L’insostenibile leggerezza dell’essere è un romanzo dello scrittore ceco Milan Kundera, pubblicato nel 1984. Racconta le storie di Tomás, Tereza, Sabina e Franz. I loro amori s’intrecciano: come afferma Pietro Citati “Tomás ama Tereza, Tereza ama Tomás: Franz ama Sabina, Sabina (almeno per qualche mese) ama Franz; quasi come nelle ‘Affinità elettive’ si forma il perfetto quadrato delle affinità amorose”. Ciononostante non si ripropone il meccanismo dello scambio di coppia del romanzo di Goethe. Sabina è stata una delle amanti di Tomás, fino a diventare una sua vecchia amica; ha passato del tempo insieme anche a Tereza, moglie di Tomás.
Tomás
In qualche modo viene descritta l’intera esistenza di Tomás e Tereza da quando si incontrano. Assieme al narratore si entra nelle loro teste e il racconto viene restituito da entrambi i punti di vista, si scopre il loro modo di pensare, le ragioni delle loro azioni, i loro desideri.
Tomás è un rispettato chirurgo di Praga e donnaiolo, che facendo l’amore ogni volta con una donna diversa pensa di poter scoprire l’inimmaginabile. Per lui l’inimmaginabile è ciò che differenzia un essere umano dall’altro, perché al contrario i tratti comuni possono essere immaginati. In più è convinto che “fare l’amore con una donna e dormire con una donna sono due passioni non solo diverse ma quasi opposte. L’amore non si manifesta col desiderio di fare l’amore (desiderio che si applica a una quantità infinita di donne), ma col desiderio di dormire insieme (desiderio che si applica a un’unica donna)”.
Tereza
Tomás rimane insieme a Tereza tutta la vita, nonostante i propri continui tradimenti, che la tormentano, anche quando pensa di aver imparato a conviverci. All’inizio Tereza faceva la cameriera, ma una volta trasferita a Praga per stare con Tomás trova lavoro nel laboratorio fotografico di una redazione. Con l’invasione dei Russi (1968), si spostano a Zurigo, poi Tereza torna a Praga e Tomás un paio di giorni dopo la segue.
Il loro spostarsi è sempre dettato da un’insoddisfazione di fondo di Tereza. Infatti dopo anni si ritirano poi in campagna, dove il regime comunista non può raggiungerli. Intanto Tomás è diventato un lavavetri perché non può più esercitare la sua professione: non vuole ritrattare un articolo in cui sostiene che chi ha collaborato con i sovietici dovrebbe punirsi come ha fatto Edipo, una volta scoperta la propria colpa.
Es muss sein!
Per Tomás è fondamentale l’imperativo “Es muss sein!”, pronunciato dal Destino nel quarto movimento dell’ultimo quartetto op. 135 di Beethoven. Il Destino bussa alla porta e implica un’idea di necessità. È il dovere e il pensiero che si trova alla base dell’idea che ha Tomás del proprio lavoro di medico e del proprio amore per Tereza.
Eppure l’”Es muss sein” nei confronti di Tereza vacilla e Tomás considera di averla incontrata grazie a determinate coincidenze: ad esempio se il suo primario non avesse avuto la sciatica, Tomás non sarebbe andato a curare un paziente nella città di Tereza. Tereza sarebbe potuta essere chiunque altro e pure lo stesso Tomás. Forse alla fine è un caso il loro incontro; magari è anche un caso che dopo la prima notte passata insieme, Tereza abbia avuto la febbre e si sia fermata da Tomás una settimana. In quel frangente Tomás percepisce il ritorno di Tereza come l’arrivo di una cesta con dentro un neonato portato dal fiume, pensando a Mosé o Edipo.
Nonostante tutto, la concezione connaturata all’”Es muss sein” rischia di annullare qualunque possibilità di libero arbitrio e scelta.
L’insoddisfazione
L’amore tra Tomás e Tereza poggia sulla fedeltà di Tereza. Tomás s’ingelosisce molto facilmente, gli basta vederla ballare con un amico. La donna in Svizzera arriva a rinunciare al proprio lavoro di fotografa. Da una parte lo fa perché non vuole ricominciare fotografando cactus, dall’altra perché afferma che tutto ciò che desidera è soltanto amare suo marito.
A Praga però, poco prima di andarsene, per pochi giorni Tereza ha scoperto di avere un senso e si sente viva, documentando con le sue foto l’arrivo dei soldati, le scene di violenza. È una donna insoddisfatta, ma non vuole pesare con la propria insoddisfazione su Tomás. Anche lei giunge a tradirlo, una volta sola, e Tomás non verrà mai a saperlo. In ogni caso Tomás ama un’unica donna e questa è Tereza. I tradimenti si placano solamente in campagna.
