Settembre è ormai giunto e con sé porta una brezza fresca e un pizzico di frenesia. La frenesia, forse saremo d’accordo tutti, è quell’elemento che non mancava alle nostre vite. La nostalgia, al contrario, arriva adesso. Adesso che un’altra estate se n’è andata e si torna ognuno alle proprie faccende. Sarà un sorriso malinconico a nascere sul volto quando, di corsa e presi dalla routine, tornerà in mente quella serata spensierata in piena estate, quella passeggiata tra sentieri verdi in montagna, quel riposino in riva al mare.
Fermiamo il tempo…
Non sarebbe semplicemente splendido avere l’opportunità di fermare il tempo? Come se fossimo in un film e il protagonista dagli straordinari poteri improvvisamente facesse un sortilegio sulle vite di ognuno di noi. Mettere in pausa il decorso del tempo significherebbe concedersi un secondo di respiro da tutte quelle attività che, seppur appena riprese, hanno già occupato gran parte del nostro tempo libero. Torniamo un secondo alla realtà, quella senza nessun Peter Parker pronto a salvare la situazione: come fare? Come in qualsiasi ambito, non c’è domanda a cui non si possa rispondere con un bel libro. Vi è mai capitato di leggere un romanzo in grado di catapultare il lettore esattamente dentro l’ambientazione? Proprio quello che ci vuole: storie per tenere stretta qualche briciola di quella spensieratezza tanto agognata durante l’anno, storie per scappare dalla normalità. Ecco quindi tre libri che raccontano storie per fermare il tempo.
“Incontro d’estate“di Truman Capote
Un romanzo in cui si assapora l’estate come una vero e proprio atto di ribellione. Grady O’Neil è una diciassettenne degli anni Quaranta, è figlia di un noto finanziere e si rifiuta di trascorrere l’estate con i suoi genitori in crociera, decidendo di passarla a New York. Caratterizzata da un esuberante spirito anticonformista, Grady compie una serie di scelte estreme, dettate dall’impulso. Mentre riserva un freddo trattamento di indifferenza al suo amico d’infanzia che la corteggia, si getta in una folle e burrascosa relazione con Clyde, giovane veterano di guerra ebreo che lavora come parcheggiatore. Con il passare dell’estate, quello che è iniziato come un giovane amore estivo diventa sempre più morboso: i caratteri dei due ragazzi collidono ed emergono le differenze culturali e di estrazione sociale. Entrambi prendono decisioni drastiche, tendenti sempre verso ciò che più li avvicina alla trasgressione.
Un incredibile Capote in questa narrazione riesce a inserire nel calore e nella luminosità di una bella estate newyorkese questo contrasto tra pensieri e parole, emozioni e realtà, che si crea con la storia tra Grady e Clyde e i loro personaggi così giovani e sfrenati. L’ambientazione stessa contrasta con la storia, perché l’estate è calma e l’aria dà un senso di immobilità, mentre i due protagonisti sono dinamici e formano un groviglio di emozioni.
“Chiamami col tuo nome” di André Aciman
Un’estate in Riviera ospita l’intensa eppure così semplice storia d’amore tra Elio e Oliver. Elio ha diciassette anni e si prepara a sorbirsi la solita scocciatura dell’ospite estivo presso la casa di famiglia nel Ponente ligure. Suo padre è un professore universitario e ogni estate ha un ospite diverso, ma quando Oliver arriva scombussola la vita di tutti i personaggi, quella di Elio in particolare. Oliver è un universitario americano venuto in Italia per lavorare alla sua tesi di post dottorato, ma a differenza dei soliti ospiti lui stupisce tutti con i suoi modi disinvolti. Elio, dal canto suo, è un sensibile adolescente e musicista, molto colto per la sua età.
Con Oliver condivide inizialmente solo le origine ebraiche, poi intense passeggiate e corse in bici, fino a condividere una delle più genuine storie d’amore mai raccontate. Chiamami col tuo nome è la storia di un paradiso scoperto e perduto inesorabilmente, una riflessione sul tempo, sul desiderio e sull’affetto che può legare due persone. Questo romanzo rientra perfettamente nella definizione di “storia per fermare il tempo”.
“Finché il caffè è caldo” di Toshikazu Kawaguchi
Una tazza di caffè, o meglio una caffetteria, trasporta il lettore in un modo parallelo che caratterizza un classico racconto giapponese. In un vicolo secondario si può sentire da lontano l’aroma di caffè, ma non è semplice trovare la caffetteria perché essa si rivela solo dalle persone giuste. Al muro ci sono tre orologi che segnano ognuno un’ora diversa e mai quella giusta. Ma cosa fa di questa caffetteria il punto di interesse dell’intera città? Si narra che si possa tornare indietro nel tempo seguendo delle regole precise.
Le quattro storie hanno un sapore dolce-amaro, un po’ come il caffè. Ognuna di loro ci farà riflettere sui grandi temi della vita: l’amore, la famiglia, la morte. È una storia con un ritmo incalzante che regala speranza. Il mistero dietro questa caffetteria straordinaria spinge il lettore a voler sapere di più. E, pur non essendo ambientata d’estate e discostandosi dallo stile degli altri romanzi consigliati, questa storia è perfetta per fermare il tempo, perfetta per le anime nostalgiche e forse andrebbe proprio letta per ultima perché prepara la mente al ritorno al presente.
…ritorno alla realtà
Siamo costretti a tornare alla vita reale, quella che non si ferma, quella frenetica e che ogni tanto vorremmo mettere in pausa, come con le serie tv. Pausa di qualche minuto, ora, giorno… e poi si torna in carreggiata. Sarebbe bello se fosse così semplice, ma purtroppo le cose sono talmente complicate che nessun superpotere da telefilm potrà salvarci! In soccorso, al posto degli Avengers, tre storie che renderanno meno traumatico e più piacevole il rientro a lavoro, a scuola, ovunque. Storie così travolgenti che sembrerà proprio di trovarci nuovamente in quel posticino del cuore a cui pensavamo con nostalgia.