Infinite volte nella storia la lingua dei diversi stati è stata oggetto di dibattito. Quale che fosse la ragione che spingeva a lodarla o a denigrarla, nella maggior parte dei casi le opinioni finivano per essere influenzate dal prestigio della nazione che parlava tale lingua e la bellezza intrinseca della stessa veniva spesso dimenticata.
Ad oggi si è stabilito che, secondo calcoli approssimativi, le lingue del mondo dovrebbero essere circa 7000 e tutte ugualmente preziose perché testimoni di culture diverse destinate prima o poi a modificarsi, a ridursi o, addirittura, a scomparire.
Ce ne sarà tuttavia una tra queste migliaia ad essere più seducente? Ebbene, i bravi cultori della scienza hanno pensato di sperimentare anche questo.
Le lingue e la loro seduzione
Usando dei cardiofrequenzimetri su una selezione di dieci partecipanti e riproducendo per loro delle tipiche battute da flirt (“chat up lines”), la piattaforma online di e-learning Preply ha provato una volta per tutte qual è la lingua che fa davvero aumentare il polso: è proprio l’italiano. Dopo aver misurato la frequenza cardiaca a riposo dei partecipanti all’esperimento e avendola trovata per tutti e dieci di 65 bpm, la stessa procedura è stata adottata successivamente all’ascolto della riproduzione audio delle diverse lingue. Ciò che è emerso è che tutti e dieci gli individui hanno registrato un aumento di frequenza cardiaca maggiore dopo l’ascolto dell’italiano rispetto alle altre lingue sottoposte. La logica sarebbe infatti quella che maggiore è l’aumento percentuale, più attraente risulta la lingua.
Vale la pena di riportare i dati così come sono riassunti nella stessa analisi metodologica pubblicata da Preply: sono onnicomprensivi delle reazioni maschili e femminili e individuano nella top five delle lingue che aumentano la frequenza cardiaca l’italiano al primo posto con una percentuale di aumento del 23%, il portoghese con il 20%, il francese con il 18% seguito da russo e greco con le stesse percentuali. In fondo alla classifica, invece, troviamo le lingue che hanno riscosso meno successo sul versante dell’attrazione: all’ultimo posto l’olandese con un aumento del 12%, preceduto da tedesco e giapponese con il 15% e infine da cinese e polacco con il 17%.
Qual è la ragione di questo risultato?
Ebbene, l’italiano con il suo fiero 80bpm di frequenza cardiaca dovrebbe la vincita alla sua struttura intrinseca. Aleksandra Stevanovic, linguista e traduttrice, ipotizza che sia proprio l’altissima presenza di vocali all’interno delle parole a rendere le lingue così attraenti. “the languages perceived to be easy for singing like Italian follow the pattern of one-vowel-one-consonant, so every syllable ends in a vowel. These sound musical to human ears, which can be perceived as more ‘attractive’”. Il trucco del successo risiederebbe quindi nella combinazione vocale-consonante tipica di alcune lingue tra cui soprattutto l’italiano. Questa composizione interna alle sillabe rende infatti il tutto più musicale e piacevole per l’orecchio umano, a differenza di lingue a maggioranza consonantica come il tedesco e l’olandese.
Ciononostante, va ricordato che le lingue prese in considerazione si limitano allo spagnolo, coreano, cinese, giapponese, russo, portoghese, polacco, greco, tedesco, italiano, francese, hindi e olandese: non sono quindi inclusive di tutte le varietà linguistiche, ma solo di una piccola percentuale che però da sola raccoglie nel mondo il maggior numero di parlanti.
Parlare per conquistare: come?
In secondo luogo, fare attenzione alla velocità. Parlare più lentamente di quello che verrebbe spontaneo può essere la chiave per affascinare chi ascolta. Infine, anche l’aspirazione forzata delle vocali con un maggiore flusso di aria che fa risultare la voce roca sarebbe un ottimo metodo per accattivarsi le attenzioni del proprio interlocutore.
Che sia provato scientificamente oppure no, è chiaro che la percezione dei suoni di una lingua sarà sempre in parte condizionata dall’esperienza estremamente personale di ciascuno che richiamerà tramite un particolare suono altrettante particolari sensazioni. Altresì importante è l’immagine culturale che una lingua porta con sé: il romanticismo europeo giocherà sempre un ruolo rilevante nella visione che il mondo ha del continente e di ciò che ad esso si collega. Se poi si volesse davvero ricordare l’infinita varietà di dialetti e accenti che la sola penisola italiana offre, certamente si ricadrebbe nei dibattitti che per secoli hanno appassionato i più grandi studiosi della lingua, da Dante a Bembo, da Manzoni ad Ascoli. Forse nemmeno la scienza ha il diritto, e il dovere, di trovarvi una soluzione.