Franz e Sabina, incomprensioni
Franz professore universitario sposato e con una figlia invece ama perdutamente Sabina, pittrice. Sabina per poco è innamorata di Franz, poi s’innamora di un passato o di un’idea. Il loro rapporto si sviluppa in una serie di incomprensioni, infatti parlano una lingua diversa, come si può vedere nel piccolo dizionario di parole fraintese nella terza parte dell’Insostenibile leggerezza dell’essere. Lì si definiscono alcune parole, abbinate a concetti totalmente diversi per ognuno dei due.
Forse l’incomprensione più grande di tutte avviene quando Franz decide di rivelare alla moglie, gallerista e conoscente di Sabina, la relazione extraconiugale e il nome dell’amante. Non può accadere di peggio per Sabina:
Per Sabina vivere nella verità, non mentire a se stessi né agli altri, è possibile soltanto a condizione di vivere senza pubblico. Nell’istante in cui qualcuno assiste alle nostre azioni, volenti o nolenti ci adattiamo agli occhi che ci osservano, e nulla di ciò che facciamo ha più verità. Avere un pubblico, pensare a un pubblico significa vivere nella menzogna. Sabina disprezza la letteratura nella quale gli autori rivelano ogni piega intima di se stessi e dei loro amici. L’uomo che perde la propria intimità perde tutto, pensa tra sé Sabina. E l’uomo che se ne sbarazza di sua spontanea volontà è un mostro. Per questo Sabina non soffre per nulla di tener nascosto il proprio amore. Al contrario solo in quel modo può vivere nella verità.
Lo sguardo degli altri
Quindi, non appena scopre che Franz ha detto la verità alla moglie, se ne va, prima a Parigi e poi in America. Franz trova un’altra donna, pur continuando ad amare Sabina e pensa le proprie azioni come perennemente osservate dalla persona amata, anche se assente. A questo riguardo, Kundera divide gli esseri umani in quattro categorie:
Tutti abbiamo bisogno che qualcuno ci guardi. A seconda del tipo di sguardo sotto il quale vogliamo vivere potremmo essere suddivisi in quattro categorie.
La prima categoria desidera lo sguardo di un numero infinito di occhi anonimi: in altri termini, desidera lo sguardo di un pubblico. […]
La seconda categoria è composta da quelli che per vivere hanno bisogno dello sguardo di molti occhi a loro conosciuti. Si tratta degli instancabili organizzatori di cocktail e di cene. […]
C’è poi la terza categoria, la categoria di quelli che hanno bisogno di essere davanti agli occhi della persona amata. La loro condizione è pericolosa quanto quella degli appartenenti alla prima categoria. Una volta o l’altra gli occhi della persona amata si chiuderanno e nella sala ci sarà il buio […]
E c’è infine una quarta categoria, la più rara, quella di coloro che vivono sotto lo sguardo immaginario di persone assenti. Sono i sognatori.
Il Kitsch
L’insostenibile leggerezza dell’essere è un libro che contribuisce a mutare la visione del mondo del lettore. Più di una volta la narrazione s’interrompe ed emerge l’autore per mostrare delle prospettive o teorie. Ad esempio, l’inizio dell’Insostenibile leggerezza dell’essere si apre con l’eterno ritorno di Nietzsche. Secondo il pensiero del filosofo, ogni fatto si ripete. Questo porta a una diversa considerazione del peso degli eventi, non ritenuti più fugaci.
Oppure estremamente importante è una riflessione sul Kitsch, sulla cui avversione si basa il comportamento di Sabina. Parte da un ragionamento dissacrante su Dio e la merda:
Senza alcuna preparazione teologica, spontaneamente, capivo quindi già da bambino l’incompatibilità tra la merda e Dio e, di conseguenza, anche la discutibilità della tesi fondamentale dell’antropologia cristiana secondo la quale l’uomo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio. O l’uno o l’altro: o l’uomo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio e allora Dio ha gli intestini, oppure Dio non ha intestini e l’uomo non gli assomiglia.
[…] La merda è un problema teologico più arduo del problema del male. Dio ha dato all’uomo la libertà e quindi, in fin dei conti, possiamo ammettere che egli non sia responsabile dei crimini perpetrati dall’umanità. Ma la responsabilità della merda pesa interamente su colui che ha creato l’uomo.
