Dalla conchiglia si può capire il mollusco, dalla casa l’inquilino
Victor Hugo, I miserabili (1862)
Se quello che scrisse Victor Hugo è vero, allora l’appartamento in via Oslavia 39B, nel quartiere Prati di Roma, garantisce senza dubbio la presenza di un padrone completamente fuori dell’ordinario.
Un Big Bang domestico
Dal Divisionismo al Vestito antineutrale, dal Manifesto del colore alla Ricostruzione futurista dell’universo, Giacomo Balla è riuscito a trasformare la sua dimora capitolina in una vera e propria “esplosione di colore giocondissima, audace, aerea, elettricamente lavata di bucato, dinamica e violenta”. Tale, insomma, da concretizzare l’idea di luce e di movimento, di magia caleidoscopica dei colori e di tavole parolibere appartenenti ai suoi primi manifesti futuristi.
Dopo lo straordinario rinvenimento in via Milano delle pitture murali che Balla realizzò per il primo cabaret futurista Bal Tic Tac, a partire dal 26 maggio il Museo Nazionale delle arti del XXI secolo di Roma aprirà finalmente le porte della sua opera d’arte totale futurista in via Oslavia. Ogni fine settimana sarà quindi prevista un’apertura, con visite guidate su prenotazione. L’auspicio è quello di rendere fruibile questo caleidoscopico laboratorio di sperimentazione, in maniera permanente.
Casa Balla – Dalla casa all’universo e ritorno
Unitamente alle visite in loco, il Maxxi ospiterà nella Galleria 5 la mostra tematica Casa Balla-Dalla casa all’universo e ritorno, curata da Bartolomeo Pietromarchi e Domitilla Dardi. In aggiunta ricordiamo la collaborazione con la Soprintendenza Speciale di Roma Archeologia Belle Arti e Paesaggio e con il supporto della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Mibact e la Banca d’Italia.
Un evento senza precedenti in cui disegni, bozzetti, arredamenti e utensili provenienti da Casa Balla, saranno raccolti e posti a confronto con oggetti di design, appositamente realizzati da artisti italiani e internazionali. Tra questi spiccano Ila Bêka & Louise Lemoine, Carlo Benvenuto, Alex Cecchetti, Emiliano Maggi, Leonardo Sonnoli e Space Popular. L’obiettivo finale è realizzare un autentico Wunderkammer, ovvero uno scrigno di meraviglie, di nuove produzioni e oggetti futuristi balliani.
“Deve dominare il colore perché privilegio tipico del genere italiano”
Balla e Depero una volta dissero:
Troveremo degli equivalenti astratti di tutte le forme e di tutti gli elementi dell’universo, poi li combineremo insieme, secondo i capricci della nostra ispirazione, per formare dei complessi plastici che metteremo in moto.
E così fecero. Casa Balla è diventata sia tela che materia, rispecchiando il credo futurista di “ricostruire l’universo rallegrandolo, cioè ricreandolo integralmente”. Tutto, dalle porte, ai lampadari, ai rivestimenti delle pareti, ai mobili delle stanze, fino agli arazzi e le pergamene, segue l’estro del loro pantocratore torinese, ma romano d’adozione.
Il colore, però, continua ad essere l’elemento più sorprendente. La sua abilità si mostra nell’esaltare il tratto e il dinamismo delle pitture murali che decorano alcuni ambienti, come lo studiolo rosso e il corridoio.
“E’ dell’opera d’arte che si deve parlare. E’ l’opera d’arte che fa conoscere l’artista, Tutto il resto è mediocrità”
In linea con la poetica futurista, Balla ha utilizzato l’arte per gestire ogni aspetto della società, dalla moda, al teatro fino all’arredamento. In questo modo ha trasformato la sua casa in un avamposto di ricerca sulla compenetrazione tra vita e arte, propria del Manifesto futurista.
Quello elaborato dall’artista nei pochi ambienti dell’appartamento capitolino, è un flusso di segni e cromie dirompente e vivificante, che tutto investe e tutto trasmuta, con lo scopo di perturbare l’armonia del quotidiano. Con il Futurismo, infatti, l’arte diventa “arte-azione”, cioè volontà e aggressione, presenza e nuova realtà, creati attraverso gli elementi astratti dell’universo.
Racconto di energia vitale
Casa Balla è in sostanza un autoritratto dell’artista, deformato e orientato dal pavimento al soffitto, in ogni ambiente e su ogni pensile. È un luogo di memoria, della precedente abitazione in viale Parioli, zona allora verde e suburbana a cui Balla e le figlie erano molto affezionati, che venne poi distrutta nel corso dell’urbanizzazione fascista dell’area.
È uno scrigno futurista, in cui l’artista visse e lavorò dal 1929 sino alla morte nel 1958, impregnato dei suoi umori e delle sue essenze pirotecniche, rese attraverso la decorazione di pareti e piastrelle e la creazione di oggetti come paralumi, fiori e ceramiche realizzati con materiali di scarto.
“Rinnoviamo gli ambienti, si rinnoveranno le idee”
Un sancta sanctorum del futurismo, apparso anche più volte sul giornale Roma futurista, accompagnata da un singolare annuncio che invitava a visitarla ogni domenica dalle 15 alle 19. In tanti risposero alla bizzarra chiamata artistica, da gente comune ad artisti d’epoca e ad aprire loro la porta era sempre Balla in persona, che li faceva subito accomodare e immergere nella sua casa-laboratorio.
Fin quando vissero le figlie dell’artista, sue collaboratrici silenziose e devote, la casa rimase aperta. Una volta scomparse, però, l’abitazione chiuse, abbandonata nell’oblio di una serie di cause ereditarie. Fino all’inizio degli anni 2000, quando la Soprintendenza decise di porvi un vincolo di bene storico di importanza artistico-culturale e la Banca d’Italia di intervenirvi con lunghe e complesse restaurazioni.
Seguirono diversi annunci di riaperture mai avvenute, come quella del 2009, per il centenario del futurismo. Quest’anno, con il Maxxi, è finalmente arrivata la svolta. L’accordo stretto con gli eredi, infatti, ha consentito, per la prima volta, la sua apertura al pubblico in sicurezza.
Un micro-universo domestico inaspettato
L’avversione tipica dei futuristi nei confronti dei musei, ritenuti autentici cimiteri dell’arte, ha trovato un suo bilanciamento propositivo nella volontà di Balla di trasferire la creatività all’interno di ambienti casalinghi, ritenuti espressioni concrete e immediate di esistenza.
Abbagliante, positivista e totalizzante, Casa Balla è un originale compendio di percorsi estetici e attitudini rivoluzionarie, giocato in una dimensione che interessa l’intero habitat dell’uomo moderno che si vuole rallegrare e ricreare in maniera smagliante, colorata e sorprendente.
Un luna park visivo e spirituale sicuramente da non perdere!
CREDITS
Immagini tratte dai seguenti video Youtube:
2 commenti su “Riapertura Casa Balla: il microcosmo futurista della capitale”