Eleonora Santanni fa perdere la testa con “Le Scapate”

Se puoi tenere la testa a posto quando tutti attorno a te l’hanno persa, non hai capito il problema.

Arthur Bloch

La vanità dell’essenza

La donna ha un’eredità artistica e culturale millenaria. Anticamente associata alla divina Madre Terra per la sua connessione con i cicli della natura, la cui femminilità era considerata dono sacro, da custodire e tramandare attraverso affascinanti riti di passaggio. Custodita come Domina, colei che esercita potere, all’interno della società egizia e mesopotamica, e consolidata ad Angelo del focolare durante il primo conflitto mondiale.

La donna è intensità, audacia e resistenza. Un modus vivendi capace di sublimare mente e anima. Al giorno d’oggi, tuttavia, l’educazione, la cultura e le pressioni provenienti dai media, hanno creato un nuovo modello di femminilità. Artificioso e raggiungibile soltanto attraverso una continua lotta quotidiana. Esprimere sé stesse, la propria personalità è diventato un atto di coraggio contro stereotipi, giudizi e gabbie mentali.

Eleonora Santanni

Una nuova visione dell’essere donna

A voler liberare le donne dal fardello sociale di consolidamento della propria immagine è la montemurlese Eleonora Santanni. Lei è l’artista che guida un percorso di catarsi rigenerativa all’insegna dell’identità femminile. Proveniente da una generazione di sorprendenti sarte anticonformiste, l’avvocatessa toscana Santanni, ha avuto il suo imprinting artistico nel momento in cui decise di non voler più sottostare ai percorsi di vita impostati, sviluppando una creatività istintiva e personale, nonché priva di preconcetti artistici.

Studio: taglio e cucito-Eleonora Santanni

Dopo un periodo di grande sofferenza psico-fisica dovuta all’intervento al seno, l’artista autodidatta decise di imboccare la via dell’anti convenzionale, utilizzando materiali poveri e riciclabili. Tra i suoi materiali prediletti affiorano carte di giornali, foglie, e tessuti che, assieme a colori forti e dissacranti, creano la firma distintiva di tutte le sue produzioni.

Le scapate, Eleonora Santanni

Donne che non si montano la testa

Nasce così il progetto Le Scapate, in collaborazione con la fotografa professionista Serena Gallorini. Un percorso estetico e narrativo a cavallo fra fotografia, arti plastiche e installazioni. Il suo scopo è analizzare la ferita come prezioso elemento catalizzatore di energia, da poter convogliare nel processo di rinascita.

Eleonora Santanni
Le Scapate,Eleonora Santanni

Le scapate sono donne che hanno dovuto affrontare traumi e lesioni, combattendo angosce e fragilità sempre con una mente libera e visionaria. Talmente irrefrenabile da essere, come dicono i fiorentini, “Scapata”, o senza senno.

Eleonora Santanni
Villa Petraia Firenze

Il coraggio paga sempre

L’introspettivo racconto, dal notevole impatto visivo, dell’artista montemurlese prosegue nel 2019, con la mostra site specific Le Scapate. Donne oltre le ferite. Il progetto è curato da Elisabetta Rizzuto e Marco Mozzo e promosso dall’Associazione Pericle in partenariato con il Polo Museale della Toscana.

Le scapate. Donne oltre le ferite, Eleonora Santanni

Inserite nel circuito OFF del Festival L’eredità delle Donne ed esposte negli spazi di Villa Petraia a Firenze, Patrimonio dell’Unesco dal 2013, le opere di Eleonora Santanni illustrano una vera e propria rigenerazione curativa al femminile.  Una gaudia fuga dai canoni di bellezza standardizzati, all’insegna di corpi femminili senza testa.

Le scapate. Donne oltre le ferite, Eleonora Santanni

Il magico dialogo con la Venere Fiorenza

L’ambientazione offre già da sé un contesto di grande valore artistico, quello della Villa Medicea, con pilastri ed affreschi risalenti al XVI secolo. Qui, le sculture in materiale plastico e i quadri digitali di Santanni arrivano ad instaurare un rigoroso e sorprendente dialogo con l’iconica Venere Fiorenza del Giambologna, simbolo di forza e bellezza della città fiorentina.

