4Meglio il cattivo gusto del bon ton, perché almeno ti fa parlare, è libertà.
Donatella Versace si racconta a Muschio Selvaggio, la serie podcast curata dalla coppia Fedez e Luis Sal. Gli aneddoti di una vita che sembrano il copione di un film, il ricordo di Gianni, il legame con la musica, fino alla sua concezione di creatività nella moda. Più che un’intervista è una conversazione tra amici, una chiacchierata informale da cui emerge il ritratto di una donna forte, dinamica e indipendente, prima ancora dell’icona di stile che ha contribuito a rivoluzionare la moda internazionale.
Donatella Versace
My style is not that big. I wear heels, tight pants, and I wear diamonds.
Quarta figlia di una famiglia Calabrese, capelli biondi ossigenati, una laurea in Lingue e Letteratura straniere a Firenze. Donatella Versace non ha intrapreso fin da subito la carriera da stilista, anche se la moda l’ha sempre avuta nel sangue, grazie al fratello Gianni. Infatti decide di raggiungerlo e seguire la sua strada, dopo che si è trasferito a Milano, in Via della Spiga, per fondare l’omonimo marchio nel 1978.
All’inizio Donatella segue le pubbliche relazioni e la comunicazione dell’astro nascente Versace, oltre a essere musa indiscussa per l’ispirazione irrefrenabile del fratello. I due sono sulla stessa lunghezza d’onda: la moda non può e non deve conoscere regole, quello che deve fare è creare abiti che le donne indossano per essere loro stesse. Come ricorda nell’intervista da Fedez, nonostante gli anni Ottanta portarono il brand ai vertici della creatività, non fu affatto semplice radicarsi nell’élite milanese del periodo:
I primi anni di Versace a Milano furono difficilissimi. Lì ci stavano le signore perfettine e Gianni veniva criticato. Gli dicevano che faceva i vestiti per le zoccole. Io gli dicevo di fregarsene, perché la verità è che creava abiti per le donne che non hanno paura della propria femminilità..
È a questo punto che Versace cambia rotta e decide di portare qualcosa di nuovo al mondo della moda, troppo perfetto per come lo intendeva la coppia calabrese. Donatella punta sulla comunicazione per creare un’idea di brand che vada oltre l’abito e diventi una filosofia di vita, un punto di vista sul mondo, le persone e la cultura. Ma soprattutto, che sappia racchiudere una nuova idea di moda in tutta la sua estetica.
La Medusa tra la Grecia e l’estetica barocca
Sta tutto nel logo Medusa, emblema di uno stile glamour, pop, al limite di ciò a cui la moda di allora era abituata. Stampe psichedeliche, motivi geometrici dalla cultura greca, uniti a impronte più barocche. Un mix di culture e citazioni declinate su pantaloni e fuseaux tanto aderenti da essere quasi una seconda pelle, miniabiti in maglie di metallo e giacche che diventano uniche, come le opere a cui si ispirano.
Siamo una famiglia del Sud e in quegli anni quelli del Nord si consideravano più colti e sofisticati. Peccato che noi del Sud avevamo il coraggio di rompere le barriere.
Una moda
Donatella è la pioniera delle grandi campagne pubblicitarie della moda, quelle che parlano alle coscienze grazie al potere dei volti noti. La creatività del fratello è messa a fuoco dagli obiettivi di Helmut Newton, Herbs Ritts, Bruce Weber, Steve Meisel, fino agli indimenticabili scatti di Richard Avedon. Il tema centrale restano gli abiti che rompono gli schemi, almeno fino al giorno in cui la coppia decide di aprire le porte del mondo della moda a quello di Hollywood. Versace è il primo brand che si appoggia alla notorietà di celebrity e firma campagne con star del calibro di Madonna, Elton John, Courtney Love e Christina Aguilera.
Pioniera del Talent Scouting
Donatella, per la maison, rappresenta la creatività che si unisce all’intelletto; ha fiuto per il talento e vede tutte quelle opportunità che ancora non esistono. Jennifer Lopez è tra gli astri che acquistano luce proprio grazie a Versace: il Jungle Dress, realizzato nel 2000 per i Grammy awards, contribuisce a consacrare il successo sia della star sia di Donatella, tanto da far letteralmente impazzire la rete:
Il giorno dopo tutti lo cercavano in rete e così Google ha deciso di creare Google Immagini.
Altro merito della coppia di fratelli è il fenomeno delle supermodelle: Versace è il brand che porta al successo di Naomi Campbell, Claudia Schiffer, Cindy Crawford, Christy Turlington e Linda Evangelista.
Poi viene il mondo delle rockstar. Donatella ribadisce come la musica sia legata in modo indissolubile alla moda, e come sia forse l’unica arte che potrebbe prendere il posto che nel suo
Prima della morte di Gianni, l’evento spartiacque della sua vita, Donatella si occupava di Versus, la linea più giovanile della maison. Anche in questo contesto contribuisce a lanciare nuovi talenti, tra cui i designer Christopher Kane, Jonathan Anderson e Anthony Vaccarello, per donare nuova vita alla linea del brand.
Donatella dopo Gianni
Dopo la tragedia del fratello, il 15 luglio del 1997, Donatella cerca di farsi forza e rinasce con la maison di famiglia, portando avanti quello spirito audace che ne aveva sancito la nascita. La sua prima sfilata da solista arriva già nel luglio 1998, forte del supporto dei contemporanei Miuccia Prada, Giorgio Armani e Carla Fendi.
Da allora la fama della maison si espande a macchia d’olio, come le sue linee e i suoi mercati, che coinvolgono accessori, forniture per la casa e una catena di hotel in stile Versace.
Anno dopo anno, Donatella ha confermato il suo carattere forte e irriverente, contro ogni schema, sempre pronto a introdurre qualche novità nel patinato mondo della moda. Un riconoscimento che la vede nominata Fashion Icon 2017 dal British Fashion Council, “Designer of the year” da GQ UK e GQ Cina, “Fashion Icon Award” ai GQ Awards di Berlino nel 2018 e, nello stesso anno, un riconoscimento per la sostenibilità da parte di CNMI ai Green Carpet Fashion Awards.
Nel 2018 il marchio Versace è stato acquistato dalla Capri holdings per 2,1 miliardi di dollari, ma Donatella resta l’anima visionaria e creativa del brand, capace di donare indipendenza e libertà attraverso i suoi abiti a tutte le donne che li indossano.