La luce della luna è una silloge poetica di Rudy Toffanetti – classe 1994 – pubblicata da Nino Aragno editore nel 2020 con prefazione di Franco Loi. Per Francesco Terracciano di «Inverso poesia» “Il valore della scrittura poetica di Toffanetti sta nella volontà disperata di leggere il mondo senza farsi illusioni, ma conservando il soccorso dell’emozione e della meraviglia, nella capacità di aderire ai suoi tagli e al suo mistero”
In quest’opera la Luna acquista un ruolo fondamentale, che rimanda a echi antichi e ancestrali. Qui la sua luce scivola lasciando il segno, come evidenzia Franco Loi, utilizzando un termine delle proprie poesie “Slisa” per descrivere ciò che sorprende della raccolta di Toffanetti. L’autore riesce infine a recuperare un senso del divino, di un dio dai tratti scherzosi che può essere gioco e mistero insieme.
Un’indagine che interroga la realtà alla ricerca di un significato
In La luce della luna emergono immagini che hanno permeato e pervadono la vita di Rudy Toffanetti: lo studio, le notti trascorse in ambulanza nelle periferie del sud di Milano, la vita universitaria, amici che partono lasciando la città e il timore per un futuro abbandonato all’incertezza. Intanto l’autore legge i mistici islamici e Loi stesso.
Quella di Rudy Toffanetti è una poesia che non si impone di costruire una nuova cosmogonia o ontologia, e nemmeno di demolire una vecchia, piuttosto si impegna nel tentare di decifrare la realtà. Quest’ultima è composta da segni, che possono essere interpretati, ma Toffanetti non lo fa, non li interpreta, li offre al lettore come un enigma. Nonostante ciò non rinuncia a interrogare i segni, non rinuncia a un’indagine tagliente, che incide e seziona la realtà, alla ricerca di un senso o di un significato. Pone domande al lettore e invita tutti noi a porcene sempre di più, come molti ritengono che sia compito della “vera” letteratura. L’esistenza è così problematizzata.
Un universo riconoscibile e un senso del divino
Le poesie contenute in La luce della luna affrontano zone buie, in ombra e vuoti dell’esistenza che potrebbero essere delineati in modo angosciante, eppure il lettore non arriva mai a provare angoscia, non cade mai in preda allo sconforto. Nella raccolta di Toffanetti si alternano malinconia e chiarezza, con una lucidità che invita il lettore a riconoscersi in un universo e un linguaggio noto. L’autore dipinge una quotidianità e una vita fatta di cose reali e concrete, ma abitata anche dalla presenza dell’altro, con il quale il confronto è inevitabile. Quella descritta è anche una vita da inseguire, in cui il tempo che scorre assume una parte rilevante. Il poeta arriva ad affermare la ragione dell’altro e l’importanza dell’errore, l’importanza di poter sbagliare. La sua è anche una ricerca d’attribuzione di significato. Ormai però in un contesto e in una società in cui le ideologie sono morte, non è possibile trovare un significato “assoluto”. Dunque, a ogni cosa si possono attribuire molteplici significati, non uno univoco.
Il divino assume senso e centralità, infatti nella prefazione Franco Loi ammette: “C’è sempre qualcosa che va oltre: la fiducia nell’esistenza divina. Questo supera il negativo storico e il negativo naturale. Ma la divinità è mistero, come nella mia poesia ‘De diu sun mat’. Lì dico che dio è scherzoso, è come fa la luna, che i miei pensieri sono nuvole e lui si nasconde”. Il poeta della silloge La luce della luna poi giunge a sperimentare mistero e meraviglia di fronte alla vita e riconosce che certi dubbi non possono essere sciolti.
La luce della luna trasforma in dolcezza dolore, amore e nostalgia
Con un linguaggio netto e uno stile apparentemente semplice, in equilibrio, Toffanetti dà voce alle proprie emozioni e sono proprio queste che spesso possono scendere in profondità, là dove il ragionamento non è più in grado di portare. Getta sul mondo uno sguardo che lo illumina con “la grazia del miracolo che solo i poeti alle volte sanno compiere”. Mentre Toffanetti “osserva e registra, capta sussurri, traduce gesti, occhiate, piccoli dettagli che ricompone in narrazioni liriche, possibili spunti testamentari, una Spoon River vissuta all’ombra delle nostre città”, dolore, amore, nostalgia mutano in dolcezza, sotto la luce della luna:
Darei via gli arrivi e le partenze degli aerei
per dormire assieme alla tua ombra.
La luce dei lampioni fa un deserto
del lenzuolo e sfiorandoci le gambe apriamo
dune e crateri. Il mondo non immagina
che piccolo miracolo è avvenuto dove il buio
di due corpi ha inventato la luce della luna.
Si racconta un percorso esistenziale, estremamente umano, che riguarda ciascuno di noi e intanto gli occhi del poeta non perdono di vista l’alterità.
La musica nella poesia e il poeta
Per Rudy Toffanetti la musica presente nella poesia è una dimensione essenziale: “ne regola l’accadere, un sistema di ritorni, di picchi e di distensioni e di attese soddisfatte o tradite in cui i vari strumenti retorici dialogano tra di loro” afferma in un’intervista. Oltretutto ha iniziato a scrivere poesie, pensando di aver scritto il testo di una canzone, accorgendosi subito dopo che non avrebbe saputo come accompagnarla con una melodia della chitarra.
Nato a Milano nel 1994, Rudy Toffanetti si è laureato in lettere classiche e ora insegna in un liceo della sua città natale. Ha anche studiato teatro con la compagnia di Studio Novecento e fa il volontario in Croce Rossa dal 2015. Nel 2016 è uscita la sua prima raccolta di poesie, Sul confine, edita da Nino Aragno editore.
FONTI
Rudy Toffanetti, La luce della luna, Nino Aragno editore, 2020
CREDITI