Il delitto Matteotti, graphic novel scritta e illustrata da Francesco Barilli e Manuel De Carli e pubblicata da BeccoGiallo, ripercorre le tappe che portarono all’uccisione del deputato socialista Giacomo Matteotti ad opera di Amerigo Dumini, funzionario del partito fascista, e le conseguenze dell’avvenimento. A contraddistinguere quest’opera è l’alternanza tra la ricostruzione puntuale degli eventi storici e il contesto contemporaneo, elementi mediati tra di loro attraverso l’espediente di un programma radiofonico.
In ogni fibra di ogni uomo c’è anche il segno di sangue dei nostri avi, crimini compresi. Dunque non credere che il sacrificio di Matteotti parli solo di politici criminali e di magistrati compiacenti. Parla della corruzione di un intero popolo. Parla di chi applaudì, e di quanti assistettero impassibili, preferendo voltare il capo.
Attraverso l’utilizzo di un tratto in bianco e nero, caratterizzato dai forti contrasti, scorre davanti agli occhi del lettore, con l’intento di sottolineare gli elementi di continuità tra passato e presente, l’immagine di una Roma di inizio regime non poi così diversa da quella contemporanea. Il protagonista, un ragazzino di oggi che ascolta la radio tramite il suo cellulare, quasi si trattasse di un podcast, ripercorre luoghi che portano ancora le vestigia del fascismo e legge titoli di giornale che trattano dell’eterno ritorno degli intrecci tra affari e politica.
Si ritrovano inoltre somiglianze sia fisiognomiche che ideologiche nella figura del nostalgico del regime fascista, avventore di un locale dall’eloquente nome “Bar Gladio” che sfoggia sul bancone la statuetta della testa di Mussolini, il quale inveisce in romanesco contro le parole del programma radiofonico con la stessa veemenza con cui i parlamentari del partito fascista inveirono davanti al discorso di Matteotti nel 1924. Questo continuo gioco di rimandi tra storia e contemporaneità è intervallato dalle parole del presentatore del programma, le quali sono incorniciate da uno sfondo che le astrae da entrambi i contesti storici per renderle una fonte di collegamento tra la denuncia del regime negli anni ‘20 e l’antifascismo di oggi.
I “frammenti” in cui si presenta la storia non si concludono con l’omicidio di Matteotti, bensì proseguono con il processo-farsa intentato nel 1926, proprio a carica della squadra di Dumini, e con il “Matteotti bis” i cui effetti furono sostanzialmente annullati dall’amnistia proclamata l’anno precedente.
Il “Matteotti bis” non volle o non seppe giudicare il fascismo. Ne giudicò semmai un vago fantasma, avente le umane sembianze di Amerigo Dumini. E del resto il virus fascista che contaminò l’Italia tutta non fu debellato neppure dalla fucilazione di Mussolini a Giulino di Mezzegra, il 28 aprile 1945.
L’accezione dichiaratamente militante e politicizzata di quest’opera si amalgama tuttavia perfettamente con un intento giornalistico e documentaristico, perseguito soprattutto grazie a un’attenta analisi delle fonti storiche e letterarie. I risultati di questa ricerca storiografica sono evidenti nella sezione “Note dello sceneggiatore”, nella quale gli autori alternano le bozze delle tavole a fumetti ad alcuni brani, decisamente riassuntivi ma puntuali e ricchi di spunti, in cui essi ricostruiscono dettagliatamente il percorso compiuto per arrivare alla ricostruzione degli eventi storici.
Trovano posto in questa sezione piccole licenze artistiche, puntualizzazioni su elementi che vengono solo accennati nella graphic novel, ma soprattutto approfondimenti su dettagli e moventi dell’omicidio Matteotti che, per la natura stessa del delitto, sono rimasti all’oscuro. Nello specifico, gli autori forniscono delucidazioni riguardo alla cosiddetta “Ceka fascista”, ossia il gruppo operativo atto a mantenere il potere che Mussolini aveva acquisito, predecessore della più tristemente conosciuta OVRA, e alla questione Sinclair Oil, torbido intreccio tra politica e interessi economici che risulterà certamente tutt’altro che datato agli occhi dei lettori contemporanei. Concludono questa sezione una cronologia degli avvenimenti storici e una sezione strettamente bibliografica per chiunque volesse approfondire le tematiche contenute nel volume.
Il delitto Matteotti è solo uno degli esempi di graphic journalism proposti dalla casa editrice BeccoGiallo Editore – il cui nome peraltro richiama quello del giornale satirico antifascista «Il Becco Giallo», costretto alla chiusura da parte del regime nel 1926, la quale coniuga la vocazione all’attivismo politico del suo predecessore con l’attenzione alla ricostruzione degli eventi mediante fonti giornalistiche e storiche.
FONTI
Barilli, M. De Carli, Il delitto Matteotti, BeccoGiallo Editore, 2018