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Sneakers lovers: 5 curiosità sul mondo delle sneakers

Al cuor non si comanda, quando si parla di sneakers. Soprattutto se sei uno sneakerhead e le scarpe da ginnastica sono il tuo holy grail, tanto da essere disposto a spendere fino a qualche migliaia di dollari per ampliare la tua collezione. Un amore che ha oltre cent’anni, ma che col passare del tempo non fa che rinnovarsi. Nella moda la comodità è stata sempre un optional, ma queste scarpe sono l’eccezione che rompe la regola: tanto confortevoli quanto uniche, le sneakers sono tra gli oggetti più desiderati del ventunesimo secolo. Un mondo in continua espansione che si lascia influenzare e contamina cinema e musica nelle sue creazioni: che si tratti di semplice stile, collezionismo o investimento, si stima che questo mercato possa raggiungere i 95,14 miliardi di dollari entro il 2025. 

D’altronde si sa, che si tratti di sneakers o tacchi, le scarpe non sono mai abbastanza.

1. Alle origini delle sneakers

Alle origini delle sneakers c’è un nuovo tipo di suola, la gomma vulcanizzata, inventata in Inghilterra nel 1839 da Charles Goodyear. Impermeabili, comode e durevoli, le Plimsolls furono pensate inizialmente per i marinai britannici, per evitare che scivolassero o lasciassero tracce sui pontili. A comprenderne le potenzialità nel mondo sportivo sono invece tennisti e atleti, proprio per la versatilità offerta nelle prestazioni sportive. 

Il nome sneakers subentra in un secondo momento, con il loro sbarco negli Stati Uniti a inizio Novecento. È Henry Nelson McKinney, un pubblicitario di New York, a coniare il termine che oggi conosciamo tutti: sneakers, dall’inglese to sneak, proprio perché si tratta di scarpe talmente leggere e silenziose da essere considerate sneaky, furtive, perfette per i poliziotti all’inseguimento dei malviventi nella Grande Mela.

Ma la svolta avviene con il mondo del basket e Chuck Taylor, coach e giocatore dell’Akron Firestones. Nel 1919, Chuck decide di pubblicizzare la scarpa Converse creata nel 1917 e si unisce al team della Converse Ruber Shoe Company, suggerendo anche alcune modifiche per migliorare le prestazioni in campo. Da qui nascerà l’iconica e intramontabile Chuck Taylor All Star completamente bianca, stella a cinque punte e rifiniture rosse e blu. Scarpa che James Dean, attore cinematografico e icona culturale della gioventù statunitense, contribuirà a rendere un fenomeno di massa al di fuori del mondo sportivo.

In Italia il successo delle sneakers è segnato invece da Giorgio Armani, che le rese un abbinamento atto a sdrammatizzare i suoi completi eleganti da ufficio. Un contrasto senza tempo, indubbiamente amato anche oggi.

2. La Sneakerhead culture

Le sneakers sono anche il simbolo di una subcultura emersa con il boom di queste calzature nei primi anni Ottanta. Prima in America, poi in Inghilterra e nel resto d’Europa, la Sneakerhead culture è la subcultura dei collezionisti di sneakers, giovani che vedono in queste scarpe uno status e un oggetto di culto. Fenomeno esploso con le prime collaborazioni con celebrità sportive, musicali e artistiche, inizialmente era principalmente legato al mondo dell’hip hop e dello skateboard come elemento di identificazione.

Lo sneakers collecting oggi è un movimento che si è esteso anche al continente asiatico, e attorno al quale si concentra una certa attenzione mediatica e diversi eventi collaterali. Oltre agli outlet e agli store online sono infatti organizzati incontri, eventi dedicati al vintage, al deadstock e allo scambio di edizioni rare e limitate. 

Una subcultura che ha sviluppato anche un gergo che riflette tutto ciò che accade ed è fashionable nel mondo delle sneakers, dalle Chucks alle Yeezy del rapper Kanye West.

