Sono arrivati i primi caldi e con quelli la voglia di tintarella. Non a caso, le vacanze al mare sono da sempre le preferite degli italiani. C’è a chi piace prenderlo in spiaggia, chi nel giardino di casa, chi sulle sponde di un lago, ma c’è anche chi non rinuncia a un po’ di vitamina D durante una passeggiata in montagna: dovunque si decida di andare in vacanza, il sole sarà sempre presente. Per questo, la protezione solare deve essere una nostra alleata non solo d’estate, ma tutto l’anno.
Che cosa fa il sole?
Il sole emette una grande quantità e varietà di radiazioni elettromagnetiche che originano dalle reazioni termonucleari a livello del suo nucleo. Fortunatamente, la maggior parte vengono assorbite dall’atmosfera che agisce come vero e proprio filtro. Le radiazioni che riescono ad attraversare l’atmosfera costituiscono lo spettro solare. Si distinguono tre tipi di luce:
- quella visibile a occhio nudo;
- quella infrarossa, una radiazione invisibile ma percepibile sotto forma di calore;
- quella ultravioletta.
Gli effetti di questi tipi di luce sull’organismo sono variabili, così come diversa è la modalità di assorbimento.
I tipi di luce ultravioletta
Con raggi UV si intendono, per l’appunto, i raggi ultravioletti o la luce ultravioletta, ovvero l’intervallo della radiazione elettromagnetica con lunghezza d’onda immediatamente inferiore alla luce visibile all’occhio umano e immediatamente superiore a quella dei raggi X. I raggi UV sono quelli che raggiungono la Terra in quantità minore (circa il 3%)
I raggi UVA sono una tipologia di raggi UV rappresentano circa il 98% dei raggi UV che colpiscono la Terra e sono coloro che hanno ottimi effetti sull’abbronzatura.
I raggi UVB costituiscono il 2% della radiazione ultravioletta che oltrepassa l’atmosfera. Nonostante la loro capacità di penetrazione inferiore, gli effetti deleteri sono comunque importanti. I raggi UVB sono in grado di alterare il materiale genetico contenuto nel DNA aumentando il rischio di comparsa di tumori cutanei. La radiazione UVB è inoltre molto più efficace della radiazione UVA nel provocare l’eritema.
I benefici da tenere in considerazione
Nonostante la provata pericolosità dei raggi ultravioletti, l’esposizione controllata alla luce solare può portare comunque grandi benefici all’organismo. Alcuni di essi, sono addirittura necessari per lo svolgimento di alcuni processi fisiologici. Favoriscono infatti l’accrescimento osseo stimolando la sintesi della vitamina D; svolgono un’azione disinfettante a livello della cute; favoriscono la circolazione e stimolano di conseguenza l’attività dei globuli bianchi.
L’SPF, la nostra alleata
Esistono 4 livelli di SPF, che vanno da un minimo di 6 fino a un massimo di 50 e più. Ogni indice solare corrisponde a una percentuale di UVB bloccati. I dermatologi consigliano di non scendere sotto l’SPF 8, un fattore già troppo basso per essere considerato una vera protezione.
Secondo la divulgatrice scientifica Beatrice Mautino, oltre alla protezione dai raggi UVB bisogna proteggersi anche dai raggi UVA. Questi raggi, seppur non dannosi sul breve termine, velocizzano l’invecchiamento della pelle e possono causare malattie. Secondo la normativa, perché una crema possa ritenersi anti UVA deve avere una protezione da questi raggi pari ad almeno un terzo della protezione da UVB.
Fondamentali istruzioni per l’uso alla crema solare
Nonostante ci ricordiamo fin da piccoli cosa significhi essere coperti di crema appiccicosa dalla testa ai piedi, facendo un po’ l’effetto “cotoletta” se abbinata alla sabbia, non sempre si sa come applicarla in maniera efficace. Per cominciare, andrebbe messa almeno 15 minuti prima di esporsi al sole e poi applicata più volte nel corso della giornata.
L’ideale raccomandato è ogni due ore, riapplicandola subito dopo essersi fatti il bagno, anche se sulla confezione c’è scritto “resistente all’acqua”. L’efficacia di protezione della crema è determinata anche dalla quantità che ci mettiamo addosso: in media andrebbero messi 2 milligrammi per centimetro quadrato di pelle.
Se facciamo due calcoli, capiamo che per proteggersi bene una confezione da 200 grammi dovrebbe bastare solo per 6 o 7 passate. Ciò significa che ci mettiamo molta meno crema di quella necessaria. Inoltre, attenzione alla data di scadenza: una crema scaduta perde la sua efficacia.
Sane abitudini per una bella tintarella estiva
Prepararsi delicatamente per il sole è importante, esponendo molto lentamente la pelle già in primavera.
Aumentando lentamente il tempo di esposizione (5 minuti sono sufficienti per iniziare), la pelle creerà una protezione naturale grazie all’attivazione dei melanociti. Quest’ultimi producono quindi melanina, un pigmento marrone che aiuta la nostra pelle a proteggersi dal sole e che è responsabile del suo colore.
L’esposizione al sole sarebbe da limitare tra le 11:00 e le 16:00. In queste ore del giorno il sole è al suo apice e può risultare troppo forte da sopportare. Meglio, poi, utilizzare sempre gli accessori giusti: cappelli larghi, occhiali da sole, ombrellone.
Non bisogna poi dimenticare una corretta alimentazione, reintegrando i liquidi persi e preferendo cibi ricchi di antiossidanti e carotenoidi.
Ma la crema solare serve solo d’estate?
La risposta potrebbe sorprendere alcuni: no, la protezione solare è un’alleata tutto l’anno. Per quanto i raggi solari siano meno potenti in inverno, non significa che non colpiscano comunque la Terra. E le nuvole non fanno da schermo, così come nemmeno le basse temperature.
Così la montagna non si salva, nemmeno in inverno: anzi, in alta quota è necessario proteggersi da un altro tipo di raggi, gli UVC. Questi raggi sono particolarmente dannosi per la salute poiché possiedono un alto potere cancerogeno. Nonostante vengano trattenuti dalla fascia di ozono, più si sale di quota il rischio di esposizione aumenta.
C’è da ricordarsi che, in ogni periodo dell’anno, la protezione solare non è un filtro magico: l’attenzione è sempre importante al fine di evitare spiacevoli problemi.
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