Era il 2002 quanto Wes Anderson decise di fare la sua comparsa nelle sale cinematografiche con una commedia famigliare: I Tenembaum, o per meglio dire The Royal Tenembaum. Nessuno però si sarebbe aspettato che tale commedia avrebbe rivoluzionato per sempre la storia del cinema, trasformandosi in uno dei maggiori successi dell’allora nascente regista, nonché simbolo per la società americana.
Con I Tenembaum, Wes Anderson traccia un segno indelebile e impone i capisaldi della sua estetica, ben individuabile in tutti i film successivi. La commedia intrisa di amarezza e grottesca ironia incontra perfettamente i gusti del pubblico, sbancando nelle sale. Fissa e imprime sul grande schermo personaggi memorabili, che si trasformano in pochi anni icone di un lifestyle e di un’estetica. I Tenembaum, dunque, trasformano radicalmente il modo di fare commedia e pongono le basi per numerosi successi.
Al centro del film una famiglia strampalata, i signori Tenembaum appunto. Per una serie di fortuiti evidenti tutti i membri si ritrovano a vivere nella stessa casa dopo parecchi anni. Ciascun personaggio è così portatore di un passato più o meno tragico e partecipa delle vicende comunitarie. Grazie a tale incontro dettato dalla sorte i tre fratelli e i genitori si ritrovano coinvolti in intrigate vicende famigliari, che costituiscono la trama della pellicola.
Tre figli, ormai adulti, ritornano a vivere dai genitori, ritrovando quel clima famigliare da tempo perso. Tuttavia le vicissitudini non rispettano le previsioni e la quotidianità si trasforma in una tragedia dai tratti grotteschi. Wes Anderson tocca così parecchie tematiche tipiche della vita di tutti i giorni: l’amore, la separazione, l’affetto o la disaffezione filiale, la morte, conservando tuttavia un tono sempre ironico e leggero.
Ne I Tenembaum, Wes Anderson utilizza per la prima volta quei colori indimenticabili, che in breve tempo sarebbero diventati marca stilistica dell’autore. Le tonalità pastello si mescolano così ai tratti cromatici più brillanti, trasformando il film in un’opera d’arte pittorica. La pellicola è un vero e proprio piacere per la vista e lo spettatore non può che restarne incantato, come di fronte a un dipinto in un museo.
La scenografia è ugualmente impattante e memorabile ed è caratterizzata da costumi grotteschi ed esteticamente attraenti. Così, in bilico tra verosimiglianza e straniamento, i personaggi di Wes Anderson catturano lo spettatore e lo fanno innamorare. Le imperfezioni e i tratti grotteschi si sposano perfettamente con le vicissitudini strampalate di una vita quotidiana e famigliare portata al limite, seppur perfettamente realistica. È un clima onirico allora quello che avvolge I Tenembaum: un’atmosfera sospesa tra reale e surreale.
I Tenembaum rappresenta la parabola dell’insuccesso. Ciascun personaggio infatti è portatore di fallimenti e obiettivi mancati. Le prospettive di vita trionfanti dei fratelli si rivelano infatti errate e l’imprevedibilità della vita non concede riscatti. Il destino non sembra allora abbracciare le loro aspettative di vita e i tre fratelli, inizialmente bambini prodigi, falliscono nelle loro imprese, coronando la loro vita di insuccessi.
Eppure, come la realtà dimostra, sono proprio tali imperfezioni a rendere la vita degna di essere vissuta. Le ombre dei personaggi suggeriscono allora mistero e sospensione, evocano la presenza di qualcosa di profondo e di grande. In effetti la pellicola non fa altro che delineare, attraverso un perfetto lessico famigliare, uno spaccato di vita quotidiana in cui ciascun uomo non trova alcuna difficoltà a identificarsi.
I personaggi sembrano dunque pedine di un gioco da tavolo e lo scopo di Wes Anderson è seguirli tutte, passo passo fino alla fine della storia. Con la meticolosità che solo un maestro del suo calibro può avere, nessuno è lasciato da parte. Ciascuno occupa una posizione precisa e perfettamente coerente nel novero famigliare e rispecchia un archetipo immediatamente riconoscibile. Tuttavia è facile intuire quanto l’autore abbia preferito mettere in evidenza la famiglia, piuttosto che il singolo personaggio. L’eroismo indiscusso del singolo è dunque lasciato da parte per rendere protagonista il nucleo famigliare.
Wes Anderson riesce dunque, con velata ironia, a intrattenere l’intera famiglia. Fa divertire e strappa un leggero sorriso, senza però mancare di scatenare profonde riflessioni.
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