Il miracolo del lago rosso

Tovel, il lago rosso

Fino a qualche decennio fa, in Italia si trovava un lago dotato di caratteristiche eccezionali: in particolari condizioni, infatti, le sue acque limpide si coloravano di un rosso intenso. Stiamo parlando del lago di Tovel, situato all’interno del Parco Naturale Adamello-Brenta, in Trentino, a 1.178 metri di altitudine.

Il fenomeno naturale dell’arrossamento, che si verificava soprattutto nella zona sud ovest del bacino nel corso della stagione estiva e attirava molti turisti e curiosi, si è però interrotto nel 1964. La particolare colorazione delle acque rendeva questo bacino davvero unico: infatti, benché esistano anche altri laghi colorati nel resto del mondo, è molto raro che questi siano di acqua dolce.

La leggenda di Tresenga
Una porzione del lago di Tovel soggetta al fenomeno dell’ arrossamento nel 1961

Sono sorte diverse leggende atte a spiegare il colore sanguigno del lago di Tovel; tra queste, vi è quella della bella Tresenga, principessa di Ragoli, in Val Rendena, al di là delle montagne della Val di Tovel. Tresenga era l’unica figlia del re, pertanto, alla morte di quest’ultimo, ereditò il piccolo regno. I suoi sudditi, però, temevano che se si fosse sposata la cittadina e le sue ricchezze sarebbero divenute proprietà di un altro sovrano. Dunque, la principessa decise di stringere un patto con il proprio popolo, nel quale prometteva di non sposarsi con nessun principe confinante, per tutelare la libertà del regno.

Tresenga dimostrava così di amare il suo popolo più dei tanti pretendenti che la chiedevano in moglie. Tra costoro, il più insistente era il prepotente Lavinto, re di Tuenno, che non accettava un rifiuto come risposta. Adirato, Lavinto decise di radunare un esercito contro Ragoli per intimorire la principessa e farle accettare la sua proposta di matrimonio. Il popolo di Ragoli, però, preferì combattere, anche se inferiore di numero, guidato dalla stessa Tresenga. Marciarono dalle montagne fino alle sponde del lago di Tovel e qui trovarono l’esercito del re Lavinto accampato per la notte. La battaglia fu sanguinosa e nonostante il coraggio degli abitanti di Ragoli, l’esercito di Tuenno ebbe la meglio; fu proprio il re ad uccidere la valorosa Tresenga.

Il sangue della principessa e dei suoi sudditi si riversò nel lago, tingendolo di rosso. Ogni anno, in occasione dell’anniversario della tragica battaglia, la zona sud ovest del lago, dove si erano svolti i combattimenti, assume un colore vermiglio a ricordo del triste evento. Si dice anche che in quel periodo si può vedere il fantasma della principessa Tresenga che piange i propri fedeli sudditi presso le rive del lago di Tovel.

L’arrossamento del lago

Leggende a parte, quando ha avuto inizio il fenomeno? Le prime notizie risalgono al 1864: si tratta degli scritti dell’inglese Douglas William Freshfield, che descrisse l’arrossamento del lago nel suo libro Italian Alps, pubblicato nel 1875. Tuttavia, fu solo negli anni Trenta che il professor Edgardo Baldi, illustre idrobiologo italiano, condusse le prime ricerche sul lago, incaricato dal Museo Tridentino delle Scienze Naturali. Dai suoi studi emerse la presenza di un’alga denominata Glenodinium sanguineum, ritenuta responsabile del cambiamento di colore nel lago. Baldi inoltre sosteneva che la fioritura dell’alga fosse influenzata da temperatura e radiazioni solari; l’arrossamento si verificava, infatti, soltanto nei mesi più caldi.

Edgardo Baldi

Nuovi studi si sono moltiplicati dopo il 1964: l’obiettivo era ovviamente capire perché il fenomeno non si verificasse più. Era dunque fondamentale comprendere anche le sue cause scatenanti. Grazie a diverse ricerche condotte negli anni Duemila, si è scoperto che la tesi di Baldi era corretta solo in parte. L’alga maggiormente responsabile del colore rossastro sarebbe infatti la Tovellia sanguinea, presente soprattutto nel bacino a sud ovest. A lungo si è cercato di comprendere la ragione del mancato arrossamento; spesso la colpa è stata attribuita alle attività umane, che avrebbero alterato il delicato ecosistema del lago.

Perchè il lago non “sanguina” più

Eppure, questa volta l’inquinamento non ha alcuna responsabilità. Grazie al progetto SALTO (Studio sul mancato arrossamento del Lago di Tovel) avviato nel 2001, si è finalmente giunti a una risposta. Venne scoperto che la fioritura della Tovellia sanguinea era strettamente correlata alla grande presenza di azoto e fosforo nelle acque lacustri. Il carico organico che portavano queste sostanze proveniva dalle deiezioni del bestiame che pascolava nei pressi del lago. Proprio negli anni Sessanta, infatti, si erano verificati dei cambiamenti nella gestione delle mandrie; queste ultime hanno smesso di frequentare i pascoli alti. In parole povere, nessuna transumanza, nessun arrossamento.

Il fatto che la singola alga non comporti alcuna colorazione è stato ulteriormente provato dal fatto che la Tovellia sanguinea è stata recentemente identificata in un altro bacino lacustre, il Seealpsee in Svizzera, le cui acque sono chiare. Inoltre, il mutamento di tonalità del lago non viene menzionato in alcuna fonte precedente a Freshfield, benché alcuni scrittori locali avessero già descritto il lago a inizio Ottocento. Questo ci ricorda che i fenomeni naturali non durano per sempre: si tratta di eventi spesso passeggeri, legati a circostanze non sempre controllabili dall’uomo. Il cambiamento, però, non deve necessariamente spaventare. In fondo, quello di Tovel rimane anche oggi un meraviglioso lago alpino dalle acque cristalline.

Il lago oggi

 

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