La Settima Arte ci ha sempre regalato storie indimenticabili, qualunque fosse il genere a cui esse appartenevano. All’interno del filone fantasy e fantascienza, per esempio, numerose sono le saghe cinematografiche che in epoche diverse hanno saputo appassionare milioni di spettatori creando enormi comunità di sostenitori e fan sfegatati. A modello di questo genere così vasto e spesso inflazionato è possibile prendere in considerazione 5 prodotti di indiscutibile valore: Star Wars, Il Signore degli Anelli, Harry Potter, Pirati dei Caraibi e Hunger Games. Proporre un paragone tra saghe tanto differenti sarebbe ingeneroso e poco obiettivo; tuttavia ognuna di esse, al di là della trama, presenta alcuni elementi narrativi fissi che possono tranquillamente essere messi a confronto. Decretare il migliore di ogni categoria potrà forse aiutare nella costruzione di una “saga perfetta”.
Pertanto, bando agli indugi e cominciamo.
1) Miglior ambientazione: la Terra di Mezzo
Non è ovviamente cosa da poco tentare un confronto tra ambienti così diversi; ognuno dei contendenti possiede un suo grande fascino, dall’esotismo del Mar dei Caraibi alla magia di Hogwarts, dalla vastità dello spazio intergalattico alla distopia di Capitol City e distretti. È tuttavia impossibile astenersi dall’assegnare il primo posto di tale categoria alla Terra di Mezzo creata da Tolkien.
Un mondo altro che per magia, varietà e potenziale è di gran lunga superiore a tutti gli altri. All’interno de Il Signore degli Anelli Tolkien ci conduce attraverso panorami diversissimi tra loro, portandoci a spasso tra i verdi pascoli della Contea, le brulle terre delle regioni di Rohan e Gondor, le miniere naniche di Moria, la neve del monte Caradhras, le acque del fiume Anduin e del grande mare, le foreste elfiche, la terra vulcanica di Mordor.
Una spettacolarità ambientale che non ha eguali e che in tanti hanno provato ad emulare senza mai avvicinarsi alla perfezione del maestro.
2) Miglior protagonista: capitan Jack Sparrow
Un capitano, c’è solo un capitano. È proprio il caso di rispolverare questo iconico coro da stadio per sottolineare la genialità intrinseca di un personaggio come Jack Sparrow. Il ruolo del protagonista è indubbiamente sempre molto delicato; il protagonista è colui con il quale il pubblico dovrebbe identificarsi, è il personaggio che il bambino tende ad ammirare e idealizzare e da cui l’adulto tende solitamente ad allontanarsi perché spesso limitato nella sua caratterizzazione o eccessivamente perfetto.
Ognuna delle saghe qui prese in considerazione presenta in realtà protagonisti di tutto rispetto, tutt’altro che intoccabili, con difetti, debolezze, paure che li rendono umani.
Dritto alla meta e conquista la preda!
Harry, Frodo, Luke, e Katniss rendono dunque onore ai rispettivi creatori, ma non potranno mai competere con il fantastico capitan Jack Sparrow. Un personaggio geniale in grado di mescolare coraggio e vigliaccheria; un anti-eroe eccellente, ambiguo in ogni sua decisione, imprevedibile e totalmente fuori di testa. Sarà forse il fascino del pirata o forse la magistrale interpretazione di uno straripante Johnny Depp, ma Jack Sparrow è il protagonista che ogni saga si merita e quello di cui il pubblico ha bisogno. Comprendi?
3) Miglior amico: Samvise Gamgee
Non posso portare l’anello per voi, ma posso portare voi.
Basterebbe questa frase per rendere manifesta la superiorità di Sam rispetto ad ogni altro contendente al titolo di migliore amico. Una categoria che presenta personaggi di notevole spessore, ma che, ancora una volta, trova nella narrativa di Tolkien e nell’adattamento di Peter Jackson il suo apice.
Sam è l’unico tra i migliori amici dei protagonisti ad essere davvero determinante per una risoluzione positiva della trama. Questo non significa ovviamente che i suoi “rivali” siano mere comparse o elementi di scarsa importanza all’interno dei rispettivi mondi. Tuttavia, in una delle sequenze finali de Il Signore degli Anelli, Sam arriva addirittura a sostituirsi a Frodo, dimostrando una forza fuori dal comune e risultando uno dei pochissimi, nella Terra di Mezzo, a resistere al potere corruttivo dell’Unico Anello.
