Roma: apertura di un nuovo centro antiviolenza. Ma la barbarie non si arresta

13 settembre 2021: apre il nuovo centro antiviolenza di Roma Capitale, a via Casal del Marmo, nel Municipio XIV. Con questo nuovo sportello salgono a 9 le nuove strutture di questo tipo aperte dal Campidoglio.

Il nuovo centro porterà il nome di Teresa Buonocore, vittima di camorra e femminicidio. Fu uccisa a Napoli nel 2010 per aver denunciato chi aveva abusato di una delle figlie.

Il tipo di sostegno offerto dal centro è contro ogni tipo di violenza di genere: fisica, sessuale, psicologica, domestica, economica, stalking, molestie sul lavoro.

A ogni donna viene offerto un piano personalizzato di fuoriuscita dalla violenza.

Numeri alla mano

La violenza interessa circa 1 donna su 3. I dati dell’ISTAT (Istituto nazionale di statistica), fermi al 2014, mostrano che il 31,5% delle donne ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale.

Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner, parenti o amici. Circa 2 milioni 800 mila donne (13,6%) hanno subìto violenze fisiche o sessuali da partner o ex partner.

Il 24,7% delle donne ha subìto almeno una violenza fisica o sessuale da parte di uomini non partner: il 13,2% da estranei e il 13% da persone conosciute. In particolare, il 6,3% da conoscenti, il 3% da amici, il 2,6% da parenti e il 2,5% da colleghi di lavoro.

Violenza in aumento nel 2020

I mesi cruciali della pandemia, quelli tra marzo e ottobre, hanno registrato un boom di richieste d’aiuto.

Le chiamate al 1522, il numero di pubblica utilità contro la violenza sulle donne e lo stalking, sono aumentate del 79,5% nel corso del 2020.Donna lacrime

Rispetto agli anni precedenti, sono aumentate le richieste di aiuto delle giovanissime fino a 24 anni di età (11,8% nel 2020 contro il 9,8% nel 2019) e delle donne con più di 55 anni (23,2% nel 2020; 18,9% nel 2019).

Il luogo dove vengono registrate la maggior parte delle violenze è la propria abitazione.

Oltre all’emergenza sanitaria che tutti abbiamo vissuto, il 2020 è segnato come annus horriblis anche per quanto riguarda i femminicidi. Il peggiore in termini di percentuali dal 2000. Il 2020 ha registrato la percentuale più alta di sempre per quanto riguarda la componente femminile negli omicidi. Ben il 40,6%.

Centri antiviolenza

I centri antiviolenza (CAV) forniscono informazioni e supporto alle donne che vogliono superare qualsiasi tipo di violenza di genere: psicologica, fisica, economica, domestica, intra ed extrafamiliare.

Nel 2019, in Italia, sono presenti circa 338 i centri e i servizi specializzati nel sostegno alle donne vittime di violenza.

Servizi offerti

I vari centri antiviolenza offrono diversi servizi, tra i quali: accoglienza telefonica, colloqui di sostegno, consulenza legale, supporto emotivo-relazionale, orientamento e accompagnamento al lavoro.

I centri antiviolenza insieme alle case rifugio rappresentano i mezzi principali di difesa contro una violenza.

Le case rifugio

La casa rifugio è una struttura dedicata che fornisce un alloggio sicuro alle donne vittime di violenza e ai loro bambini, a titolo gratuito e indipendentemente dal luogo di residenza.

Obiettivo principale della casa rifugio è quello di protezione e ospitalità per i tempi previsti dal percorso personalizzato. Vengono, inoltre, resi disponibili servizi educativi e sostegno scolastico ai minori.

Il cuore di queste strutture è rappresentato dalla protezione e dalla salvaguardia dell’incolumità fisica e psichica.

Femminicidi nel 2021

Nei primi otto mesi del 2021 sono state 83 vittime di femminicidio. Molti di questi commessi dal proprio partner, o chi diceva di esserlo.

Una pena senza fine quella che stiamo scontando nel mese di settembre dove sono state registrate, solamente questo mese, più di sette donne.

Numeri e contatti utili

Oltre ai vari centri antiviolenza, è bene tenere a mente il numero 1522. Il numero di pubblica utilità 1522 (Numero antiviolenza e stalking) è attivo 24 ore su 24 per tutti i giorni dell’anno. È accessibile dall’intero territorio nazionale gratuitamente, sia da rete fissa che mobile, con un’accoglienza disponibile in lingua italiana, inglese, francese, spagnola e araba.

Inoltre, tra i vari contatti utili è importante segnalare anche l’app YouPol, che è stata realizzata, inizialmente, per denunciare episodi di spaccio e bullismo. Successivamente è stata estesa anche alla denuncia di violenza subita tra le mura domestiche.

Panchina rossa contro la violenza sulle donne


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