Kundera arriva al punto di ritenere la volontà di togliere la merda, che in realtà è parte della natura umana, come Kitsch. Quest’ultimo viene creato dagli uomini che non mettono in discussione l’accordo categorico con l’essere. Dunque tutto quello che esiste è buono e giusto. Quindi l’autore giunge a due possibilità: o che si possa accettare la merda o che sia inaccettabile. Dato che non può essere accettata in alcun modo, al Kitsch non resta altro che negarla.
È un modo di agire che caratterizza “fedi europee, religiose e politiche” e i regimi totalitari. Kundera ha di fronte l’esempio del comunismo che dal bene mira a raggiungere il meglio e si nasconde dietro a una facciata. Questo è ciò che Sabina non riesce a sopportare del regime comunista, non la bruttezza dei vecchi edifici decadenti, ma la facciata scintillante, e così definisce il proprio disaccordo estetico. I suoi quadri rappresentano sempre una superficie, dietro alla quale si nasconde una verità, e una fessura, ad esempio una finestra, permette di intravederla.
Leggerezza o pesantezza?
Il fardello più pesante ci opprime, ci piega, ci schiaccia al suolo. Ma nella poesia d’amore di tutti i tempi la donna desidera essere gravata dal fardello del corpo dell’uomo. Il fardello più pesante è quindi allo stesso tempo l’immagine del più intenso compimento vitale. Quanto più il fardello è pesante, tanto più è reale e autentica.
Al contrario, l’assenza assoluta di un fardello fa sì che l’uomo diventi più leggero dell’aria, prenda il volo verso l’alto, si allontani dalla terra, dall’essere terreno, diventi solo a metà reale e i suoi movimenti siano tanto liberi quanto privi di significato.
Alla leggerezza Kundera contrappone la pesantezza, e si chiede quale sia necessario scegliere. A seconda delle epoche storiche gli uomini prediligono l’una o l’altra. Parmenide nell’opposizione leggerezza-pesantezza sceglie la prima come polo positivo. Nella contemporaneità di Kundera la pesantezza acquisisce sempre più pregnanza, anche se l’autore non si allinea a questa tendenza. Ricorda la nascita dell’”Es muss sein” di Beethoven. Il compositore si rivolge a un creditore, dicendo “Muss es sein?” (deve essere?). Questi gli conferma: “Es muss sein“. Dunque una battuta leggera viene trasformata nella seria risposta del Destino.
I personaggi sono connotati da pesantezza e leggerezza (Sabina e Tomás si rispecchiano più nella leggerezza, mentre Franz e Tereza nella pesantezza); ci sono anche i deboli e i forti. Non è detto però che la vittima, solitamente ritenuta debole, non ottenga quello che vuole. La leggerezza o la pesantezza non vengono considerate un male in assoluto. Anche la leggerezza stessa rischia di schiacciare, come si percepisce nell’ossimoro del titolo.
L’autore e il contesto storico
Un personaggio del romanzo è lo stesso autore: Sabina, Franz, Tomás e Tereza non sono altro che certe sue inclinazioni spinte al limite estremo possibile; e questo lo spaventa. Ragiona sui personaggi e sulle loro scelte, considera che nascono già adulti. Compartecipa alle loro emozioni e alla loro condizione con empatia. A questo proposito analizza la parola compassione, che nelle lingue romanze rimanda a una sfumatura di significato anche negativa. Tomás non riesce a sopportare il dolore di Tereza, e spesso questa è la ragione di alcune sue azioni.
L’insostenibile leggerezza dell’essere è ambientato durante gli anni della Primavera di Praga, quando sembrano concretizzarsi le speranze di una nazione di rivoluzione. All’epoca ci aveva creduto lo stesso Kundera. All’inizio del 1968 vengono attuate istanze di rinnovamento avviate nei primi anni Sessanta. Questo porta la Cecoslovacchia a non essere più pienamente inserita nel panorama sovietico e dunque all’invasione sovietica nello stesso anno. Dubček, segretario del partito comunista e sostenitore di riforme, viene sostituito da Husák. Annulla le riforme e il regime s’inasprisce. Tereza è una fotografa degli eventi della Primavera di Praga. Subito dopo con Tomás si trasferisce in Svizzera.
Dopo la Primavera di Praga anche l’autore deve emigrare all’estero. Si stabilisce a insegnare a Parigi, dove pubblica L’insostenibile leggerezza dell’essere; i diritti del libro vengono ceduti in Repubblica Ceca solo nel 2006. Kundera scrive diversi romanzi in francese.
FONTI
Milan Kundera, L’insostenibile leggerezza dell’essere, 1989, Adelphi
CREDITI