Non è d’altronde un caso che l’ultima inquadratura della trilogia sia dedicata proprio a lui, l’umile giardiniere che ha contribuito a salvare la Terra di Mezzo.
4) Miglior aiutante: Severus Piton
Non c’è pirata, mentore, ramingo o eroe spaziale che tenga; Severus Piton è il vincitore indiscusso di questa categoria. Probabilmente uno dei migliori personaggi mai creati da J.K.Rowling; personaggio che trova magnifica sintesi nel corpo e nelle espressioni del compianto Alan Rickman. Non un santo innamorato, come buona parte del fandom tenta di dipingerlo. Non un semplice cattivo in cerca di redenzione. Severus Piton è un mago dal passato oscuro e dal carattere complesso; un uomo che ha riposto la propria fiducia nelle persone sbagliate e che sa di aver perso ogni cosa per sua sola responsabilità.
Piton mescola infamia, coraggio, odio, amore, arroganza e dignità. Un personaggio unico dalle sfumature infinite, essenziale per la sconfitta dello stesso male che, per lungo tempo, aveva contribuito a sostenere.
5) Miglior cattivo: Dart Fener
La scelta del miglior cattivo è procedimento assai delicato, dal momento che ognuno degli antagonisti contendenti ha saputo incutere timore nel pubblico e garantire la giusta dose di epicità all’eterno conflitto tra bene e male. La scelta ricade tuttavia su Dart Fener o, se preferite il suo vero nome, Anakin Skywalker.
A fare la differenza è, ancora una volta, la complessità del personaggio e la sua evoluzione all’interno della saga. Se infatti Sauron e Voldemort rappresentano il male nella sua essenza e, direbbe Hannah Arendt, nella sua banalità, personaggi quali il presidente Snow e Davy Jones sono decisamente più ambigui e di definizione più sfumata.
Nessuno di loro può però vantare la storia e l’approfondimento di Dart Fener, uno dei cattivi più celebri e iconici dell’intera storia del Cinema. Una malvagità costruita sul dolore, il tradimento di un destino da prescelto, il passaggio al Lato Oscuro e il ritorno alla Luce. Anakin Skywalker è un personaggio che attraversa diverse fasi, rappresentazione vivente dell’eterna ed umana compresenza di bene e male. I suoi occhi, il colore della sua spada, l’abito da Lord Sith, la rivelazione a Luke; un cult immortale, che trascende generi e trame.
6) Riflessione e Morale: Hunger Games
Non esiste storia senza morale, non esiste racconto che non porti con sé occasioni di riflessione. Scegliere quale tra le 5 saghe sia la migliore è, da questo punto di vista, forse impossibile, visto il profondo legame che unisce trama e considerazioni finali. Si potrebbe però individuare, tra le candidate, quella che sviluppa gli spunti più originali e che, in qualche modo, è maggiormente in grado di riflettere la nostra quotidianità. Da tale prospettiva, la saga di Hunger Games si dimostra oltremodo moderna, sia per l’ambientazione futuristica e distopica che la caratterizza sia per la sua impronta politica decisamente attuale.
La speranza è l’unica cosa più forte della paura!
Il mondo pensato da Suzanne Collins, con chiari riferimenti orwelliani, tende a distaccarsi da quella raffigurazione di bene contro male che sta alla base delle altre 4 realtà. Società, rivoluzione, interessi di partito, ricchezza e povertà, potere dei media. Elementi che riflettono il nostro vivere quotidiano e che, proprio per questo, appaiono ancora più terrificanti, in quanto specchio di un futuro che potrebbe ancora delinearsi.
Giunti alla fine di questo esperimento una cosa appare chiara: anche se individuati gli elementi migliori di ciascun prodotto, la saga perfetta sarebbe impossibile da realizzare e fondere gli elementi di forza qui individuati non aiuterebbe certo a raggiungere tale scopo.
Ognuna di queste 5 saghe unisce intuizioni geniali e altre di minor risalto, ma è proprio la mescolanza di esse ad aver creato un fenomeno di indimenticabile successo. Non vedremo mai Samvise Gamgee prendere in spalla Jack Sparrow sulle pendici del Monte Fato o Piton organizzare una rivoluzione per contrastare Dart Fener. Questi mondi rimarranno separati, a contendersi l’affetto degli appassionati, a regalare intrattenimento; a ricordarci che, quando siamo stanchi o delusi, c’è sempre un mondo alternativo nel quale è possibile rifugiarsi, anche solo per un paio d’ore.