La realtà che ho io per voi è nella forma che voi mi date; ma è realtà per voi e non per me; la realtà che voi avete per me è nella forma che io vi do; ma è realtà per me e non per voi; e per me stesso io non ho altra realtà se non nella forma che riesco a darmi. E come? Ma costruendomi, appunto.
Luigi Pirandello, Uno, nessuno e centomila
Che si tratti di un universo utopico o di modellazione 3D, di tecniche analogiche o digitali, le creazioni umanoidi di Chad Knight hanno dato vita ad una nuova forma di iconografia artistica. Questa si pone a cavallo tra le due realtà: fattuale e virtuale.
Il trucco sta già negli occhi di chi guarda
Immaginate imponenti e aggraziate figure che emergono dall’acqua, si librano in aria, si tuffano nella sabbia, immergendo il paesaggio in una dimensione onirica, il cui fulcro centrale sono l’uomo e la sua anima. Così avvincenti e monumentali da non passare certo inosservate. Alcune come la Release, una donna sdraiata con una cascata d’acqua che le scende dalla testa come capelli, hanno addirittura una propria collocazione su Google Maps. In questo modo le opere diventano vere e proprie destinazioni per le vacanze.
Ma la realtà dei fatti è diversa. Pur essendo dei magnifici pezzi d’arte, infatti, non hanno una vera e propria forma fisica, ma sono unicamente delle elaborazioni digitali talmente realistiche da ingannare l’occhio umano. Questo è il segreto del grande successo su Instagram di Chad Knight, ex skateboarder di Portland e attuale Design director dei brand Vans e Nike.
Caro diario,
Con lo scopo di trasmettere speranza e invincibilità a coloro che si sentono costretti dai propri limiti immaginari, l’artista 3D ha creato il proprio progetto artistico. Ha deciso di realizzare ogni giorno, a partire dal 2016, una nuova opera d’arte digitale, trasformando il suo profilo social in un diario visivo in codice, da condividere con il resto del mondo.
Nessun frammento di vita personale o ricordi di infanzia, ma solo la bellezza di un mondo in cui essere umano e natura dialogano perfettamente con il contesto in cui sono inseriti. Questo al fine di stimolare riflessioni su importanti problematiche, come il riscaldamento globale o il pericolo di estinzione di molte specie animali. Le opere, infatti, esistono nel loro mondo, pieno di realtà avvincenti e spaventose come giganteschi teschi destrutturati o enormi uomo-elefante simili a dei antichi e onnipotenti.
Intersezioni tra passato e futuro
Sono molte le influenze estetiche di Chad Knight. Da maestri rinascimentali e barocchi come Claudio Coello, Peter Paul Rubens, Giovanni Lanfranco, o Caravaggio fino a moderni artisti digitali come Mike Winkelmann, Archan Nair, Joe Pascale. Si aggiungono poi i progetti spaziali come quelli del gruppo ThunderKat, che forgiano l’arte di Knight, come viaggio tra il meditativo e il frenetico, creando universi onirici dominati da sculture iperrealistiche.
L’effetto tridimensionale è quindi una conseguenza immediata. L’insieme dell’uso dei colori e delle trame sulle superfici dei materiali, in modo da creare dei giochi di luci e ombre, offre infatti risultati estremamente realistici. Naturalmente, il tocco digitale è spesso evidente, ma ben accetto nella mente del pubblico, inconsapevolmente partecipe di un’affascinante esperimento psicologico. Il suo obiettivo è quello di stimolare la fantasia oltre i confini logici della realtà.
I due universi, però, sono sempre armoniosamente intrecciati. Tutto è studiato al minimo dettaglio e ogni opera rappresenta o riprende qualcosa di reale, poiché secondo Knight, tutte le cose sono inavvertitamente legate, solo che noi non ne siamo a conoscenza.
Il mondo effimero della nostra coscienza
Il suo interesse per la scienza e i misteri dell’ignoto, assieme a quello per l’astronomia, la spiritualità e la fisica quantistica, gli ha permesso di convertire le sue percezioni inconsce in progetti concreti e conformi al mondo esterno.
Racchiudendo in forme scultoree i sentimenti universali di compassione e motivazione, Knight cerca di accrescere quel senso di potenza e appartenenza insito in ognuno di noi, abbattendo gli status con cui solitamente ci classificano. Gran parte del suo lavoro, infatti, è incentrato sul concetto di spirito umano e di inconscio collettivo di Jung, attraverso cui si è impegnato nel donare anche solo un piccolo momento di tregua dal dubbio e dall’autocommiserazione che i possibili spettatori affrontano ogni giorno.
“Senza capelli sono una pagina senza quadretti…”
Queste opere, apparentemente surreali, si dimostrano anche delle brillanti visioni etno-futuristiche, che potrebbero aver luogo a causa della globalizzazione, come l’inquinamento e il conseguente esaurimento delle risorse primarie vitali. In particolare i capelli sono uno dei motivi ricorrenti e, come gli altri elementi dei mondi virtuali che Knight costruisce, sono di dimensioni epiche. Rappresentano un’estensione del potere interiore, qualcosa che occupa spazio e si sente vivo, una caratteristica che sfida la gravità e la natura.
Non a caso le sue donne statuarie sono raffigurate con capelli testurizzati gloriosamente vibranti che sembrano irrefrenabilmente vivi, incontenibili e liberi. È impossibile non ricordare la stoicità di Golden Reparations, la chioma hippie di Oasis o la leggendaria milite di She strikes with Haste. Più recenti sono invece la coppia pittoresca sulla copertina di Kiss me more di Doja Cat feat Sza.
“Per dimostrare che si può cambiare, sposta il confine di ciò che è normale”
Il mezzo 3D è infine talmente stimolante e illimitato da non subire danni neanche dall’isolamento estremo causato dall’attuale pandemia. Knight, infatti, se ne è servito per attuare ricerche approfondite sulle tecnologie emergenti in relazione alla futura evoluzione della coscienza umana. Come dimostrato, la nostra specie farà sicuramente sempre più affidamento al mondo virtuale, sia come mezzo di avanzamento e sopravvivenza, che come forma di espressione personale.
La soluzione migliore, secondo l’artista, è rimanere sempre in competizione con sé stessi, mantenendo così standard elevati e innovativi. Sempre sfruttando il beneficio di una mente iperattiva e sistematicamente rumorosa, Knight ha imparato e fatto errori. Ha indagato su questioni metafisiche, esplorando al contempo la bellezza e l’ampiezza del potenziale umano e ha ascoltato podcast. Analizzando, insomma, le infinite sfumature dell’arte digitale.
Il risultato? Un trionfo di progetti suggestivi ed eclettici. Una prova che l’arte può vivere, se vuole, anche solo nel mondo virtuale, rimanendo impressionante e mozzafiato come se la si ammirasse dal vivo.