3. Collaborazioni, dallo sport alla scena Hip-hop

Parallelamente allo sneakers collecting ci sono le collaborazioni con le personalità più note del panorama sportivo e musicale. Le scarpe diventano quindi veri e propri oggetti culturali grazie al mondo cinematografico: un esempio sono le Nike Cortez indossate da Tom Hanks in Forrest Gump. 

Tutto inizia nel 1984, quando Michael Jordan firma un contratto con la Nike; l’anno successivo avvia la fama della linea Air Jordan sui campi della NBA. La Nike Air Jordan 1, nella classica Chicago palette (rosso e nero su una base bianca), ha segnato la cultura popolare rivoluzionando moda e marketing, un fenomeno che continua oggi con nuove riedizioni e Limited Edition anche in collaborazione con marchi di lusso. Un paio di sneakers che, nella sua linea originale del 1984, ha raggiunto all’asta il valore di 10.000 dollari.

Le collaborazioni hanno anche un legame culturale più profondo con la scena hip-hop, forte di tantissimi nomi: vi si ricorda il collettivo del Queens Run DMC per le Adidas Superstar, Rihanna con Fenty Puma, Drake e Eminem sempre per Air Jordan e Nike.

Ma a rivoluzionare il panorama contemporaneo e il concetto dello sneakerhead è stato Kanye West, artista poliedrico, con la sua scarpa Nike completamente personalizzata indossata sul palco dei Grammy Awards 2008. Messe in vendita nel 2009, le Air Yeezy 1 sono la prima collaborazione con cui il brand dello swoosh è andato oltre il mondo dello sport. Le Yeezy di Kanye introducono il concetto di hype e massima esclusività nel collezionismo, soprattutto con il passaggio del rapper ad Adidas. Le Yeezy Boost 750 del 2015 scuotono il mercato: release che porta l’attesa alle stelle, e che coinvolge pochissimi negozi iper-selezionati. 

4. Il colore nel mondo delle sneakers

Tutta questa corsa alla sneakers più ambita ha portato la progettualità dei modelli a livelli estremi. Le sneakers sono curate nei minimi dettagli, sia in termini tecnici sia in virtù dei significati psicologici, monitorando gli effetti che il colore può suscitare sulla richiesta dei consumatori. Oggi le case di moda fanno sempre più ricorso alla color theory, sia per restare coerenti con il proprio immaginario, sia per varcarne i confini creando sneakers insolite e di impatto per i collezionisti. Così la scelta della colorazione è la chiave per trasformare una release in tendenza:

Between 70 and 90 per cent of subconscious judgment on a product is made in a few seconds on colour alone.

Laddove l’iconica Air Force 1 resta rigorosamente bianca, le edizioni limitate esplorano diverse nuance per rompere gli schemi e creare desiderio. Colori e palette che spesso entrano nello slang del mondo delle sneakers e vengono associati ai brand: dalla classica Chicago palette alla combo Oro-Viola in stile Lakers per Nike, fino alla scala di grigi tipica di New Balance: 

Doing grey right is something we take a lot of pride in. Every grey on our colour ring has a character and personality: castle rock is warm; steel is a blue tone – New Balance.

5. Una nuova forma di investimento

Le sneakers nelle loro edizioni limitate sono così ambite da essere considerate come una nuova forma d’investimento. Questo perché essendo oggetto di una produzione esclusiva e limitata, vanno subito sold-out e diventano protagoniste del fenomeno del reselling. Modelli che vedono triplicare il loro prezzo nel giro di pochi giorni, se non ore: esemplare il caso delle Sneakers di Lidl, che lo stesso giorno della loro uscita in negozio sono passate da 12,99 al prezzo di 2.480 euro su alcuni profili eBay.

Lidl a parte, tra i modelli più redditizi del reselling restano le Adidas Yeezy di Kanye West nei quattro modelli 350, 500, 700 e 750, le Jordan 1 Retro ispirate al classico del 1984, e le note collaborazioni con il brand Off-White. 

Una corsa allo stile, alla scarpa più originale, e al guadagno.


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