervi comodi, ne vedrete delle belle.
Gli inizi e Saw
Jame Wan nasce in Malaysia nel 1977, ma cresce in Australia dove studia e si laurea alla Royal Melbourne Institute of Technology. Sin da subito incomincia a muovere i primi passi nel mondo cinematografico. Nel 2000, infatti, appena ventitreenne, esordisce con il suo primo lungometraggio, intitolato Stygian, che ha ottenuto il Best Guerrilla Film al Melbourne Underground Film Festival.
Soltanto quattro anni dopo, Wan diventa l’ideatore di una delle saghe horror più note del cinema contemporaneo, quella di Saw. Così, nel 2004 esce Saw-L’enigmista, diventato non solo un vero e proprio classico tra i film dell’orrore, ma anche il pioniere di una sorta di estensione del genere stesso, il cosiddetto “torture porn”. Si tratta, in effetti, di pellicole caratterizzate dalla presenza di giochi psicologici, torture e sadismo, il tutto accentuato da dettagli splatter, per niente adatti ai più deboli di cuore.
Saw passa alla storia soprattutto per la grandissima presenza di certi elementi, che diventano poi un tratto distintivo di tutta la serie di film, nove fino ad oggi, realizzati da registi diversi. Ed è interessante notare come questa tipologia cinematografica riesca ancora a catturare un vastissimo pubblico, nonostante siano trascorsi quasi vent’anni. È l’enigmista a creare certi terribili giochi, complessi da risolvere, ma non impossibili. C’è infatti sempre soluzione, ma questa raramente viene raggiunta, causando perciò alle vittime delle morti atroci.
Dead silence e Death sentence
Lasciata l’eredità di Saw a nuovi registi, James Wan dirige altri due riuscitissimi horror, usciti entrambi nel 2007. Il primo è Dead Silence, che rimarca un tema classico del genere, “la bambola assassina”, questa volta in versione maschile. Billy è infatti un pupazzo dai tratti inquietanti che, nel momento in cui arriva casualmente all’interno di una famiglia, inizia ad essere la causa di efferati omicidi. Ma dopo una serie di ricerche, viene fuori che Billy apparteneva ad un’anziana ventriloqua di nome Mary Shaw, sulla cui storia – a metà tra leggenda e realtà – è giocata l’intera pellicola.
Quasi contemporaneamente, Wan gira un altro film dal titolo peraltro assonante, Death Sentence, ispirato direttamente da un romanzo di Brian Garfield. In sostanza, si tratta del racconto di una vendetta che sembra impossibile da placare, e che coinvolge il protagonista Nick Hume, interpretato da Kevin Bacon. Infatti, dopo aver assistito al brutale omicidio del proprio figlio, Nick inizia un’incessante caccia nei confronti dei colpevoli, che lo trasformerà in un imperdonabile vendicatore.
Insidious
Circa tre anni dopo, nel 2010, Wan continua a sorprendere e allo stesso tempo a terrorizzare con la direzione del primo dei due capitoli di Insidious. Qui il paranormale si mescola al demoniaco, in una serie di eventi terribili che coinvolgono la famiglia Lambert. I due coniugi, insieme ai loro tre figli, si trasferiscono in una bellissima casa, nella quale però sin da subito accadono cose strane. A partire dallo stato di coma in cui cade improvvisamente Dalton, il loro primogenito.
Da qui fatti orribili coinvolgeranno l’intera famiglia, in un crescendo di terrore e paura, che soltanto James Wan sa unire come pochi altri riescono a fare. Com’è naturale, il finale è aperto poiché prepara al secondo capitolo della serie. Insidious 2–Oltre i confini del mare vedrà la luce nel 2013 e sarà un altro grande successo diretto sempre dal regista australiano. Insidious 3–L’inizio, invece, nonostante esca nel 2015, si configura come prequel della saga, raccontando i fatti precedenti a quelli narrati nei primi due capitoli. Ma questa volta la direzione è affidata a Leigh Whannell, che fino ad ora era stato lo sceneggiatore degli altri film.
A chiudere – per ora – la saga è Insidious–L’ultima chiave (2018), diretto da Adam Robitel, che va posto cronologicamente in maniera successiva al film del 2015.
The Conjuring
James Wan sembra davvero non riuscirsi a fermare, e così nel 2013 dà vita ad una nuova e fortunatissima saga, quella di The Conjuring. La storia si lega ai coniugi Ed e Lorraine Warren, due demonologi realmente esistiti, che hanno lavorato su numerosi casi di fenomeni paranormali negli Stati Uniti. Infatti, la trama del primo film della serie, The Conjuring-L’evocazione, si fonda proprio su un caso dei Warren del 1971 che coinvolge la famiglia Perron, nel New England.
Così, una dietro l’altra queste storie si incastrano dando vita a moltissimi altri film, suddivisi sia in capitoli cronologicamente successivi sia in particolari spin-off, tra cui Annabelle e The Nun-La vocazione del male. Insomma, è evidente quanto siano eccezionali le capacità registiche di Wan, che riesce costantemente a stupire il proprio pubblico, pur rimanendo stilisticamente fedele a certi dettagli che lo hanno reso uno dei registi più famosi dell’odierno panorama horror.
Malignant
L’ultimo film di James Wan è arrivato nelle sale cinematografiche italiane proprio in questi giorni, ed è un’ennesima prova del suo stile e della sua bravura. Relativamente diverso per la trama dalle altre pellicole del regista, Malignant è un mix, a tinte splatter, di terrore e effetti speciali. Il misterioso assassino, impossibile da vincere, ha sembianze umane ma il suo volto rimane celato fino allo scioglimento del finale. Madison, la protagonista, vive invece un incubo costante, riuscendo a “vedere” gli efferati delitti compiuti ad opera dell’omicida.
La colonna sonora e i momenti di suspense da brivido sono ancora una volta la firma di un regista dalle grandissime capacità, sempre pronto a stupire e, soprattutto, a terrorizzare generazioni di fan sempre più numerose.
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