Venere Fiorenza, Giambologna

Nella panoramica artistica si trovano anche composizioni e rielaborazioni digitali irriverenti. Attraverso queste l’autrice reinterpreta e decontestualizza l’avvenente scultura bronzea in musa contemporanea, che mette in mostra le proprie cicatrici come medaglie al valore.

Venus Vogue, Eleonora Santanni

Un esempio è Venus Vogue, nata in contrasto con la celebre rivista di moda omonima, e i suoi idoli artificiosi, ammiccanti e senza tempo. Non c’è rosa senza spina, vede invece la suddetta Fiorenza intrappolata in roseti simili a quelli di Villa Petraia, a simboleggiare una dicotomia di divino e terreno, vita e morte.

Non c’è rosa senza spina, Eleonora Santanni

Mentre le parole God save me all’interno di un balloon servono da mantra per ricordare ancora una volta la necessità di rinascita a seguito delle sfide della malattia. Fiorenza The Headless, poi, si esibisce come un’icona femminile irresistibile e gioiosa, dominando un rossetto Dior.

Non tutti sono vicoli ciechi

Un altro percorso di arte contemporanea conforme all’esperienza autobiografica dell’artista è il progetto Vicoli d’arte. A rinascere stavolta, sono gli angoli nascosti del centro storico di Prato trasformati, attraverso un progetto collaborativo di rigenerazione urbana e animazione territoriale, in gallerie d’arte a cielo aperto.

Eleonora Santanni
Progetto Vicolo del Gini, Eleonora Santanni

A rivestire il Vicolo del Gini ci ha pensato Eleonora Santanni con l’installazione site specific Tutte Scapate. Protagoniste sono delle sagome stampate e applicate su moquette colorata, rappresentate in una danza liberatoria, capace di fornire una nuova rotta al proprio essere, che sia però sempre in formato anticonformista.

Lu.C.C.A

God Save…Me!

Grazie a una sviluppata sensibilità cromatica e un’inesauribile fantasia compositiva, la ricerca creativa dell’artista approda una sensazionale tappa finale. Questa è realizzata, stavolta, all’interno della struttura cinquecentesca, ma  innovativa e polivalente, del Lucca Center of Contemporary Art.

Si tratta de Le scapate. God Save Me!, un progetto site specific che rielabora il concetto di Venere Contemporanea attraverso un particolare linguaggio figurativo. La sua caratterizzazione gode di preziosi contaminazioni provenienti dall’arte primitiva, street art, pop art e dalla pubblicità.

Eleonora Santanni
God Save Me, Eleonora Santanni

Nascono così sculture in materiale plastico, opere grafiche digitali e installazioni aventi tutti come protagoniste le figure femminili predilette dall’artista, Le scapate. Donne-Guerriere fiere delle proprie cicatrici, che invitano a superare timori e insicurezze così da intraprendere il viaggio alla conquista della propria femminilità.

Eleonora Santanni
God Save Me, Eleonora Santanni

Ladies and Gentlemen, Her Majesty!

A guidarle è la Regina Elisabetta II, anch’essa pop-scapata, accompagnata dall’ironica vignetta God Save me!, aperta citazione all’inno nazionale britannico God Save the Queen. Si tratta di un’incarnazione di coloro che ritengono centrale il ruolo della donna all’interno della nostra società.

In questo periodo di crisi pandemica, che minaccia duramente la libertà dell’essere donna, l’artista ha voluto ancora una volta esprimere il comune bisogno di rinascita, necessario per combattere la battaglia più grande di tutte: la vita.

Sfidando le convenzioni attraverso l’ironia e costruendo un immaginario eclettico e dal forte impatto emotivo, Eleonora Santanni è riuscita a istituire un originale modello di femminilità. Il suo tocco, imperfetto e sventato, è un valido strumento di trasmissione di valori sociali.


CREDITS

Le immagini presenti nell’articolo sono tratte dai seguenti video su Youtube:

God Save Me

Le Scapate. Donne Oltre Le Ferite

Mostra Eleonora Santanni

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