Calciosociale. Una nuova forma di inclusività

Il gioco più famoso al mondo, si sa, è il calcio. Riuscite a pensare ad una forma diversa del calcio come lo conosciamo noi oggi? Massimo Vallati sì ed ha inventato il calciosociale.

 

Palla da calcio

Spinto dalla voglia di dare un nuovo volto al suo luogo d’origine, Corviale (difficile quartiere della periferia sudorientale di Roma), il calciosociale è un progetto di inclusione sociale.

La storia

Calciosociale nasce del 2005. Si è iniziato per gioco, dice Vallati, iniziando un campionato dove possono partecipare tutti: mamme, papà, figli, nonni, persone di tutte le culture e persone con disabilità fisica e mentale.

Tutti insieme per fare un grande arcobaleno di democrazia e partecipazione.

Il calciosociale parte dal campo, con regole totalmente diverse da quelle del calcio tradizionale, per arrivare al territorio. Questa nuova tipologia di calcio, cambiando le regole, si pone l’obiettivo di promuovere i valori dell’accoglienza, del rispetto delle diversità, della corretta crescita della persona e del sano rapporto con la società, in un contesto spesso dominato da valori opposti.

Nel campionato di calciosociale ogni anno viene scelto un tema diverso di cui le squadre portano il nome. Per esempio, due anni fa, si è deciso di portare il tema degli uomini e delle donne uccisi dalla mafia. E in relazione al tema scelto si sono scontrate squadre che portavano il nome di Pio La Torre e Serafino Famà.

Il novantesimo pensiero

Ogni anno viene quindi scelto un tema che le squadre devono rappresentare. Al termine della partita vengono organizzati degli incontri, veri e propri momenti di condivisione, dalla durata di novanta minuti (da qui il nome Novantesimo pensiero) in cui i componenti di una squadra raccontano agli “avversari” ciò che hanno imparato sul personaggio o l’argomento che rappresentano.

In questo modo si vuole dare vita ad una cittadinanza attiva e responsabile. Essere così, quindi, i protagonisti del cambiamento.

Il Campo dei Miracoli

Sede ufficiale del calciosociale è il Campo dei Miracoli. Quando Vallati arriva a Corviale ciò che trova è solamente degrado e criminalità.

Oggi il Campo dei Miracoli è un bene pubblico dove all’interno è possibile trovare una palestra realizzata in bioarchitettura. La scelta dei materiali è stata fatta appositamente per contrastare il grigiore del “serpentone” di Corviale.Campo di calcio

 

Nei primi giorni di aprile 2021 sono iniziati i lavori per i nuovi impianti sportivi di Corviale.

Una operazione preziosissima che mira alla riqualificazione  degli spazi pubblici nel segno dell’eccellenza e non della marginalità.

Queste le parole della consigliera regionale Marta Bonafoni. Grazie ai 600.000 euro dei fondi nazionali del “Bando Sport e Periferie” e al finanziamento regionale di 50mila euro si mira a raddoppiare e migliorare l’offerta precedente del Campo dei Miracoli.

Il progetto prevede un nuovo campo in cui ospitare la nazionale femminile di calcio. Oltre alla formazione di bravi calciatori però, il nuovo progetto vuole alimentare il principio fondamentale del progetto calciosociale: quello di formare persone in grado di essere il cambiamento della nuova società.

Il regolamento del calciosociale

Il regolamento di questo gioco è composto da nove linee guida:

  1. Chiunque può partecipare purché abbia un’età compresa tra i 10 e i 90 anni.
  2. Non ci sono squadre più forti: ognuno ha lo stesso coefficiente tecnico e tutti hanno le stesse possibilità di vincere. Per meglio specificare questa regola è bene dire che ad ogni persona viene dato un coefficiente da 1 a 10. In base a questo si fanno squadre del tutto equilibrate con lo stesso coefficiente in modo tale da non far vincere il più forte ma chi riesce a far emergere la propria bravura in un contesto di assoluta parità.
  3. In ogni squadra ci sono due educatori che sono come la mamma e il papà della squadra.
  4. Non esiste l’arbitro. Ogni giocatore deve imparare ad essere responsabile. Tutti insieme si decidono le sorti del gioco: se è fallo per una o per l’altra squadra, se il punto va ad uno piuttosto che ad un altro. Tutti insieme si gioca e ci si autoregola.
  5. Un giocatore non può fare più di tre gol a partita, ma deve aiutare gli altri a segnare.
  6. Il calcio di rigore viene battuto dal giocatore meno forte.
  7. Nessuno resta in panchina. Giocano tutti. Siamo tutti titolari.
  8. Prima e dopo la partita ci si prende per mano per condividere le proprie emozioni.
  9. Le partite non si giocano solo sul campo. Le squadre si sfidano anche nelle attività comunitarie (vedi Novantesimo pensiero).

Da Massimo e dal calciosociale possiamo imparare una lezione molto importante. Non importa da quale situazione economica e sociale si venga. Tutti possiamo cambiare il mondo. Un passo alla volta.

Un passo alla volta possiamo fare cose che ci aiutano ad essere persone migliori. Migliori per noi e per la società in cui viviamo.

Cambiamo le regole del calcio per cambiare le regole del mondo.


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